LA GUERRA… PER I BACINI ELETTORALI
Circa 300 cittadini, provenienti prevalentemente dal Municipio XII, sono arrivati fin sotto il naso della sindaca per comunicargli, per il tramite di un notabile M5S, un messaggio molto importante ossia che “la scelta di Monte Carnevale è sbagliata sia dal punto di vista politico che tecnico (…) solo un sito sarebbe idoneo, perché già ospita una discarica per rifiuti speciali, ed è Falcognana” (Municipio IX). Non si era mai visto, nelle pur durissime lotte dei comitati dei rifiuti degli ultimi 15 anni, qualcuno pronto ad affossare altre vertenze territoriali – in questo caso il comitato della Falcognana – ed altri Municipi (tra l’altro sia il IX che il XII Municipio sono entrambi nelle mani del M5S) pur di salvare se stesso. Qualcuno l’ha definita “politica spazzatura” e forse non è andato troppo lontano dalla realtà. La sindaca non ha voluto ricevere una delegazione del comitato.
PORTA A PORTA AL PALO
Certo che i risultati ottenuti dalla sindaca sul fronte rifiuti negli ultimi 12 mesi sono tutt’altro che lusinghieri, ma di questo nessuno ha parlato sotto alle finestre di palazzo Senatorio. Una responsabilità politico-amministrativa tutta sua, visto che dalle dimissioni dell’ex assessore all’Ambiente Pinuccia Montanari, in carica da gennaio 2017 a febbraio 2019, la sindaca non ha ancora nominato un nuovo assessore all’Ambiente: la Montanari è stata l’unica a sostenere la necessità del Porta a porta. Rifiuti ammassati attorno ai cassonetti stradali, prima durante e dopo le feste. E ancora troppi silenzi sul Porta a porta, la modalità di raccolta domiciliare dei rifiuti, ma soprattutto l’unica vera alternativa al business mortale delle discariche e degli inceneritori. Sul Porta a porta l’Ama ha provato a dar fiato alle trombe, ma senza successo. Stefano Zaghis, nuovo Amministratore Unico della municipalizzata, ha annunciato che il Porta a porta a Roma sarebbe aumentato nell’anno appena trascorso dell’1,5, dal 44% al 45,5% (dati Ama). Senonché gli ultimi dati disponibili del 2018, certificati del Ministero dell’Ambiente, parlano del Porta a porta a Roma inchiodato al 42,9%. In ogni caso, un vero fallimento.
SVANISCE IL SOGNO GREEN
L’impressione è che nessuno dei pentastellati sembra credere più alla grande promessa di una rivoluzione green nel settore rifiuti di Roma. Non si intravede nemmeno l’ombra di un cambio radicale nella strategia della raccolta e gestione dei rifiuti della Capitale. Nessuno lavora per incrementare velocemente il Porta a porta spinto: si potrebbe fare con l’aiuto di fondi extra da richiedere al Ministero dell’Ambiente (guidato da un grande supporter della sindaca, il grillino Sergio Costa), e alla Regione Lazio, con l’aiuto del principale partner di governo, Nicola Zingaretti. In altre grandi metropoli nel mondo è stato possibile far decollare il Porta a porta e fare a meno di tante discariche e inceneritori. Ipotesi ventilata a più riprese da Beppe Grillo nella campagna elettorale romana del 2016.
INVECE DEI RIFIUTI RICICLANO L’ASSESSORE?
L’unico ‘riciclo’ che potrebbe presto andare in scena nella Capitale è quello del grande ritorno – per ora solo ipotetico – dell’ex prima assessora all’Ambiente della Giunta Raggi, Paola Muraro, in carica da luglio a dicembre del 2016. La Muraro, ex consulente dell’Ama, è stata avvista in Campidoglio mentre prendeva un caffè con la sindaca. Solo un caffè in amicizia, così pare abbia dichiarato. Prima, durante e dopo il suo mandato, la dottoressa Muraro ha invocato sempre e solo la necessità di una nuova discarica per Roma. Chissà che non sia allergica al Porta a porta anche lei, come la sindaca Raggi, forse per questo sono così amiche.