Una distesa di mille e quarantuno bare ha occupato la storica Piazza del Popolo. Un’immagine potente, silenziosa, capace di comunicare molto più di parole: rappresentano il numero delle vittime sul lavoro ogni anno in Italia.
Una cifra che la Uil – il sindacato promotore del flash mob – non vuole far cadere nell’oblio.
«Vogliamo ricordare – spiega Pier Paolo Bombardieri, Segretario generale della Uil – tutte quelle persone che sono uscite di casa per lavorare e non sono mai più tornate dai loro cari. È ora di dire basta. Ogni perdita è inaccettabile».
Una tragedia che si ripete
La scelta di una rappresentazione visiva così impattante non è casuale. Quelle bare allineate a Piazza del Popolo hanno avuto il potere di unire i presenti, in un momento di cordoglio collettivo.
Dietro ogni simbolica bara c’è un padre, una madre, un figlio, qualcuno che ha lasciato un vuoto incolmabile.
Per questo motivo il Sindacato ha voluto richiamare l’attenzione sull’importanza della sicurezza nei luoghi di lavoro, con un richiamo alla politica e alle istituzioni affinché mettano in atto misure concrete e urgenti.
“Non sono morti inevitabili”
Per la Uil, è necessario superare l’idea che le morti sul lavoro siano incontrollabili. «Non dobbiamo rassegnarci all’assurdità di pensare che queste morti siano inevitabili – continua Bombardieri –.
La politica e il Governo hanno il compito e il dovere morale di prevenire, investire nella sicurezza e sanzionare chi non rispetta le regole».
Le vite spezzate sui luoghi di lavoro, ricorda il leader sindacale, non possono essere viste come un danno collaterale della produttività: «Non possiamo accettare che il profitto venga anteposto alla vita umana. È ora di mettere in pratica azioni concrete».
Il tributo alle vittime e alle loro famiglie
Nel corso della manifestazione, il segretario Bombardieri ha letto alcuni nomi delle vittime, in un silenzio carico di emozione e rispetto.
Non solo numeri, ma storie di uomini e donne che hanno pagato con la vita, la mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro.
«Oggi vogliamo richiamare le coscienze di tutti a un dramma che colpisce ogni giorno tante famiglie – ha dichiarato Bombardieri –.
Ci sono genitori, padri, madri e anche figli che sono caduti sul lavoro, persone che cercavano solo di portare a casa uno stipendio per mantenere la propria famiglia. Dobbiamo dirlo chiaramente: la sicurezza sul lavoro è un diritto inalienabile».
Il valore della vita umana
Il fatto che il flashmob della Uil si sia tenuto durante la giornata della festa del papà non è un caso. Questa scelta ha il valore simbolico di ricordare tutti quei genitori che non sono più tornati a casa dai loro cari, lasciando le loro famiglie nel dolore.
«Siamo qui – conclude Bombardieri – per dire forte che nessun guadagno può giustificare la perdita di una vita umana. I soldi non valgono la vita umana, e il rispetto della dignità del lavoro deve essere una priorità.
Pensiamo a queste immagini e ricordiamo che 1041 persone non sono più tra noi. È tempo di fermare questa strage».
Il messaggio che vuole lanciare UIL è forte e deciso, ovvero che “non c’è più tempo da perdere”. Per troppo tempo, infatti, la battaglia sulla sicurezza del lavoro è rimasta in bilico tra propaganda e buone intenzioni.
Ma ora, i numeri sulle morti delle vittime parlano chiaro, ed è tempo di capire che non c’è più spazio per le scuse. Per questo motivo la Uil ha chiesto che la politica agisca senza indugi, con le giuste misure e sanzioni.
L’invito è di non abbassare la testa e di non ignorare un problema che riguarda migliaia di famiglie italiane.
Le morti bianche sul lavoro
Il flash mob di Piazza del Popolo rappresenta un atto di denuncia potente, ma anche un invito all’azione concreta, affinché le morti bianche diventino evitabili.
La Uil ribadisce che ogni singola vita conta e che è giunto il momento di garantire condizioni di sicurezza su ogni posto di lavoro, evitando che il sacrificio di chi non c’è più sia vano.
La sicurezza sul lavoro deve diventare una priorità reale, non solo un obiettivo declamato.
Servono misure tempestive e stringenti, come investimenti in formazione e prevenzione, controlli più rigorosi, ma soprattutto un cambio di mentalità che metta la vita e la dignità del lavoratore al di sopra di ogni profitto.
«La battaglia per la sicurezza – conclude Bombardieri – è una battaglia per il rispetto della vita e della dignità di ogni lavoratore.
Abbiamo il dovere di guardare in faccia questo dramma e di fare il possibile affinché nessuno esca più di casa per lavorare senza la certezza di poter tornare dai propri cari».
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