Dal Green Pass al super Green Pass. Dal 15 ottobre non si potrà entrare nel posto di lavoro senza la certificazione verde. Lo ha stabilito il governo che nel Consiglio dei Ministri del 16 settembre ha approvato il decreto legge, estendendo l’obbligo del pass a 23 milioni di lavoratori pubblici, privati ed autonomi. L’obiettivo è accelerare il raggiungimento della platea dell’80% di italiani vaccinabili entro ottobre e comunque prima che la stagione fredda e l’eventuale diffusione di nuove varianti del Covid costringano ancora alle chiusure. Ed infatti “è un decreto per continuare ad aprire il Paese” ha detto il premier Mario Draghi, dopo l’approvazione del provvedimento.
DOVE SARÀ OBBLIGATORIA LA CERTIFICAZIONE VERDE
Il Green Pass sarà obbligatorio nelle fabbriche, negli uffici della pubblica amministrazione e dei privati, negli studi professionali, ma non solo. L’idraulico o l’elettricista che eseguono interventi in casa, colf, badanti e chiunque abbia partita Iva. Obbligo anche negli uffici giudiziari per magistrati, contabili, militari, testimoni del processo e avvocati dello Stato, ma non per i legali difensori che potranno accedere in tribunale anche senza pass. Sono esclusi i lavoratori degli organi costituzionali, il Quirinale, le Camere, la Corte Costituzionale perché godono di autodichìa (la facoltà di decidere per sé su tutto), una forma di autogoverno interno. Ricordiamo che allo stato attuale, il Green Pass ha una validità di 12 mesi.
LE REGOLE SUL POSTO DI LAVORO
E cosa accadrà a chi, nonostante tutto, non intenda vaccinarsi? Non potrà accedere al luogo di lavoro a meno che non sia guarito dal Covid entro sei mesi o non faccia un tampone ogni 48 o 72 ore in base alle scelta dell’antigenico o molecolare. E chi intende fare il furbetto incorre in un duplice rischio. Senza il green pass la sospensione dal lavoro è immediata, quindi anche della retribuzione, già dal primo giorno, dal quinto giorno nelle aziende con meno di 15 dipendenti. E si potrà rientrare al lavoro solo con la certificazione. Poi la multa in denaro. I lavoratori da 600 a 1500 euro ed al datore di lavoro inadempiente da 400 a 1000 euro, quindi mettersi in regola conviene a tutti. Il decreto, infatti, ha stabilito che spetta ai datori di lavoro pubblici e privati la verifica del rispetto degli obblighi di green pass per l’ingresso al lavoro ed entro il 15 ottobre dovranno definire le modalità operative per l’organizzazione delle verifiche. Da sottolineare, però, che il Governo pur estendendo l’obbligo a tutti non permetterà che i dipendenti siano licenziati per non aver presentato il Green Pass.
Attenzione ai furbetti del pass, cioè coloro che acquistano o producono un certificato falso o che usano la certificazione di un’altra persona. I falsari commettono il reato di falsità materiale e sono punibili con la reclusione da sei mesi a tre anni, mentre chi usa un pass falso commette il reato di uso di atto falso. Infine chi usa il pass di un altro, commette il reato di sostituzione di persona, punito con la reclusione fino a un anno.
Gli esclusi dal Green Pass: le categorie protette
Restano però in vigore alcune eccezioni che escludono l’obbligo del pass. In primis i bambini minori di 12 anni, perché l’Agenzia del farmaco non ha ancora autorizzato l’uso di vaccini anti Covid per questa fascia d’età. Chi ha avuto una grave reazione allergica dopo una dose di vaccino o a qualsiasi componente del vaccino, anche se potrebbe considerare la possibilità di utilizzare un vaccino diverso, previa consulenza allergologica. Le donne in gravidanza sono escluse, anche se non ci sono controindicazioni alla vaccinazione, chiedendo al medico un certificato di esenzione temporanea, che però non viene rilasciato se in fase di allattamento. Tra gli esclusi anche le persone che si sono vaccinate ma che hanno avuto una manifestazione della sindrome di Guillain-Barrè nelle sei settimane successive dalla somministrazione. Infine sono esclusi dal Green Pass coloro che hanno avuto casi di miocardite o pericardite dopo la vaccinazione con Pfizer o con Moderna. Capitolo tampone.
Sarà gratuito solo per le persone fragili, ma per non penalizzare chi non vorrà farlo, il decreto introduce i tamponi a prezzo calmierato nelle farmacie che hanno aderito al protocollo d’intesa. 15 euro per tutti e 8 euro per i minorenni fino al 31 dicembre di quest’anno.