Alessio D’Amato è assessore alla Sanità e alla Integrazione Socio-Sanitaria della Regione Lazio. Uomo verso il quale il governatore Zingaretti nutre massima fiducia, ha affrontato e sta affrontando l’emergenza Covid con polso e concretezza. Pandemia, vaccinazioni, greenpass, offerta sanitaria presente e futura, investimenti e finanziamenti. Con D’Amato abbiamo parlato di numerosi temi della sanità territoriale. Ne è uscita una intervista interessante e ricca di spunti di riflessione.
Assessore D’Amato, partiamo dalla terza dose del vaccino Covid. Può spiegarci quando si deve fare e come stanno procedendo le cose?
“Si sta procedendo abbastanza bene, anche se un po’ a rilento. Ricordiamo che devono fare la terza dose tutte le persone dai sessant’anni in su, che hanno già fatto le precedenti due dosi a distanza di 180 giorni: per cui, li dove sono trascorsi sei mesi dalla data dell’ultima somministrazione, queste possono procedere con il richiamo del vaccino”.
Dove si può fare il vaccino?
“O prenotando sull’apposito sito – e la disponibilità è pressoché immediata – o dal proprio medico di famiglia, o, novità recente, direttamente in farmacia. Insomma, sono disponibili ampie scelte e ampie modalità. Chiaramente chi va dal medico di medicina generale, può richiedere di fare anche il vaccino antinfluenzale per il quale la Regione Lazio ha già iniziato la campagna di sensibilizzazione”.
Assessore, a proposito di Coronavirus, stanno tornando il freddo e la brutta stagione e l’incidenza dei contagi sembra in risalita. Conferma questo trend?
“Abbiamo dati che indicano una incidenza leggermente sopra l’1%, cioè una indicazione pienamente sotto controllo. Però non abbassiamo la guardia e invitiamo tutti i cittadini a fare attenzione e a rispettare tutte le norme anti contagio. Per quanto riguarda i numeri sui soggetti vaccinati, con gli over 12 siamo all’86% di vaccinati in seconda dose e puntiamo ad arrivare al 90%”.
Lei con coloro che rifiutano di vaccinarsi non è mai stato tenerissimo. Cosa sente di ribadire al riguardo?
“Noi invitiamo chi ancora non lo avesse fatto, a vaccinarsi visto e considerato che anche i dati confermano l’importanza della copertura vaccinale e la conseguente riduzione delle complicanze: ad esempio, nonostante il lieve aumento dell’incidenza dei contagi, la pressione sugli ospedali rimane bassa, a dimostrazione che il vaccino diminuisce la circolazione del virus. Vaccinarsi vuol dire mettere in sicurezza se stessi e gli altri, e significa ripartire con maggior serenità con le attività economiche, produttive e sociali. Così come il greenpass si sta dimostrando molto utile per una duplice ragione: la prima è che ha dato una grande spinta alla campagna di vaccinazione; la seconda è che anche coloro che non si sono vaccinati, si sono però dovuti sottoporre ai tamponi periodici (per poter lavorare, ndr), facendo sia aumentare il numero dei test Covid, sia emergere situazioni di positività che altrimenti sarebbero rimaste sommerse. Non è un caso, dunque, che adesso altri paesi in difficoltà comincino a utilizzare il certificato verde sul modello italiano”.
Alla luce di tutto questo, non dobbiamo aspettarci un inverno di dure prescrizioni o di lockdown generalizzato, come nei mesi passati?
“Questo no, ma è chiaro che sarà un inverno in cui la pandemia riguarderà soprattutto i non vaccinati, che rischiano più degli altri”.
Assessore, a proposito, in casi estremi lo farebbe un lockdown sul modello austriaco, cioè destinato solo ai non vaccinati?
“Guardi, se dovessi scegliere tra quello e un lockdown generalizzato con la conseguente chiusura delle attività commerciali, sicuramente applicherei il modello austriaco. Sono dell’opinione, infatti, che la responsabilità individuale debba andare di pari passo con quella collettiva”
Oltre l’emergenza Covid, c’è una offerta sanitaria complessiva da garantire ai cittadini del Lazio. Tempo fa avete lanciato un grande piano sanitario, fatto di investimenti milionari.
“Come Regione Lazio, adesso abbiamo in campo la programmazione e l’utilizzo dei fondi del Pnrr e stiamo parlando di circa 1,8 miliardi di euro: somme considerevoli e importanti, che dovranno servire a costruire e rafforzare la rete territoriale attraverso le case di comunità e le centrali operative per l’assistenza domiciliare, ossia una grande rete di prossimità in grado di prendere in carico sopratutto i cronici (ad esempio soggetti con diabete e ipertensione, patologie che interessano in maggior parte gli anziani, ndr). Entro l’anno dunque verranno indicate le localizzazioni, che prevalentemente riguarderanno l’utilizzo di strutture pubbliche o strutture che negli anni erano state dismesse, ma che saranno riconvertite per implementare l’assistenza territoriale”.
Altro punto importante sarà quello della rivoluzione digitale.
“Assolutamente sì, questa rappresenta una delle nostre priorità. Noi dobbiamo andare sempre di più verso una assistenza a distanza tramite telemonitoraggio, teleconsulto, strumenti importanti ed innovativi che caratterizzeranno la sanità del territorio nei prossimi anni”.
Medici di base: ci segnalano carenze e lentezza nella sostituzione di coloro che vanno in pensione. Cosa può dirci?
“Si, il tema esiste perché noi avremo un ricambio nei prossimi mesi molto importante per cui stiamo cercando di snellire tutte le procedure per fare in modo che entrino anche giovani medici. Questa potrebbe essere anche una occasione utile poiché le giovani leve hanno maggior dimestichezza con le nuove tecnologie e il digitale. Dunque, sì, il tema esiste e lo stiamo affrontando cercando di mantenere aperte le graduatorie della medicina di base e cercando di favorire lo snellimento delle procedure per il reclutamento, che spettano alle singole Asl”
Un pensiero e una valutazione sull’ospedale dei Castelli Romani e sulla futura realizzazione dell’ospedale Tiburtino.
“L’ospedale dei Castelli procede molto bene, devo dire. Pochi all’epoca pensavano che saremmo stati in grado di aprirlo ma in realtà è stato fatto ed ha acquisito via via un sempre maggior apprezzamento da parte degli utenti ed oggi detiene una aspettativa di rafforzamento, sopratutto sulla rete cardiologica e sull’emodinamica. Voglio, poi, aggiungere che risulta un ospedale molto apprezzato anche per la qualità della assistenza e, in particolare modo, per tutta la parte che riguarda la donna e il bambino, con tutta la struttura del parto e neonatale molto avanzata. Insomma l’ospedale dei Castelli è un presidio assolutamente importante per quella porzione del territorio. Anche per quanto riguarda l’ospedale Tiburtino, sarà un presidio assolutamente rilevante, lo abbiamo interamente finanziato e nascerà in un quadrante strategico come quello est, assai popoloso e che copre parte della Capitale e comuni importanti come Tivoli e Guidonia: sarà un ospedale dalla concezione metropolitana, vicino a grandi ed importanti arterie di comunicazione”.
Dopo l’attacco hacker alla Regione Lazio, ci segnalano che il Cup per le prenotazioni sanitarie non ha recuperato una completa operatività.
“Noi abbiamo subito un attacco notevole, pertanto può accadere che se ne riscontrino alcuni postumi ancora adesso. Stiamo facendo il possibile per evitare disservizi e per evitare disagi all’utenza. Non posso escludere che ci sia ancora qualche problema ma sono convinto che saranno risolti nei prossimi giorni”.
E chi ha fatto il Johnson & Johnson?
La Commissione tecnico scientifica dell’Aifa ritiene prioritario vaccinare prima possibile oltre agli over 60 anche tutti quelli che hanno fatto la monodose del vaccino Johnson & Johnson. È certo che queste persone (sono circa un milione e 600mila in Italia) saranno sottoposte subito ad una nuova dose, ma con vaccino mRna, quindi Pfizer o Moderna: la vaccinazione eterologa (cioè con dosi diverse di vaccino) ha mostrato di essere addirittura migliore. La nuova vaccinazione va fatta dopo 180 giorni, poiché la monodose J&J risale al periodo tra aprile e giugno del 2021, coi richiami ormai ci siamo. Appena arriverà il via libera ufficiale ci si potrà prenotare con le modalità già conosciute (sito internet o numero verde) o anche in farmacia.