Ing. Ricciardi, ci eravamo sentiti prima della tornata elettorale, avete un’interlocuzione diretta con il nuovo sindaco e si è mostrato interessato alla questione dell’Acquario?
“C’è un’interlocuzione molto attiva con il Comune di Roma, in particolare con gli assessori alle attività produttive del Comune e del Municipio IX, e d’altronde non potrebbe essere altrimenti visto che stiamo parlando di un’opera di “interesse pubblico” approvata da tutti, anche se realizzata da privati, che potrebbe risultare decisiva non solo per la capitale ma per tutta la Regione e in qualche modo anche per il Paese. Abbiamo bisogno di “Grandi Opere ambiziose” ha detto il sindaco ma noi pensiamo che siano però già avviate per sfruttare oggi al meglio le risorse che il PNRR ci mette a disposizione, l’Acquario di Roma è un’occasione unica che Roma non può permettersi di perdere, visto che migliorerà il PIL di Roma, il turismo, la crescita culturale e didattica dei giovani, la promozione della ricerca tecnologica e l’occupazione giovanile”.
C’è reale possibilità che l’Acquario rientri nei progetti del PNRR?
“Un’opera con valenza internazionale come l’Acquario ha tutte le carte in regola per rientrare nei progetti finanziabili con i fondi europei del Recovery: parliamo prima di tutto di 350 posti di lavoro in più senza contare tutti quelli dell’indotto, che andrebbero a risollevare una zona di Roma che forse, insieme ai quartieri turistici, è stata una di quelle più colpite dall’epidemia. E poi vorrei sottolineare l’importanza dell’Acquario come centro di divulgazione scientifica, non parliamo infatti di un semplice parco divertimenti, ma educativo e di ricerca tecnologica, naturalmente sarà anche quello. È un museo naturale che sarà gestita dalla Merlin, società leader a livello mondiale nel settore, ma poi, nell’altra metà della struttura ci sarà spazio per il Cnr, per tutte le Università di Roma, gli acquari nazionali, per l’Enea, la Marina Militare, la Guardia Costiera, la Lega Navale, Mare Vivo, il Pontificio Consiglio della Cultura, l’Antor Dohrn e per una serie di enti di eccellenza che si occuperanno del Mar Mediterraneo a 360 gradi. Pensiamo solo al valore che potrebbe avere un centro simile per le scolaresche visto che in questo periodo parliamo tanto di didattica alternativa e di nuovi modi per trasmettere il sapere, naturalmente tutto in piena sicurezza e seguendo tutti i meccanismi di ultima generazione che sono in grado di garantire e far conoscere la ricerca sanitaria”.
Lei ha parlato in una recente intervista di probabile apertura dell’Acquario per il Natale 2022, quali sono i nodi da sciogliere?
“Ad oggi siamo davvero ad una passo dalla conclusione degli arredi e gli allestimenti, che purtroppo sono necessari anche perché la struttura sia adeguata al post Covid. Un primo passo, per tutti, è stata sicuramente la omologazione del Piano Concordatario cui è seguito poi un Piano Economico Finanziario che ha ricevuto diversi pareri favorevoli, tra cui quello del professor Giuseppe Ciccarone, ordinario di Politica economica e prorettore vicario della Sapienza, dal Prof. Guercio e dall’Ing. Danile, partendo dal piano validato da BNL allegato al contratto con EUR SpA. Ora, in base a questo Piano, per rendere appetibile e remunerativo un investimento oggi sulla struttura e per fare in modo che tutti coloro che hanno investito su questo grande progetto possano rientrare, l’Eur ha comunicato di voler adeguare il PEF di Mare Nostrum, come previsto dalla Legge, adeguando la Convenzione con cui 20 anni fa ci concedeva parte del fondo del Laghetto Artificiale”.
Di quanti anni parliamo?
“Secondo il nuovo Piano Economico e Finanziario la Convenzione dovrebbe essere rinnovata per altri 90 anni e d’altronde non si capirebbe perché un’area adibita ad Acquario debba essere concessa per solo 25 anni mentre quella adibita al Parcheggio, che è già stato realizzato in questi anni, sotto al Laghetto siano stati concessi 99 anni. Oggi il dialogo è aperto davvero con tutti e siamo fiduciosi che entro breve si riuscirà a raggiungere un accordo”.
Il prossimo Natale potrebbe davvero essere la data di apertura dell’Acquario…
“Sì, il fondo di Investimenti Zetland Capital ha già espresso la volontà di procedere con l’acquisizione delle quote della Mare Nostrum, la società che attualmente ha il diritto reale di quel che fino ad oggi è stato fatto sotto il Laghetto. Vi posso assicurare che già ci sono le vasche con le scenografie, manca davvero solo l’acqua con i pesci veri e poi i pesci robot. Poi sono pronti anche i vari settori che ospiteranno sale didattiche e tutti i servizi necessari, auditorium 3D, realtà virtuale aumentata ed interattiva. Serve un ultimo sforzo per finire gli arredi dell’area scientifica ed aprire al pubblico. Per questo credo sia sia necessario che tutti facciano la loro parte, comprese le istituzioni pubbliche. Roma lo merita, noi lo continuiamo a sperare con tutto il cuore”.