I cinema si preparano a far tornare i film sul grande schermo. Il lockdown ha costretto alla chiusura oltre 4000 cinema, sospendendo il lavoro di circa 6 mila addetti. Il governo ha deciso che dal 15 giugno le sale potranno riaprire, ma per incentivare il ritorno del pubblico, ANEC insieme ad ANICA e altri partner, ha lanciato il progetto Moviement Village, cinema all’aperto in tutta sicurezza. Con Giorgio Ferrero, Vicepresidente di ANEC Lazio, abbiamo parlato della complessa situazione per i cinema tradizionali.
Secondo il presidente di Anec, Mario Lorini, le misure imposte dal governo sono “irricevibili”. Per i costi di adeguamento o perché ci sono troppe limitazioni di accesso?
«Con queste misure trasformiamo i cinema in luoghi di paura. E non deve succedere. È irricevibile il protocollo perché non è stato studiato per i cinema, che stanno perdendo molto e da mesi, quindi deve essere rivisto. E sul lato economico, al momento nonostante il fondo assegnato alla cultura, non abbiamo ancora ricevuto l’assegnazione di alcun contributo dallo stato».
In cosa sono irricevibili?
«Sono 16 punti ed ognuno non è stato ben studiato. Faccio un esempio. Il nucleo familiare può stare insieme al ristorante, ma non al cinema. Prima del lockdown, quando già c’erano misure restrittive, una coppia andò via perché eravamo costretti a separarli. Il cinema è un luogo di aggregazione sociale deve essere riaperto in sicurezza, ma non può essere un luogo di paura».
Pensa che verranno gli spettatori?
«La prima cosa importante è che noi non siamo gli unici a decidere i film. I distributori, nostri partner, hanno bisogno di tempo per poter reinserire il prodotto e fare i lanci pubblicitari. Se i cinema riaprono, lo fanno con film “vecchi”, come è possibile farlo con prodotti usciti nei mesi scorsi. Un mercato vero ricomincerà, spero, a fine luglio o agosto, il tempo necessario per rilanciare i film».
Questi tre mesi di chiusura hanno piegato molti esercenti, riapriranno tutti?
«Credo che in un primo momento riapriranno solo i grandi gruppi situati nell’hinterland e nei centri commerciali, forse qualche monosala che fa un cinema di qualità e ha un pubblico di quartiere. Credo che il 90% dei cinema non riaprirà».
L’estate romana al cinema si dividerà tra le arene all’aperto di Moviement Village e la programmazione gratuita del Cinema America. Anec è contraria al cinema gratis?
«Queste arene hanno preso finanziamenti pubblici da tempo, quindi devono essere realizzate, ed è innegabile che in certi quartieri abbiano funzionato da aggregatore sociale, ma credo che il cinema gratuito in città sia sbagliato».
Perché è contrario?
«In questo momento non voglio alimentare nessuna polemica, perché l’importante ora è lavorare per ripartire al meglio».
E in autunno, stagione fondamentale per il cinema, sarete pronti?
«Dobbiamo lavorare tanto, ma i titoli importanti ci sono, basti citare due film italiani, quello di Carlo Verdone e il nuovo film di Massimiliano Bruno. Credo che lavorando insieme si potrà avere un buon mercato».
Paolo Travisi