«Vogliamo uscire dai ghetti che le passate Amministrazioni hanno costruito e mantenuto – si legge nella lettera aperta presentata oggi – vogliamo sentirci parte di questa città, offrire il nostro contributo per la sua crescita e sviluppo. Roma è la nostra città. Una città che amiamo e nella quale vogliamo continuare a vivere e costruire il futuro nostro e dei nostri figli. Ma da soli non possiamo farlo e per questo domandiamo un segno di disponibilità e di apertura da parte della città e delle autorità chiamate a governarla». Al termine della manifestazione, una delegazione dei partecipanti è stata ricevuta in Campidoglio dalla segreteria del presidente dell’Assemblea capitolina, Marcello De Vito.
Secondo Associazione 21 luglio quello di oggi rappresenta un “segnale straordinario, un passaggio di discontinuità rispetto al passato”. «Il fallimento del Piano rom – ha commentato Carlo Stasolla, presidente dell’associazione – è certificato dalle stesse persone che avrebbero dovuto beneficiarne. Sono loro stessi a chiedere quanto da tempo sosteniamo anche noi: la fine di “politiche speciali”, fatte di bandi costosi e azioni senza senso e un’inclusione rafforzata da strumenti ordinari, quelli a portata di ogni cittadino e che l’attuale Amministrazione non sembra in grado di far funzionare adeguatamente. Siamo al fianco di queste famiglie e con loro condurremmo un’azione che è anzitutto una battaglia di civiltà a vantaggio di tutti».