È stato un lungo elenco di accuse quello del sindaco di Roma Virginia Raggi, che nel corso del consiglio straordinario in Campidoglio per parlare dell’emergenza rifiuti, ha puntato il dito contro la Regione. Per ora la soluzione prospettata è stata quella di ordinare la riapertura della discarica di Albano, nonostante la contrarietà dei sindaci della provincia di Roma, molti dei quali presenti in aula.
RAGGI: EMERGENZA RIFIUTI’ COLPA DELLA REGIONE
«Il tema ciclicamente torna al centro dell’attenzione da circa 10 anni, da quando cioè sono iniziati i problemi di gestione dei rifiuti del Lazio dopo la chiusura della discarica di Malagrotta senza mai individuare un’alternativa: il piano rifiuti della Regione è arrivato nel 2020 e il Ptpr è stato riapprovato solo quest’anno dopo la bocciatura», ha detto la Raggi.
«Ci chiediamo come mai qui non sia presente la Regione e come mai continuiamo a fare Consigli straordinari sui rifiuti in Campidoglio quando l’Aula si dovrebbe spostare qualche chilometro più in là, in via della Pisana (sede del Consiglio regionale del Lazio, ndr). Questa situazione certifica il fallimento della Regione Lazio e del presidente Nicola Zingaretti che da 8 anni la governa: chi lo ignora, o è in malafede o manifesta un’incapacità di assumersi le sue responsabilità”. In realtà in aula la Regione c’era con il presidente della commissione Ambiente Marco Cacciatore, che dice di aver invitato in audizione la sindaca più di cinque volte, senza mai avere risposta.
«HO CHIESTO DI RIAPRIRE LA DISCARICA DI ALBANO»
«L’interesse dei cittadini è l’unica cosa che ci sta a cuore, ed è per questo che abbiamo deciso di intervenire. Se la Regione Lazio non vuole riaprire le discariche e vuole lasciare i rifiuti in strada, vorrà dire che le riapriremo noi. Per questo – dice Raggi – ho chiesto alla Città metropolitana di predisporre un’ordinanza urgente per riaprire la discarica di Albano Laziale: assicuro ai cittadini di Albano che lo faremo per il tempo strettamente necessario. E rivolgo un appello a loro e a tutti i sindaci: appoggiateci nella battaglia per riaprire la discarica di Colleferro e gli altri impianti ancora utilizzabili. Aiutateci a creare un sistema che eviti le continue crisi e restituisca al Lazio una rete adeguata di impianti».
«ROMA HA GIA’ DATO CON MALAGROTTA»
«Nella nostra regione abbiamo attive due discariche, di cui una a Civitavecchia che chiuderà ad agosto, e un inceneritore. In Lombardia sono in attività 13 inceneritori e 21 discariche solo per i rifiuti urbani. Volete sapere quante di queste discariche ci sono nel territorio del Comune di Milano? Zero. Ma anche regioni del Sud come la Sicilia sono messe meglio, con 15 discariche in attività. Il Lazio è ormai fanalino di coda del Paese. Questi dati smontano tutta la narrazione scritta negli ultimi anni da chi evidentemente ha altri scopi ben precisi: penalizzare ancora Roma, che per 40 anni ha ospitato a Malagrotta la discarica più grande d’Europa che accoglieva rifiuti da ogni parte del Lazio e dell’Italia e speculare politicamente sull’emergenza per fini elettorali. Questa è la considerazione che queste persone hanno di Roma e dei suoi cittadini».
«LA DIFFERENZIATA NON CRESCE PERCHÈ MANCANO IMPIANTI»
Aggiunge la sindaca: «Se la differenziata non cresce come dovrebbe il motivo è sempre lo stesso: la cronica carenza di impianti di smaltimento all’interno del Lazio. Carenza che fa rallentare anche la raccolta differenziata perché gli impianti di trattamento, per assenza di sbocchi in discarica, ricevono meno rifiuti. Ama continua a raccogliere i rifiuti ma non sa dove portarli, i camion restano pieni, saltano i giri e inevitabilmente si creano cumuli di rifiuti che fanno crescere la frazione indifferenziata. Così funziona il ciclo, e chi finge di non saperlo mente o è in malafede».
LE OPPOSIZIONI INSORGONO
«Abbiamo ascoltato da Raggi un intervento che sfiora la parodia: sta parlando della città che dovrebbe governare, cosa che non sta facendo, e di un’azienda al 100% di proprietà pubblica del Comune di Roma. Chi, se non il sindaco, ne è il primo responsabile, nel bene e nel male? La sindaca è responsabile di aver provocato, a un’azienda già in difficoltà, problemi su problemi». Lo ha detto il capogruppo del Pd in Campidoglio, Giulio Pelonzi, intervenendo durante la seduta straordinaria dell’Assemblea capitolina sull’emergenza rifiuti nella Capitale. Dello stesso tenore le parole del capogruppo di Fratelli d’Italia, Andrea De Priamo: «Abbiamo sentito dalla sindaca un intervento lunare in cui ha parlato delle responsabilità della Regione Lazio, che in parte ne ha. Se la sindaca ritiene di alzarsi e non ascoltare il secondo partito di opposizione della città non ci interessa, il suo atteggiamento si commenta da solo. Da cinque anni abbiamo sollevato il tema dell’impiantistica. Noi non siamo una forza politica che sostiene l’aumento dei termovalorizzatori, ma siete voi che avete fatto una battaglia ideologica sulla chiusura di Colleferro- ha sottolineato De Priamo- Il M5S governa la Regione con il Pd, avete l’assessore alla Transizione ecologica, un pochino di realismo non guasterebbe. Se siamo qui è perché sta accadendo qualcosa nella città, ci sono i blocchi stradali. La sindaca non è un commentatore, è un primo cittadino e dovrebbe dirci come organizza Ama per questa emergenza. Non c’è un’autocritica da fare, una scusa da dare ai romani?».
IL PD: MANDIAMO A CASA RAGGI
«La Raggi oltre che incapace o è ignorante o un imbrogliona. Gli impianti li fanno i Comuni e i Privati non la Regione, che interviene se il Comune è inadempiente. Il Lazio lo ha fatto con l’ordinanza Zingaretti sul commissariamento e il Comune ha fatto ricorso. Sbrighiamoci a mandarla a casa», si legge in una nota del vicesegretario de Pd Lazio, Enzo Foschi.
I SINDACI: RAGGI FACCIA AUTOCRITICA
Da Albano a Colleferro, da Cerveteri a Fiumicino, da Mazzano Romano a Capena fino a Castelnuovo, Rocca Priora, Castel Gandolfo, Valmontone e Lariano. Dopo l’incontro di stamattina con il prefetto di Roma per esporre le loro problematiche dicendosi pronti a ricorrere al Tar contro l’ordinanza annunciata da Virginia Raggi, circa trenta sindaci della Città metropolitana della Capitale si sono ritrovati in piazza del Campidoglio per protestare contro la gestione dell’emergenza rifiuti da parte della prima cittadina, respingendo fermamente l’appello della ad appoggiarla nella riapertura delle discariche di Albano e Colleferro. Nel frattempo, in aula Giulio Cesare è in corso una seduta straordinaria dell’Assemblea capitolina proprio sul tema, ma al momento le fasce tricolori non sono state fatte accomodare tra il pubblico a causa della capienza ridotta causa Covid. “La Giunta sta decidendo, dopo non aver fatto assolutamente nulla per tutti questi anni, di portare la propria immondizia nei nostri territori. E di questo ne discutono senza di noi”, ha spiegato dalla piazza il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino. “Come possono pensare che noi possiamo ricevere mille o duemila tonnellate di immondizia tal quale al giorno senza nessun confronto o discussione di fronte alle responsabilità che hanno per non aver fatto nulla? È francamente inaccettabile, non potremmo mai permettere una situazione del genere”. “Se respingiamo l’appello della sindaca? Assolutamente, ma non è un appello- ha sottolineato Montino- Dovrebbe fare intanto un’autocritica a se stessa, visto che ha preso Roma al 45% della differenziata e l’ha portata al 42 facendola scendere e i rifiuti nella Capitale sono in strada: non ha fatto assolutamente nulla e non ha il valore morale per farci un appello del genere”.
LA REGIONE: «LA SINDACA DICE BUGIE, RESPONSABILITA’ SOLO SUE»
«Le Regioni non realizzano gli impianti per la gestione dei rifiuti: la legge nazionale stabilisce infatti che le amministrazioni regionali autorizzino gli impianti su richiesta dei Comuni e degli operatori pubblici e privati, che sono chiamati a costruirli e a gestirli». Così in una nota Massimiliano Valeriani assessore al Ciclo dei Rifiuti della Regione Lazio.
«Continuare a negare anche queste competenze, vuol dire imbrogliare i cittadini, un inganno ancora più grave perché perpetrato da una sindaca che dovrebbe conoscere le norme per governare la propria città. Solo per fare un esempio, la Regione ha autorizzato da oltre un anno il progetto presentato dall’Ama e dal Comune di Roma per realizzare due centri di compostaggio, ma l’azienda municipalizzata non ha fatto ancora nulla per costruire i due impianti e porta gli scarti organici a Maccarese. Oltre alle autorizzazioni, la Regione ha messo a disposizione dei Comuni del Lazio oltre 80 milioni di euro per aprire nuovi impianti di trattamento e smaltimento: anche in questo caso il Campidoglio non ha fatto nulla. Purtroppo la sindaca è male orientata e la città paga il prezzo di questa incapacità. Grazie al sostegno della Regione oggi ci sono tutti gli sbocchi per i rifiuti di Roma, ma la capitale resta ancora sporca perché Ama vive la più grande crisi industriale della sua storia: un fallimento gestionale e amministrativo con conseguenti inefficienze sulla raccolta dei rifiuti e la pulizia delle strade. Inoltre sono passati quasi tre anni dalla chiusura per incendio del Tmb del Salario, ma in tutto questo tempo il Comune e Ama non hanno realizzato un nuovo impianto per sostituirlo. Sono mesi che diciamo che Roma ha bisogno di una discarica perché portando i suoi rifiuti in tutto il Lazio ha saturato rapidamente diversi siti di smaltimento. Ora tutti i Comuni sono stanchi di ospitare i rifiuti di chi con arroganza scarica su altri il problema. La Sindaca non ci ha dato ascolto e ora siamo al disastro. Dopo la sentenza del Tar, che ci ha obbligato a seguire la via ordinaria, procederemo a commissariare chi è incapace di gestire i propri rifiuti”.