Le spiagge libere devono riaprire. Lo hanno detto in coro gli esponenti delle associazioni dei balneari del Lazio audite nelle commissioni Sviluppo economico e Turismo della Pisana. «È assurdo pensare di non aprire le spiagge libere», ha detto Edoardo Moscara del Sib Lazio, seguito a ruota da Gianfilippo di Russo della Cna di Latina: «È impensabile non aprire le spiagge libere, anche per una giustizia sociale». Certo «è difficile che lo stabilimento balneare possa operare su una spiaggia libera, il problema di ordine pubblico e sociale sarebbe incontrollabile», ha aggiunto Russo mettendo a fuoco il problema legato al controllo del distanziamento sociale.
«È una questione di civiltà lasciarle aperte – ha detto Maurizio Criscuolo di Cn Balneari Lazio – Si legge di dare la gestione agli stabilimenti balneari, i quali, è vero che si devono preoccupare degli spazi di venti metri a destra e sinistra dei propri titoli concessori, dove fanno pulizia e sorveglianza, ma non possono fare ordine pubblico nelle spiagge libere. Immaginate quanto sarà difficile gestire ombrelloni e distanziamento sociale nella nostra concessione e immaginate quanto sarà impossibile dire a Tizio o Caio “tu entri e tu no”, anche perché spesso l’interlocuzione avviene con persone con cui è difficile interloquire».
Andrea De Fonte del Comitato Balneari di Ostia ha sottolineato che «l’apertura spiagge libere è fondamentale. Certo, sarà più complicato fare rispettare le misure di sicurezza, però non si puo’ pensare a una riapertura del mare senza una riapertura spiagge libere. Una volta capite le misure di sicurezza, siamo disponibili al confronto per dare il nostro apporto».