Partiamo dal tema del momento: il Coronavirus. Un virus che contagia corpi, ma anche mente e attività produttive. Quanto ha inciso e sta incidendo la psicosi sul commercio romano e più in generale laziale?
“Ci troviamo di fronte ad un’emergenza, evidenziata dall’ultimo decreto del Governo dello scorso 11 marzo. Ma è di fronte alle difficoltà che si vede la forza di un Paese. L’Italia, i territori e anche la politica, ora più che mai devono essere uniti. Purtroppo oltre ad una difficoltà di tipo sanitario, dovuta all’aggressività del virus, l’altro aspetto preoccupante è proprio la tenuta economica delle attività produttive: i settori del turismo, del commercio, dell’artigianato, della cultura e il loro indotto stanno affrontando una durissima crisi e attendono un periodo nero. Saranno necessarie misure nazionali e locali di aiuto e supporto alle realtà economiche, iniziando dal dilazionamento dei pagamenti e dei tributi, anche per i professionisti e le realtà del sociale. Attendiamo gli interventi nazionali, ma anche la Regione, continuando il lavoro strutturale che in questi anni abbiamo messo in campo, farà la sua parte”.
Lei è vicepresidente della Commissione ‘Cultura, spettacolo, sport e turismo’: come avete intenzione di sostenere questi settori tra i più colpiti dal coronavirus? Avete contatti in tal senso con il Governo nazionale e/o con la Giunta Raggi per unire gli sforzi?
“Dobbiamo proseguire nel lavoro legislativo, di riforma e aggiornamento alle nuove esigenze di questi settori. Penso al turismo, che oltre alla crisi del coronavirus che lo attanaglia, deve fronteggiare la pressione dell’overtourism e la concorrenza sleale di strutture abusive o non regolamentate. Poi, ampliare e rafforzare le misure di sostegno al settore: solo alcuni esempio di progetti a cui in questi anni ho lavorato sono il fondo dedicato alle librerie indipendenti inserito nella legge di bilancio, oltre ai bandi di 3 milioni di euro per cinema, teatri e librerie, e il fondo per la street art. E dobbiamo continuare e lavorare sulla riduzione dell’IRAP, l’imposta regionale sulle attività produttive, che per il 2020 ha permesso a librerie, teatri e cinema, ma anche biblioteche, archivi e musei di avere meno tasse. Su questo tema la Regione proseguirà il suo lavoro per aiutare ulteriormente le attività produttive legate a questo settore: i prossimi provvedimenti saranno il piano triennale del turismo e la legge quadro sul cinema. Poi ci attendono la legge sul turismo, quella sullo sport e altri progetti di cui volentieri vi parlerò a breve”.
Guardiamo un attimo a Roma. Lei è stata assessore alle Attività Produttive all’epoca dell’ex sindaco Marino. Che città ha lasciato e che città rivede oggi? Può darmi anche un giudizio sull’operato Raggi e sull’assessore Cafarotti?
“Esprimo un giudizio su questi anni, osservando l’operato dell’amministrazione comunale e credo che i risultati siano sotto gli occhi di tutti: una città ferma, con pochi progetti, con imprese e uffici che non si sentono coinvolti. Tra l’altro ho visto con estremo dispiacere che si sono fermati alcuni progetti che avevamo portato avanti, allora votati anche dall’attuale sindaca, che si sono arrestati. Un esempio su tutti è il piano dei cartelloni pubblicitari: nel 2017 l’amministrazione ha presentato come grande conquista la ratifica di piani che avevamo approvato in via preliminare a ottobre del 2015 e pronti da tempo. Non a caso diverse associazioni si sono mobilitate, per chiedere un cambio di passo e cancellare la cartellopoli a Roma. Come se non bastasse, la sindaca continua a magnificare la rimozione di pochi cartelloni pubblicitari abusivi, senza alcuno sforzo per portare avanti l’attuazione del piano di cui ha tentato di appropriarsi. Ho apprezzato che si sia portato avanti il Tavolo del decoro, anche se con troppi litigi con il Municipio I e poca disponibilità da parte comunale a trovare soluzioni. Ho invece avuto modo di collaborare sulla legge regionale sul commercio. Ma credo che sia necessario per Roma un piano lungimirante, fatto da uomini e donne capaci e che siano in grado di prendersi le responsabilità, che sia anche una sollecitazione per le imprese a fare di più, perché tra le tante cose che sono mancate, la cosa più grave è che la politica romana, in particolare in questi ultimi 4 anni, sfugge dalle proprie responsabilità”.
Lei è membro della commissione partecipazioni regionali: quale è la programmazione regionale in questo senso?
“La Regione ha in questi anni di governo Zingaretti approvato provvedimenti importanti per razionalizzare e rendere più efficienti le sue partecipazioni. Nella Commissione prima abbiamo approvato lo scorso anno un importante provvedimento di riordino, trasformazione e razionalizzazione delle IPAB, che saranno più focalizzate sui servizi alle persone fragili. Alcuni importanti progetti che mi piace citare sono la gestione di importanti spazi sequestrati alla criminalità, come la palestra di Ostia, il centro NO slot, strutture di assistenza per donne vittime di violenza. Un esempio di come le riforme possano migliorare i servizi”.
Capitolo rifiuti: lo scaricabarile tra Raggi e Zingaretti non sta facendo bene. Secondo lei il commissariamento è evitabile? Per parte Zingaretti, non le paiono davvero troppi sette anni per l’approvazione in giunta di un Piano Rifiuti che ancora deve approdare in aula?
“Anche su questo punto, evitando il più possibile di entrare in polemica, bisogna fare chiarezza una volta per tutte. La materia ambientale è normata da una legge nazionale, il decreto legislativo 152 del 2006, gli articoli 195-196-197-198 sono chiari e danno competenza a Stato, Regioni, Comuni e Città Metropolitane. I Comuni devono chiudere il ciclo dei rifiuti e occuparsi della raccolta, le Regioni hanno competenza di verificare e autorizzare gli impianti, dopo aver recepito le aree comunicate dalla ex Province, ora città Metropolitane. Il Piano dei Rifiuti del Lazio è del 2012, aveva valenza 6 anni ed è scaduto nel 2018. Se c’è un ritardo questo è imputabile alla lentezza nella comunicazione delle aree da parte della Città Metropolitana, che dopo il tavolo ministeriale convocate dal ministro, sono state comunicate a fine 2018. A gennaio 2019, subito dopo la comunicazione, la Giunta regionale ha approvato le linee guida. Nei tempi che prescrive la legge, tali linee guida sono stati alla valutazione da parte degli uffici. Oggi, in questo momento, il piano per essere approvato dal consiglio regionale è nella commissione competente che sta svolgendo le audizioni anche e soprattutto dei comitati che in questi anni si occupati del tema dei rifiuti”.
Sono esattamente due anni di amministrazione Zingaretti: di cosa va particolarmente orgogliosa tra le azioni amministrative fatte?
“Per quanto mi riguarda posso ricordare la legge sui beni comuni che consentirà alle associazioni e ai comitati di tutti i comuni del Lazio che si vogliono occupare degli spazi pubblici di avere una dignità nel prestare il proprio servizio, ma soprattutto di avere maggiori garanzie con accordi chiari con le amministrazioni, aiuti economici e sgravi fiscali. Il nuovo Testo Unico del Commercio, che dopo 20 anni riscrive le regole di un settore che in questi anni è cambiato moltissimo e mira a garantire un contesto più adeguato per lo sviluppo delle piccole e medie imprese, migliorando la quotidianità dei nostri commercianti: dalla formazione all’innovazione, dal recupero delle eccedenze alimentati alla vivibilità delle aree interessate dalla movida, dal rispetto dei contratti di lavoro e della parità di trattamento di uomini e donne alla modernizzazione delle edicole, dalle reti d’impresa all’innovazione dei mercati fino alla valorizzazione della qualità di bar e ristoranti con oltre 12 milioni di euro stanziati per il biennio 2020-2021. Infine la legge sulla disostruzione e tecniche salvavita e l’approvazione delle linee guida per la rimozione delle barriere architettoniche”.
Consigliera Leonori, come sta la maggioranza Zingaretti? Relativa ma non assoluta, un sistema ribattezzato “Anatra Zoppa”. Avrebbe mai pensato che la produzione legislativa fosse cosi concreta?
“All’inizio non nego che credevo ci potessero essere grandi difficoltà, l’antidoto è stato quello di concentrarsi sul merito dei temi discussi. Sembra una frase scontata, ma così non è. Le testimonianze sono i tanti provvedimenti che abbiamo approvato, anche con il voto delle opposizioni, e il lavoro che in due anni è stato prodotto. Penso al Testo unico del commercio, su cui abbiamo a lungo lavorato insieme e che è uscito dall’aula con un testo migliorato e condiviso, ma anche alle due leggi che ho proposto su amministrazione condivisa dei beni comuni e sulle tecniche salvavita, che sono state votate la prima con il M5S e la seconda all’unanimità”.