Il presidente della Corte d’Appello di Roma, Fabio Massimo Gallo, ha rinviato a data da destinarsi tutte le udienze di secondo grado in cui non ci siano imputati detenuti fissate entro la data del prossimo 30 giugno.
Una decisione che ha preso con largo anticipo rispetto alla scadenza del decreto nazionale del Governo Conte bis, che fissa lo stop delle attività giudiziarie a fine maggio e poi permette di modulare una ripartenza graduale sulla base del gardo di diffusione del coronavirus nelle singole province.
La misura varatya dal presidente Gallo riguarda i circondari giudiziari di tutta la Regione che ricadono sotto la sua competenza, ossia quelli di Roma, Velletri, Latina, Viterbo, Cassino, Frosinone, Rieti, Civitavecchia e Tivoli.
Una scelta che ha suscitato le proteste di tutti i presidenti delle Camere penali del Lazio per il rischio che molti procedimenti si prescrivano e per il danno economico che ne può derivare a una categoria già colpita, come le altre, da queste settimane di stop forzato dei processi. A maggior ragione visto e considerato che a partire dalla metà di luglio i Tribunali chiuderanno per la tradizionale pausa estiva e non riapriranno prima di metà settembre.
«Ritenuta necessaria una ripresa della trattazione dei procedimenti penali graduale — scrive il presidente Gallo — e in continuità con la disciplina attualmente applicata, tutte le udienze relative a imputati liberi dal 16 aprile fino al 30 giugno saranno rinviate d’ufficio a data da destinarsi. Ove il presidente della sezione sia in grado di indicare la data del rinvio ne disporrà la comunicazione al consiglio dell’Ordine degli avvocati di Roma, che provvederà alla pubblicazione e dunque alla diffusione nel proprio sito web».
Le perplessità dei penalisti nascono dal fatto che il decreto della presidenza del Consiglio sulla sospensione dei processi non indifferibili è tutt’ora in vigore e lo sarà fino all’11 maggio. E dal fatto che stabilire il 30 giugno equivale di fatto a rimandare tutto a ottobre (il 20 luglio le aule di Tribunale chiuderanno per la pausa estiva). Imputati e parti civili rischiano di vedersi allungare di molto i tempi per avere giustizia se non addirittura doversi rassegnare alla prescrizione, visti anche i ritardi in primo grado. La lettera con toni insolitamente critici porta la firma dei presidenti delle Camere penali: Cesare Placanica (Roma), Roberto Alabiso (Viterbo), Pasquale Improta (Cassino), Enrico Pavia (Frosinone), Morena Fabi (Rieti), Andrea Miroli (Civitavecchia), Domenico Oropallo (Latina), Carmelo Tripodi (Tivoli), Sabrina Lucantoni (Velletri).