I più sono convinti che sia un nome poco conosciuto, che non abbia un effetto da superstar per la città, eppure ormai a Roma le tre anime del centro-destra sembrano pronte a convergere sul nome di Enrico Michetti. Michetti è professore universitario di diritto, negli anni ha formato numerosi sindaci, è un tribuno radiofonico, e da tempo gravita nell’orbita di Fratelli d’Italia. ”C’è bisogno – ha dichiarato Michetti sui social – non solo di vincere a Roma ma di amministrare e di farlo bene”. Questo il mantra che sembra aver fatto propendere per lui, scalzando il nome del magistrato Simonetta Matone e dopo gli innumerevoli ”no” incassati da Guido Bertolaso e Giulia Bongiorno.
SALVINI: “POCO CONOSCIUTO, MA L’IMPORTANTE È CHE VINCA”
Carlo Calenda, leader di Azione, il candidato del centrosinistra inviso da Pd, ha salutato Michetti con un: ”Non lo conosco”. Roberto Gualtieri, in veste di candidato del Pd, si è accodato: ”Non conoscendolo, non posso esprimere un giudizio. Anzi attendo, come tutti, di conoscere ufficialmente il nome del candidato del centrodestra con cui auspico di avere un confronto civile”. A dettare la linea nella destra è arrivato alla fine Matteo Salvini: ”Candidati civici e non politici, poco importa se televisivamente siano poco conosciuti, l’importante è che vincano”. Il centrodestra sa, che la vittoria su Roma potrebbe essere possibile. E che la speranza che si concretizzi dipende da due fattori. La coesione tra alleati e la spinta propulsiva di un partito in grande crescita come FdI. Di certo la campagna elettorale si annuncia di alto profilo, con due ex ministri come Roberto Gualtieri, Carlo Calenda e un professore amministrativo, come Michetti. Per Virginia Raggi, che ha come vantaggio di essere conosciutissima, non proprio una buona notizia.
IL CENTROSINISTRA SPACCATO AIUTA LA RAGGI
La spaccatura nel centrosinistra, ovviamente, non favorisce un’alleanza coesa, almeno per il momento. Gualtieri ne è consapevole: “Io ho già invitato Calenda – ha scritto sui social – a stare nel centrosinistra, purtroppo ha fatto una scelta diversa, ha scelto di mettersi fuori dal centrosinistra e andare da solo con Renzi rischiando così di avvantaggiare proprio quella sindaca (Virginia Raggi, ndr) che lui dice di voler contrastare”.
RAGGI INCASSA UNA VITTORIA
Nel frattempo la sindaca Raggi si sente più forte: ha appena archiviato definitivamente lo spettro giudiziario che l’aveva portata a processo per falso in atto pubblico. La Procura generale non ha infatti presentato ricorso in Cassazione per la sentenza di assoluzione emessa dalla Corte di Appello lo scorso dicembre, verdetto che aveva confermato quello di primo grado del novembre 2018, con cui il giudice monocratico aveva assolto Raggi ”perché il fatto non costituisce reato”. Raggi era finita a processo con l’accusa di falso in atto pubblico nell’ambito dell’inchiesta sulla nomina (poi ritirata) di Renato Marra a capo del Dipartimento Turismo del Campidoglio, fatti accaduti nell’autunno del 2016. Marra è il fratello di Raffaele, ai tempi a capo del Personale del Campidoglio. ”È anche una vittoria di voi tutti che mi seguite e non mi avete mai fatto mancare la fiducia, dei miei consiglieri che ci hanno messo la faccia con coraggio, del mio staff”, è stato il commento della sindaca, forse però dimentica degli insulti riservati all’ex sindaco Marino per l’affaire degli scontrini che poi si è rivelato una bolla di sapone’. È certo comunque che deve fare i conti con varie defezioni all’interno della sua maggiornaza. L’ultima, quella che ha fatto più rumore, è quella di Marcello De Vito, presidente del consiglio comunale, che ha lasciato il M5S sbattendo e forte la porta.