va. Dopo il tentativo fallito nel 2014 in seguito ad una sentenza del Tar che aveva bloccato tutto, la Commissione Capitolina Mobilità è tornata ad affrontare l’argomento della pedonalizzazione di via San Giovanni in Laterano, la così detta Gay Street. “La pedonalizzazione di via di San Giovanni in Laterano – ha dichiarato il Presidente della Commissione Mobilità Enrico Stefàno – è un tema importante che ben si allinea con quella che è la nostra visione di Città, mira a tutelare un’importante area storico-monumentale e a dare attuazione al Piano Generale del Traffico Urbano ed al Piano Urbano della Mobilità Sostenibile”.
Tre le ipotesi sul tavolo
Presentate dall’Agenzia Roma Servizi per la Mobilità. La prima vorrebbe la pedonalizzazione soltanto del primo tratto di strada, quindi da Piazza del Colosseo fino a via Ostilia. La seconda, più estesa, prevede la chiusura della via alle auto fino a via dei Normanni, mentre la terza fino a piazza San Clemente. “In generale – ha spiegato Stefàno – abbiamo riscontrato una buona condivisione di vedute su questo tema, che tra l’altro va a sistema con la pedonalizzazione già esistente in via dei Fori Imperiali, Largo Gaetana Agnesi e il prossimo intervento di isola ambientale a Monti, considerata anche l’ottima disponibilità su quella porzione di territorio di trasporto pubblico, tra mezzi di superficie e metropolitane. E ben si concilia con altri progetti che abbiamo in mente da tempo di allargamento dello spazio pedonale sia su via di San Gregorio che via Labicana. Pedonalizzare, inoltre, è il modo migliore per amplificare al massimo le potenzialità di un quartiere e contribuisce ad unire la Città e non a separare i residenti dal resto dei cittadini. Rendendo accessibili, fruibili, vivibili le strade. Dando la giusta importanza a chi oggi è costretto a camminare tra le lamiere in spazi limitati con scarsa sicurezza”. “E’ chiaro che il discorso andrà avanti – ha chiosato – sempre tenendo in dovuto conto le esigenze di tutte le categorie, ma è indubbio che uno degli strumenti più utili per il miglioramento della qualità della vita è proprio rendere la città accessibile a tutti, recuperando spazi urbani, in questo caso anche di pregio, da troppo tempo ostaggio delle quattro ruote e dell’inquinamento”.