“Un atto giusto e apprezzabile”. Però c’è un “ma”. “Bisogna pensare anche ai piani di massima occupabilità”. E’ questa infatti la proposta dei ristoratori del centro storico, nelle parole rilasciate al Caffè di Roma da Roberta Pepi, vicepresidente dell’associazione RomaPiùBella e a sua volta ristoratrice.
Il Campidoglio cancella la riscossione del canone di occupazione di suolo pubblico per tutto il 2020. Una decisione utile o di facciata? “La decisione della sindaca Raggi è un atto giusto e apprezzabile, non è solo un contentino a una categoria come alcuni vogliono lasciar intendere, anzi. È aver chiaro che bisogna mettere in campo qualsiasi mezzo per ripartire. Di contro, però, questa tassa sottolinea una disuguaglianza già preesistente e oggi rimarcata, creando un divario enorme tra chi ha ancora l’occupazione del suolo pubblico legiferata e chi, invece, si è visto togliere il suo permesso dopo anni di attività. Quando, come è noto, si è trattato di errori nella stragrande maggioranza dei casi. Queste persone sono in attesa che le loro richieste di revisione vengano analizzate.
Quindi qual è la soluzione? “L’assessore Cafarotti avrebbe dovuto avviare l’ufficio di scopo a partire da febbraio, ad oggi invece tutti gli uffici sono fermi. La soluzione che proponiamo è semplice: così come sono stati tanto lungimiranti da togliere la tassa sul suolo pubblico per tutto il 2020, al tempo stesso devono congelare i pmo e rimettere in piedi l’occupazione di suolo pubblico, sempre rispettando la viabilità e là dove non disturbano il traffico. Parallelamente al congelamento della tassa sull’occupazione bisogna mettere in piedi l’ufficio di scopo, accompagnandolo con un piano del decoro della città e un catalogo degli arredi. Noi ristoratori siamo tutti fermi, ma i tecnici possono lavorare per fare in modo che un domani ripartiremo alla grande. A dicembre si dice che i pmo devono tornare al Comune, a patto che si faccia l’ufficio di scopo. Da allora non è stato fatto nulla, abbiamo letto sui giornali gli scontri tra la minisindaca Alfonsi e Cafarotti, ma ora il Comune non ha più alibi”.
Meno burocrazia per ripartire? “La burocrazia sicuramente è alla base di un altro nostro problema fondamentale: alcune occupazioni di suolo pubblico hanno l’iter semestrale ma non vengono rinnovate di default, ogni volta bisogna ripresentare il progetto e la richiesta. Ora quasi tutti i municipi sono fermi e non stanno analizzando le richieste, mentre dovrebbe esserci attenzione al commercio. Le nostre aziende sono quasi tutte piccole e micro imprese. Chi li tutela? L’assessore Cafarotti ci deve dare risposte ma non arrivano, è inaccettabile. Non si può nascondere la testa sotto la sabbia”.
Oltre al livello municipale e comunale, quali azioni vi aspettate dal governo? “Sicuramente un intervento di ampio respiro. I ristoratori sono un’azienda che fa carico a sé stessa, spesso sono Sars. Nel decreto Cura Italia non hanno previsto di bloccare i mutui personali per chi ha un’impresa Sars. Forse una dimenticanza dovuta alla fretta. Dicono che lo inseriranno, attendiamo. Ma intanto le bollette non si fermano, va tutto avanti, e per noi è una tragedia”.
La ristorazione del centro storico paga più di altre aree di Roma questa crisi sanitaria? “Sicuramente il centro storico paga di più le conseguenze dell’epidemia perché il fermo voli blocca il turismo. Se Shengen è di fatto chiusa e dal 17 marzo non ci sono viaggi, come faremo a ripartire? Le persone non vorranno tornare al ristorante. Si sono rieducate a fare la spesa a lungo termine, hanno ricominciato a cucinare in casa. Tornare al ristorante sarà l’ultimo pensiero. Il distanziamento sociale per noi è una tragedia, noi saremo gli ultimi a riaprire, se ci lasciano anche meno occupazione è un dramma. Purtroppo si crea un divario incolmabile tra chi ha diritto al pmo e chi è ancora in attesa della revisione della sua pratica e noi non ce lo possiamo permettere, quando riapriremo abbiamo la certezza che nessuno vorrà stare al chiuso. La Raggi ha dichiarato la volontà di darci il maggior numero di tavolini possibile, ben venga. Mantenga questa promessa. Se questa è l’intenzione allora, lo ripetiamo, la soluzione è riportare le vecchie concessioni e, nel frattempo, non adagiarsi sugli allori ma mettere in piedi l’ufficio di scopo per analizzare ogni richiesta di revisione e dare, finalmente, una risposta”. Barbara Laurenzi