LO SCENARIO È CAMBIATO
Lo scenario ora è cambiato. Dopo lo scandalo che ha travolto il Csm nei mesi scorsi, il toto nomine per individuare il nuovo capo della Procura di Roma è uscito dalla cronaca dei giornali per continuare nelle stanze dei poteri. Intanto Giuseppe Pignatone, da pensionato, è stato nominato giudice del Papa in veste di Presidente del Tribunale del Vaticano, ritrovandosi per di più – ironia della sorte – come pm in aula Alessandro Diddi, l’avvocato di Salvatore Buzzi, il presunto gran corruttore delle coop considerato assieme al boss, Massimo Carminati, al vertice di Mafia Capitale. Una Mafia che mafia non era, come ha stabilito da pochi giorni la Corte di Cassazione, senza ormai lasciare ombre di dubbio.
VIA ALLE AUDIZIONI
Tra i primi candidati ad essere ascoltati Marcello Viola, il procuratore generale di Firenze che il 23 maggio aveva preso più voti (4 per precisione) dalla vecchia Commissione e che è stato il candidato sponsorizzato anche dal pm Palamara e dai parlamentari Pd Luca Lotti e Cosimo Ferri, ora passati con Italia Viva (non indagati). “Si vira su Viola”, aveva detto Lotti all’incontro notturno in un hotel romano con i cinque ormai ex togati del Csm. Ascoltato in prima battuta anche Francesco Lo Voi, procuratore di Palermo, di Magistratura Indipendente come Viola, che a maggio aveva preso un voto come Giuseppe Creazzo (procuratore capo a Firenze), ma partiva come favorito, ben visto soprattutto dai “pignatoniani”.
LA PAROLA ANCHE AL REGGENTE PRESTIPINO
Nella prima tornata è stato sentito pure Michele Prestipino, procuratore aggiunto a Roma, reggente da sei mesi di piazzale Clodio, magistrato di punta per anni e fedelissimo di Pignatone, non votato cinque mesi fa, ma poi dato sempre più per favorito dai rumors degli ambiti giudiziari.
LA PARTITA SI È RIAPERTA
La partita, insomma, si è riaperta. Lo scandalo nomine durante le audizioni è stato lasciato fuori tranne che per una domanda rivolta a Viola: “Sapeva degli intrighi emersi con l’inchiesta di Perugia?”. Ossia saltati fuori dopo l’iscrizione di Palamara (ex presidente dell’Anm e consigliere del Csm fino al 2018, nel registro degli indagati, che grazie al trojan piazzato sul cellulare del magistrato ha rivelato i potenziali intrighi. “Ho appreso di quelle conversazioni dalla stampa”, ha spiegato il procuratore generale di Firenze, “Ne ero all’oscuro”. Come si vocifera nei corridoi di Palazzo Marescialli, sede del CSM, il candidato che per più consiglieri avrebbe dato l’impressione di avere il polso della procura di Roma è stato comunque Prestipino, che da procuratore aggiunto ha seguito Pignatone prima a Reggio Calabria e poi a piazzale Clodio, e da maggio di fatto procuratore vicario. Viola invece è stato ritenuto “brillante”, mentre Lo Voi “deciso”.
Valery Palmieri