Lemmetti, partiamo dal bilancio di previsione, un piano per la Roma del futuro. Ci dice su cosa punterete?
“La nostra Roma del futuro è una città moderna e accogliente con i cittadini e i più deboli. Parte dalla legalità e dal rispetto delle persone per rafforzare i servizi sul territorio: trasporto pubblico, rifacimento delle strade, servizi sociali, manutenzione del verde. Gli 1,2 miliardi di euro previsti per gli interventi e i 700 nuovi bus messi su strada entro il 2020 sono solo un simbolo del cambiamento in atto. Anche nel bilancio del futuro le risorse sono programmate in tempo per dare spazio alle nuove esigenze e il disordine amministrativo-contabile non ha posto. Questi sono i tratti che ci hanno contraddistinto finora: tre anni di bilanci approvati in anticipo, rilancio degli investimenti, stop agli sprechi, attenzione all’applicazione dei principi contabili che tutelano opere e cittadini, riduzione dei debiti ereditati dal passato, più risorse ai territori. Non dimentichiamo che i romani pagano l’Irpef più alta d’Italia per le passività accumulate prima del 2008. È nostra responsabilità e impegno porre le condizioni perché questo eccessivo aggravio possa finire”.
Sono previsti grandi eventi, saremo pronti per le Olimpiadi?
“Roma è aperta ai grandi eventi sportivi. Abbiamo ospitato la Formula E, la Rome Half Marathon Via Pacis, il Grand Prix di Taekwondo, il Challenge di Triathlon, la Notte Bianca dello Sport. Poi ci saranno UEFA Euro 2020 e Ryder Cup 2022. Se però i grandi eventi comportano cemento e disagio diffuso per i cittadini, allora non ci siamo. Non possiamo dimenticare i debiti per le espropriazioni delle Olimpiadi del ’60 e ripetere gli errori del passato. Se le regole in futuro cambieranno, allora Roma potrà ospitare un evento tanto importante. I cittadini non vogliono più pagare le conseguenze di scelte politiche dannose”.
Molte sigle di imprenditori chiedono lo sblocco di grandi opere, come lo Stadio, l’ex Fiera di Roma, per far ripartire l’economia…
“L’economia di una città è un sistema complesso e non può essere ridotto semplicisticamente a due opere, seppur grandi. Lotta all’evasione, turismo di qualità, sana concorrenza, sviluppo culturale e congressuale, rapporti di collaborazione commerciale con altri paesi, accoglienza degli operatori, valorizzazione del patrimonio storico-artistico, immagine nel mondo sono le vere sfide su cui abbiamo lavorato. Poi c’è la sinergia con altri enti, ancora più importante nei momenti più difficili come quello attuale, sull’onda dell’emergenza in Cina. Lo Stadio sarà realizzato se fatto bene, secondo le regole e prescrizioni della conferenza dei servizi. Così come per l’ex Fiera di Roma: l’interesse pubblico è al di sopra di qualunque cosa. Per questo puntiamo su crescita e occupazione in modo serio e promuoviamo per Roma poteri e fondi al pari delle grandi capitali. Allo stesso tempo abbiamo messo in campo tante azioni: i nuovi investimenti sulla mobilità e i territori, la riduzione dei tempi di pagamento alle imprese, la diminuzione dei debiti fuori bilancio nei confronti delle aziende ereditati dalle precedenti amministrazioni, il ‘social bond’ per una finanza sostenibile, la collaborazione con la Camera di Commercio, il piano strategico del turismo con i rappresentanti della filiera cittadina, la lotta al commercio abusivo e l’attenzione alla legalità e al mare della città per la sicurezza delle persone e per un turismo di lunga permanenza. La nostra idea di Roma è quella di una capitale inclusiva dove la periferia si avvicina al centro e i confini spazio-temporali diventano più labili: questo favorisce anche la crescita di nuovi rapporti commerciali”.
Voi avete insistito nel cercare di far capire l’entità dei debiti lasciati dalle precedenti amministrazioni sul Comune, quando ci saremo liberati di questo peso?
“Definire e mettere in sicurezza i debiti del passato è fondamentale per far ripartire una città in sofferenza contabile e finanziaria come abbiamo trovato Roma nel 2016. È anche un principio di buona amministrazione e un dovere di trasparenza nei confronti dei cittadini: la storia non può essere cancellata o nascosta perché così fa comodo. Siamo stati chiari e abbiamo trovato una soluzione per permettere alla Capitale di avere bilanci sostenibili. Il ‘SalvaRoma’, studiato con il precedente Governo, porterà alla chiusura della Gestione commissariale e a un risparmio di 2,5 miliardi di euro per investimenti. In tre anni abbiamo ridotto di 300 milioni di euro i debiti ereditati, grazie ad una serie di operazione di rinegoziazione di vecchi mutui. A questi si aggiungono gli oltre 130 milioni di euro in meno dell’ultima variazione. Saremmo riusciti a far diminuire anche l’Irpef se l’ex Ministro dell’Interno non avesse fatto campagna elettorale”.
Sul fronte delle entrate, state anche facendo una forte lotta all’evasione. Quanto calcolate di recuperare e come vi state muovendo?
“La lotta all’evasione è uno degli obiettivi principali del nostro mandato. Lo dobbiamo ai cittadini che pagano puntualmente i tributi e agli imprenditori che si comportano correttamente. Siamo sulla giusta direzione: per l’Imu avevamo previsto 75 milioni di euro per il 2019 ma abbiamo registrato un incremento di 65 milioni. Se poi pensiamo al contributo di soggiorno, dagli 80 milioni di euro del 2017 siamo passati ai circa 120 dell’anno scorso solo di riscossione spontanea. Questo è il risultato di un grande lavoro di aggiornamento dei regolamenti comunali e dell’azione di contrasto a chi trattiene indebitamente le somme versate dai turisti. Poi diciamo ‘basta’ alle lungaggini e inefficienze di ex Equitalia. Roma riprenderà in mano la centralità della riscossione con il rafforzamento del dipartimento competente e il sostegno di Aequa Roma”.
Lemmetti cosa farà da grande, l’esperienza romana cosa le ha dato? Rimarrebbe qui per un eventuale altro mandato?
“In verità, gli anni passano per tutti e per me sono 51. Come commercialista, i documenti contabili e il risanamento delle aziende hanno impegnato buona parte della mia vita e, prima di arrivare nella Capitale, al comune di Livorno ho lavorato anche al salvataggio di Aamps, l’azienda dei rifiuti. Roma è una città bellissima e complessa, con una buona dose di accoglienza e ospitalità. La nostra sfida era quella di compiere un miracolo: mettere i conti in sicurezza e riportare la programmazione delle spese. Ci siamo riusciti anteponendo il lavoro alle strategie di partito. Continueremo così: davanti alle sfide non ci tiriamo indietro”.