SOLDI GIÀ NELLA MANI DEL NOTAIO
I trentacinquemila euro sono stati già depositati presso lo studio di un notaio di fiducia che, ai fini difensivi, almeno nelle intenzioni, dovrebbero garantire all’imputato una attenuante processuale, per i danni generati dall’intero affaire stadio. La somma è stata comunque depositata dall’imputato in vista dell’imminente apertura del processo a carico dell’immobiliarista e di altri quindici imputati davanti alla corte penale presieduta dal giudice Paola Roja. E potrà essere riversata a Roma Capitale solo in caso di condanna.
25MILA € PER PALOZZI, 7MILA PER LANZALONE
II difensori di Parnasi – gli avvocati Emilio Ricci e Giorgio Tamburrino – hanno usato una linea guida per calcolare la somma: prendere in considerazione solo le ipotesi di corruzione (e non pure di concussione o induzione) ed esclusivamente le somme che, secondo la procura, sarebbero state non promesse ma effettivamente versate anche se solo a titolo di consulenze. Ipotesi che, con questa scrematura, tirano in ballo solo tre coimputati: Luca Lanzalone, il delegato dalla sindaca Raggi a curare il progetto stadio (per 7.295 euro); Daniele Leoni il funzionario del dipartimento Urbanistica (1.500 euro), e per finire Adriano Palozzi, il consigliere regionale del Lazio allora vicepresidente d’Aula della Pisana (25.010 euro).
ZERO EURO PER LE PARTI CIVILI
Nessuna proposta risarcitoria per le altre parti civili. E non solo per l’Assoconsum e l’avvocatura dello Stato per il Ministero per i Beni e le attività culturali, ma anche per Regione Lazio, Codacons e Cittadinanza Attiva che l’avevano formalizzata assieme al Campidoglio.
LE ACCUSE DEI PM
Rivedendo le contestazioni in particolare a Parnasi era stato contestato “di aver elargito in favore di Adriano Palozzi, consigliere della Regione Lazio, candidato alle elezioni regionali di marzo 2018 per il Pdl un contributo economico di 25.010 euro versato con un bonifico nel febbraio 2018 in favore della Pixe Social Media, società riconducibile a Palozzi”. Palozzi, accusato per questo di finanziamento illecito, corruzione per aver asservito la sua funzione pubblica al privato, non avrebbe inoltre annotato l’elargizione nel bilancio di esercizio. Parnasi, Palozzi e Vanessa Aznar Abbabire (amministratore formale della società di Palozzi), in concorso, avrebbero camuffato la somma “formando una fattura relativa ad attività di servizi (mai eseguite) della Pixe per Euronova”, aprendo il fronte anche al reato di dichiarazioni infedeli. La Corte di cassazione, va però specificato, ha poi alleggerito la posizione del consigliere regionale indagato riconoscendo al posto della corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio la corruzione per l’esercizio della funzione.
CONTESTAZIONI ANCHE CONTRO I VERTICI DEL CAMPIDOGLIO
Le contestazioni – prese in considerazione risarcitoria – riguarderebbero anche Daniele Leoni, funzionario del dipartimento di attuazione urbanistica del Campidoglio a cui il patron di Euronova ha versato, in base all’accusa, 1.500 euro con un bonifico. La difesa di Parnasi ha preso atto anche dei presunti reati corruttivi che sarebbero stati gestiti con Luca Lanzalone. Parnasi, scrive il magistrato, avrebbe promesso ed effettivamente erogato delle somme al ”publico ufficiale in quanto consulente di fatto del Comune di Roma per le questioni relative allo stadio”. “Per lo svolgimento della sua funzione o di singoli atti riconducbili a essa (e in particolare rilasciando informazioni sullo stato delle pratiche amministrative in corso, partecipando alla delibera di conferma della dichiarazione di pubbblico interesse e all’intero iter procedurale relativo allo stadio, interessandosi per l’acquiiszione di un immoble presso il Business Park dello stadio ove trasferire la sede Acea)” – ricostruisce il capo di imputazione – “Parnasi prometteva a Lanzalone lucrosi incarichi in favore dello studio Lanzalone & partmers (per oltre 70.000 euro)”. E tra questi “un incarico in ordine alla ristrutturazione di fondi legati alla realizzazione presso la vecchia fiera di Roma di un polo di intrattenimento con uffici e un palazzetto da utilizzare per incontri di basket ed eventi musicali”. Parnasi però nel suo calcolo ha tenuto conto solo dei soldi effettivamente ritenuti elargiti, ossia 7.295 euro, che sarebbe la cifra dell’anticipo di 12.500 euro per far verificare allo studio Lanzalone eventuali responsabilità ”in relazione alla mala gestiodei fondi di investimento denominati Upside e per la quantificazione dell’eventuale danno reclamabile”.