Il Caffè di Roma ha intervistato Fabio Refrigeri, presidente della Commissione Bilancio e Programmazione economico-finanziaria della Regione Lazio. Dopo l’annuncio della positività al Covid 19 del Governatore Nicola Zingaretti e la successiva bonifica degli uffici regionali, anche il presidente Refrigeri si è sottoposto al tampone, risultando negativo. Abbiamo approfittato di questo suo momento di pausa forzata per intervistarlo, a maggior ragione visto e considerato che la Commissione che presiede sarà centrale, subito dopo la fine dell’emergenza sanitaria, per accelerare la ripresa economica della nostra Regione. Ripresa che sarà guidata certo dalle attività del Governo nazionale e dagli almeno 7,5 miliardi di euro di investimenti dedicati, come preannunciato dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.
Presidente Refrigeri, è tutto bloccato. Sarà difficile ripartire?
“In questo momento purtroppo bisogna concentrarsi sull’emergenza sanitaria, è inutile prendere delle misure di altro tipo come quelle a sostegno dell’economia, se non usciamo dal contagio non si può ripartire. Una volta che la curva tornerà alla normalità, poi dovremo essere immediatamente pronti”.
È tutto chiuso, sembra di essere in guerra.
“Io voglio essere ottimista, noi siamo abituati a dare il meglio nei momenti più complicati, ho visto degli insegnanti che il giorno dopo la chiusura già avevano organizzato delle chat con gli alunni. Io ho 50 anni e la mia generazione non ha mai visto tutto questo, è davvero un cataclisma e bisognerà dare il meglio di noi, essere tutti responsabili seguendo le indicazioni del personale sanitario”.
Come fare per non lasciar morire tutto, soprattutto le piccole e medie imprese?
“La Pubblica Amministrazione deve essere pronta ad intervenire, ma ripeto, dobbiamo chiudere prima l’emergenza sanitaria e poi dobbiamo essere duttili, rapidi e semplici per mettere in campo norme e aiuti immediatamente fruibili. È chiaro che il nostro pensiero è andato subito al turismo perché è una bella fetta dell’indotto di Roma e del Lazio, ne abbiamo già parlato in Consiglio. In questo momento, come Regione Lazio, siamo in attesa delle leggi e degli aiuti economici che sta predisponendo il Governo e che, a cascata, riguarderanno anche la nostra Regione”.
Da dove ripartiamo?
“Prima di tutto dalla sanità, il tanto vituperato Sistema sanitario nazionale sta reagendo con forza, è un orgoglio che anche la sanità laziale, a lungo commissariata, stia rispondendo con prontezza a questa emergenza. Questa è una base, un elemento di fiducia da cui noi tutti possiamo ripartire”.
Facendo un salto indietro, anche se chiaramente ci sarà bisogno di altre misure, nel collegato al Bilancio cosa c’era di importante che può essere ancora attuale?
“È chiaro che le misure adottate con il collegato, approvato qualche settimana fa, non prevedevano una simile emergenza, ma ritengo possano fungere da base per velocizzare alcuni processi a favore delle imprese. Ci sono misure interessanti, ad esempio la delega per le autorizzazioni paesaggistiche, che dalla Regione passa al Comune, è un elemento fondamentale per partire con una vera sburocratizzazione. Abbiamo anche proposto il consorzio unico dei consorzi industriali in modo che gli investitori da subito possano parlare con pochi e mirati interlocutori. Sono elementi che potranno aiutare favorire un riassetto e una riorganizzazione in un momento di crisi che già c’era prima del coronavirus, non è che l’economia del territorio andasse poi così bene”.
Sul piano del turismo?
“Ci siamo concentrati sui piani territoriali di promozione, è un primo step per recuperare competitività turistica in un territorio così attrattivo, grazie soprattutto a Roma, con margini di crescita enormi. Bisognerà intervenire poi sul settore del turismo congressuale che è completamente bloccato. Ho apprezzato molto la proposta che è stata fatta sul vostro giornale dal Presidente della Fiera di Roma di far fermare la metro in zona Fiera di Roma, mi sembra una proposta di senso che può davvero smuovere quel comparto e io credo che l’assessore alla Mobilità la stia valutando con grande attenzione”.
Il tema della mobilità è profondamente legato a quello economico, ci state lavorando?
“Sì, la Giunta sta lavorando molto sulla mobilità, soprattutto su quella in ferro. Credo che molto sia stato fatto anche rispetto al trasporto su gomma: Cotral aveva milioni di euro di deficit, mentre oggi chiude all’attivo con un plus che poi viene puntualmente reinvestito. La competitività di alcuni territori, in provincia , comincia a migliorare. Penso a Colleferro dove aprirà tra qualche mese una sede Amazon, penso al polo della logistica di Passo Corese: esiste una polarizzazione esterna alla città che comincia a dare i suoi frutti anche grazie ad interventi a carattere infrastrutturale che sono stati portati avanti, con fatica, in questi anni”.
Avete puntato anche molto sull’agricoltura nel collegato al Bilancio.
“Sono state previste grandi semplificazioni amministrative, introdotti agriasili e interventi all’interno delle aziende per velocizzarne i processi anche grazie alle nuove tecnologie. Io credo che l’asset agricolo diventa fortissimo anche in virtù di una sua forte componente di cultura. Lo sportello unico dell’agricoltura cerca di implementare tutto questo e di rilanciare economicamente il settore e spero si possa fare anche per altri settori perché bisogna avere certezze”.
Nel collegato è passata una norma che ha sanato molte occupazioni di alloggi popolari, non si è dato un messaggio sbagliato?
“Io posso dire che per la prima volta si è messo ordine in un settore visto che tra coloro a cui è stata assegnata una casa la stragrande maggioranza ne avrebbe avuto diritto già da anni. Si è dato anche un messaggio di legalità visto che si era creato un giro illecito che premiava i più furbi a discapito di individui fragili che avevano tutto il dritto ad una casa popolare”.
Per una ripartenza potrebbe aiutare il riuso dei territori demaniali?
“Sicuramente è un processo difficile tra dismissione, acquisizione, cambio di destinazione, però io ci punterei in questo momento di emergenza. I territori del demanio possono essere un elemento di rilancio in questa fase in cui dobbiamo fare cose nuove per far ripartire l’economia. Il tema è ancora embrionale ma sarebbe un atto importante, un segnale da parte della Pubblica amministrazione che mette in rete un bene che di fatto è pubblico ed è abbandonato. In questo processo molto verrà giocato dai Comuni che sono i fruitori finali, la Regione deve regolamentare tutto e renderlo univoco”.
Come sono i rapporti con il Comune?
“I rapporti con gli altri enti sono un pò lasciati alla Giunta, noi siamo il Consiglio e abbiamo la facoltà di legiferare. Poi personalmente credo che bisogna avere buoni rapporti con tutti, ognuno è chiamato a fare la propria parte”.
Refrigeri pensa al futuro?
“No, in questo momento di emergenza sinceramente penso a fare il mio dovere, e mi chiedo se sto facendo bene il mio lavoro, io ho tre figli e mi interrogo su quello che sto facendo e sul mondo che gli sto lasciando”.