PROVE TECNICHE DI ELEZIONI
Le prove tecniche di elezioni sul fronte Pd, anzi per la sinistra in generale, in città è data dalle suppletive del Collegio Roma 1 della Camera, in programma per il prossimo primo marzo. Dopo tensioni e scontri Pd, Italia viva, Si, Psi, Art. 1 hanno deciso di convergere su un unico candidato: Roberto Gualtieri. Le forze politiche hanno chiesto al ministro dell’Economia del Governo Conte II la disponibilità per la candidatura, verificato che intorno a lui si è ricostruita “una vera e larga maggioranza” e Gualtieri ha accettato la sfida. ”Prima di fare nomi bisogna costruire una coalizione ampia coinvolgendo associazioni e comitati” – suggerisce Giulio Pelonzi, capogruppo PD in aula Giulio Cesare – ”e creare una piattaforma programmatica. La partenza ci sarà col nostro congresso cittadino a marzo”. Per il Campidoglio però non ci sono ancora candidati ufficiali da sbandierare. Nel Pd cittadino si sta facendo largo la voce di Carlo Calenda ma soprattutto della consigliera regionale Michela Di Biase, moglie del ministro Dario Franceschini, ma anche Sabrina Alfonsi, la presidente del I municipio, Giovanni Caudo, presidente del III, fino allo stesso capogruppo in Campidoglio Giulio Pelonzi. Il M5S SUSSURRA L’IPOTESI RAGGI-BIS NEL PD SI PARLA DI CALENDA E DI BIASE Nel M5S si ventila (negli ultimi giorni sempre più sottovoce) di un Raggi bis. Certo sarebbe tutto da definire anche il futuro politico di Virginia Raggi. Con le regole attuali del Movimento la sindaca non potrebbe ricandidarsi, anche se l’ipotesi di tentare il bis per mesi ritenuta assai probabile complice l’assenza di volti nuovi di peso all’interno del movimento romano, dopo la debacle alle regionali e l’abbandono politico di Luigi Di Maio sembra aver perso impulso. Anche se Virginia Raggi ormai è sdoganata, persino dai suoi, e punta a risolvere i problemi cruciali della città: più di 500 bus messi in strada, il sito della discarica (nonostante il fuoco amico) individuato per tamponare il problema rifiuti, e ridimensionamento e rilancio del progetto stadio, ereditato ma portato alle ultime battute. Manca solo l’approdo in Assemblea Capitolina della variante urbanistica. Dopo una prima metà del mandato rallentata dalle difficoltà sulle nomine e il successivo processo per falso, nel quale è stata assolta, nel 2019 la sindaca ha provato a dare gambe alle sue idee. E per il 2020 sta proseguendo.
I PRIMI RUMORS NEL CENTRODESTRA
A lanciare la corsa per il Campidoglio, comunque, è stato Salvini, sull’onda della crescita della Lega arrivata nelle ultime europee per la prima volta al 25,7%. A Roma, però, i leghisti non hanno una classe dirigente solida con esperienza di governo, mentre l’alleato, Fratelli d’Italia, forte del suo radicamento, rivendica la priorità nella scelta del candidato. Giorgia Meloni (FdI), arrivata terza nel 2016 al primo turno per il Campidoglio, finora si è dichiarata contraria al bis. Ma è soprattutto con lei che Salvini dovrà trovare un’intesa. Girano anche altri nomi, a destra, da Giulia Bongiorno a Barbara Saltamartini fino a Fabio Rampelli. Per la destra solo voci che si concentrano su Federico Rocca (FdI) e Daniele Catalano (Lega). Mentre pare in ribasso Valerio Garipoli, già capogruppo di Fratelli d’Italia nello stesso municipio.