In ossequio alla mozione regionale, prima di portare avanti il cantiere, la Giunta Raggi dovrà ora coordinarsi non solo con la Giunta regionale, ma anche e soprattutto con le comunità locali, ossia coi comuni confinanti di Albano, Castel Gandolfo, Nemi e forse anche Pomezia, che potrebbero a breve risentire dell’avvio del nuovo quartierone romano. In particolare, la Giunta regionale ed i comuni confinanti potranno “verificare la regolarità e conformità del Print (ossia della lottizzazione, ndr) alle norme urbanistiche in vigore, ed avviare una analisi partecipata del progetto – al fine di garantire la vivibilità dei luoghi e sostenibilità dell’insediamento abitativo”. Ma anche pretendere di “coordinarsi con il comune di Roma affinché siano rispettati i termini del Piano Regolatore Comunale di Roma, del Piano Territoriale Paesistico Regionale (o PTPR), appena votato dal Consiglio regionale, e al quadro normativo nazionale, anche la fine di evitare esposizione a profili risarcitori degli Enti competenti e attori delle procedure”.
“L’Aula del Consiglio – commenta Marco Cacciatore, Presidente della Commissione Urbanistica del Lazio nonché promotore della mozione – ha approvato una Mozione a mia firma sul Programma Integrato (PRINT) previsto per l’area di Santa Palomba, nel Municipio IX di Roma Capitale. Un insediamento che a mio giudizio insostenibile e disarticolato, potenzialmente viziato nelle forme come suggeriscono rappresentanti delle comunità locali. L’area è estremamente periferica e priva dei più elementari servizi, la procedura non ha coinvolto i Comuni limitrofi, sono state portate avanti prima gli stralci sulle costruzioni che le opere di urbanizzazione, non si è tenuto conto della tutela dei bacini idrici disposta da delibere regionali. Questo progetto era latente da anni, ma con la Giunta Raggi è stato perfezionato a livello amministrativo. È necessario che la Regione intervenga, come al solito, sui rischi a cui la Giunta Capitolina espone il futuro della Città. Ecco perché ho chiesto alla Giunta di coordinarsi con il Comune di Roma a verificare le condizioni del PRINT, per garantire la vivibilità del luogo e la sostenibilità dell’insediamento”.