Partiamo dall’attualità, da poco avete votato in Consiglio una mozione unitaria contro la discarica di Monte Carnevale. “C’erano tre mozioni contrarie alla decisione della Giunta Raggi e abbiamo ritenuto che fosse più forte votare una sola mozione che esprime contrarietà alla scelta di Valle Galeria/Monte Carnevale.
Si tratta di un territorio già oberato negli anni da Malagrotta, che è stata la discarica più grande d’Europa, e poi lì vicino c’è anche una delle raffinerie più importanti di Roma e una serie infinita di cave ancora in funzione, senza dimenticare la presenza di un inceneritore di residui ospedalieri. Scegliere quel sito come discarica significa davvero rompere un patto nei confronti dei cittadini e poi non dimentichiamoci i pareri negativi del Dipartimento Ambiente e del Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma, il parere negativo dell’Enac oltre all’alto rischio idrogeologico certificato per quella zona. Per tutti questi motivi abbiamo espresso contrarietà al sito e abbiamo impegnato la giunta a mettere in atto un piano di riqualificazione”.
Come si risolve il problema dei rifiuti, c’è un piano più ampio?
“Il piano rifiuti c’è ed è quello del 2012 ancora in vigore: se si fossero fatti tutti gli impianti previsti in quel piano, oggi non saremo in emergenza. Ora stiamo realizzando un nuovo piano rifiuti che individua un fabbisogno di impianti per gestire sia l’umido che l’indifferenziata. La differenza con il piano approvato dalla giunta Polverini 8 anni fa è che quello era un piano lineare mentre il nostro sarà un piano della gestione dei rifiuti circolare con il massimo della differenziata e sfruttando al meglio il ciclo del riciclo. Poi dobbiamo necessariamente parlare di quanti impianti e quanti discariche realizzare: impianti per trattare l’umido, impianti per smaltire una parte dell’indifferenziato (termovalorizzatori o gassificatori) e poi discariche dove va tutto quello che non entra in questi impianti. Non illudiamoci che si possa fare diversamente per uscire dall’emergenza: in tutte le regioni, anche le più avanzate come percentuale di raccolta differenziata, il rimanente è trattato in discarica, tmb o vagliatore”.
A che punto siete col nuovo piano?
“Il nuovo piano rifiuti è stato approvato in giunta e deve arrivare in Consiglio per la definitiva approvazione. La novità è che si basa su l’economia circolare e su tutte le filiere di raccolta differenziata tra cui plastica, carta, vetro e metalli preziosi derivanti da oggetti elettronici. Per quanto riguarda la tempistica di approvazione del piano ad oggi sono iniziati i lavori in commissione, quindi si svolgeranno le audizioni dei sindacati e delle associazioni dei cittadini, perché vogliamo che sia un piano partecipato, e questo ci porterà almeno a fine marzo. Poi ci sarà tempo per gli emendamenti da aprile e credo che prima dell’estate riusciremo a licenziare il testo in consiglio”.
Parliamo del trasporto e delle due ferrovie, la Roma-Lido e la Roma-Viterbo, che passeranno da Atac a Cotral.
“Sì, una scommessa da far tremare i polsi. Sono due ferrovie molto vecchie che nascevano per trasportare esigenze urbanistiche che non esistono più. Va detto che c’è da anni un servizio di scarsissima qualità perché l’Atac non ha mai avuto know how per gestire le ferrovie, è un’azienda che si occupa di trasporto pubblico su terra, di autobus e di tram e quindi non è stata in grado ad esempio di fare nessun ammodernamento ma neanche di richiederlo. Ora che siamo intervenuti come Regione, il Ministero ha dato 180 milioni di euro, più altri 150 dal fondo coesione e altri 150 per la Roma-Viterbo. Con altri fondi aggiunti dalla Regione arriviamo ad un totale di 800 milioni di euro di cui circa 340 sono destinati per l’acquisto dei nuovi treni (20 sulla Roma-Lido e 34 sulla Roma-Viterbo). Tutto il resto va per l’ammodernamento della linea, per il rifacimento completo anche dei depositi e di tutta l’information technology. Questo dovrebbe riconsegnare ai cittadini due linee nuove e anche dentro alle nuove regole di sicurezza. Andranno anche assunti 850-900 dipendenti Atac che lavorano nelle due linee e infine andrà realizzata la nuova centrale operativa, probabilmente a piazzale dei Partigiani. Quindi un bel cambio, non si tratterà solo di vedere la scritta Cotral sui treni”.
C’è una ricetta per salvare l’Atac?
“Voglio dire che non tutto dipende da Atac, se chiedi l’efficienza ad una azienda devi anche metterla in condizione di poterla perseguire: i cittadini chiedono che i bus siano più veloci ma come si fa? Servono corsie preferenziale e meno macchine e chiaramente tutto ciò dipende dal Comune. Poi i cittadini chiedono, giustamente, la puntualità ma anche questa dipende in gran parte dal traffico. Infine devi dare all’azienda anche dei mezzi all’altezza e anche questo è responsabilità comunale, che dovrebbe cambiare l’intera flotta con l’immissione di 200 autobus nuovi l’anno. Oggi l’età media del parco mezzi Atac è di 11 anni, ci sono ancora vetture che la mattina non partono. È tutto il sistema che deve garantire l’efficienza e non solo l’azienda che gestisce il trasporto”.
La liquidazione di Roma Metropolitane è stata una mossa azzeccata?
“Per me è stato un errore madornale accorpare tutti i servizi presso l’Agenzia mobilità perché quello di pianificazione e programmazione è un mestiere totalmente diverso da quello che faceva Roma metropolitane, cioè progettazione e stazione appaltante. Questo garantiva i piani di avanzamento delle metropolitane e anche l’ammodernamento. È come se ad un chirurgo gli chiedi di fare l’avvocato”.
L’ultimo tratto della metro C Si farà?
“Le metro sono assolutamente necessarie, ora è arrivata a Piazza Venezia ma non basta, ha senso solo se attraversa il centro storico e si riconnette a Ottaviano e arriva a piazzale Clodio, cioè alla città giudiziaria su cui è stato fatto un progetto di raddoppio che significa, come minimo, anche il raddoppio del traffico. Non far arrivare la metro C lì sarebbe follia”.
Le elezioni suppletive a Roma previste il 1° marzo per il collegio lasciato libero da Gentiloni, cosa rappresentano per il PD?
“È un collegio molto importante per noi visto che qui abbiamo preso il 40% nonostante la vittoria della Raggi e poi ci sono quartieri popolari molto importanti. Non potevamo scegliere una candidatura che fosse di basso profilo perché qui vogliamo vincere e Gualtieri è un profilo di altissimo livello”.
Qualche mese fa ha twittato un appoggio a Carlo Calenda come sindaco di Roma. Perché?
“Per me quella di Calenda è una candidatura verosimile, seria. Poi Calenda dovrà decidere se fare il candidato del centrosinistra oppure se andare in autonomia, in questo caso è ovvio che il mio endorsement cadrebbe nel vuoto”. L’accordo di governo Pd-5S ha cambiato il suo giudizio sulla giunta Raggi? “Il nostro giudizio sulla giunta Raggi rimane tranchant, crediamo siano stati pessimi sotto tutti i punti di vista, sia come metodo di non governo che come risultati. Non credo ci sia nessuna possibilità di accordo con loro, almeno nel primo turno, dopo si vedrà”.