Scuola in tempi di Covid, divisa tra proteste, dad e presenza. Il Caffè ne ha parlato con Veronica Mammì, assessora alla Scuola di Roma, ed Eleonora Mattia, consigliera regionale Pd e presidente della IX Commissione Lavoro, Formazione, Pari opportunità, istruzione della Regione Lazio.
Assessore Mammi, partiamo da lei: può farci il punto su quanto fatto in tema di norme anti coronavirus per gli istituti di competenza comunale, nidi e materne?
“Abbiamo creato una task force di esperti interni ed esterni all’Amministrazione per permettere ai bambini lo svolgimento dell’attività educativa e didattica in piena sicurezza. La riorganizzazione si è incentrata sulla nuova divisione degli spazi nel rispetto delle normative e sul necessario reperimento di ulteriore personale che ha permesso a Roma Capitale di stabilizzare circa 3000 tra educatori e insegnanti. In ogni struttura è stato predisposto un triage di accoglienza, con misurazione della temperatura per bambini, genitori accompagnatori e personale, entrate ed uscite distinte laddove possibile e scaglionate. Per quanto riguarda la stabilità dei gruppi Roma Capitale per contingentare il personale presente nelle strutture per le sostituzioni ha previsto fin dal primo giorno un organico sempre presente a tale scopo. Si tratta di un importante investimento a tutela di tutti.
Nei nidi le sezioni sono state suddivise in gruppi più piccoli, le cosiddette “bolle” in cui l’interazione è sempre tra gli stessi bambini e le stesse educatrici.
Questo ci ha permesso, nei casi di sospetto contagio e nei casi di positività confermata, di isolare la singola bolla, evitando che il contagio si diffondesse e senza dover chiudere l’intera scuola. Stesso discorso anche per le scuole dell’infanzia che seppur continuando a frequentare come sezione intera, non hanno contatti con le altre sezioni e hanno gli stessi insegnanti di riferimento”.
Mi pare che Roma Capitale sul tema abbia stanziato quasi 20 milioni di euro. Come sono stati investiti?
“I 20 milioni di euro si riferiscono al solo periodo tra settembre e dicembre del 2020. Se valutiamo l’investimento totale di Roma Capitale per tutto l’anno scolastico e non solo in riferimento alle deleghe di mia competenza, per permettere la frequenza in sicurezza delle nostre scuole e per la riorganizzazione dei servizi correlati quali ristorazione e trasporto scolastici, sono stati investiti circa 100 milioni di euro, sia per la ridefinizione degli spazi che per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale per il personale (i bambini sotto i sei anni non hanno l’obbligo di mascherine, ndr), nonché per le assunzioni a termine dell’organico necessario”.
Che tipo di sinergia e collaborazione ci sono state in questi mesi (e ci saranno) con i Municipi di Roma Capitale?
“La collaborazione è stata costante fin da prima che fossero emanate le normative nazionali e regionali per la ripresa dei servizi educativi e scolastici. È stata creata una cabina di regia centrale con tutti i dipartimenti e i municipi per la riapertura delle scuole visto che gli aspetti erano molteplici (personale, manutenzione, organizzazione, ecc). Tali attività sono tutt’ora costantemente coordinate e monitorate. L’interlocuzione è costante”.
Consigliera Mattia, passiamo a lei. Presidi e studenti critici contro le norme scolastiche in tempi di Covid. A Roma e nel Lazio che clima avete registrato?
“Non si può negare che ci siano stati momenti di tensione, soprattutto nella prima settimana del rientro, ma devo riconoscere che il clima generale è di grande collaborazione e serietà. Anche ragazzi e genitori che hanno manifestato fuori gli Istituti, nelle scorse settimane, lo hanno fatto sempre in maniera pacifica e portando avanti istanze ragionevoli che sono sempre state accolte nelle opportune sedi. Abbiamo fatto appello al senso di responsabilità di ciascun attore coinvolto nella comunità scolastica, nessuno può sentirsi esonerato dal grande onere e onore di continuare a rendere la scuola un luogo sicuro e per garantire il diritto allo studio e al contempo la tutela della salute è necessaria la collaborazione di tutti e tutte. Nel Lazio questo non è mancato – anche grazie al grande lavoro della Giunta Zingaretti – con un instancabile lavoro corale per trovare soluzioni condivise alle varie criticità emerse, ma che si configurano sempre come esigenze specifiche e non macro-problemi. La condivisione è fondamentale per intercettare le istanze e trovare soluzioni efficaci nel più breve tempo possibile”.
Che posizione ha sulle scelte della ministra Azzolina su dad e presenza?
“Bisogna essere chiari: le istituzioni si trovano a gestire una situazione che rimane emergenziale e questo significa che spesso, differentemente da ciò che si immagina, si prendono decisioni importanti senza poter avere la certezza del loro impatto effettivo. Credo che il Governo abbia fatto il massimo per garantire il rientro scolastico in sicurezza e non possiamo dimenticare che, nelle zone gialle, i bambini dai 3 mesi ai 13 anni sono andati a scuola regolarmente e dal 18 gennaio, almeno nel Lazio, anche i ragazzi delle superiori sono tornati in aula, seppur con il sistema della turnazione. Certamente è stato necessario temperare il diritto a recuperare le relazioni offline con quello della tutela della salute pubblica. Ma la scuola è stata tra le priorità delle istituzioni e l’augurio è che nel futuro prossimo, con il Recovery fund, si prendano scelte coraggiose sulle politiche giovanili per investire, davvero, sul futuro delle nuove generazioni”.