IL POTABILIZZATORE ACEA
Tali ‘scioccanti’ affermazioni lasciano interdetti tutti, specie il nostro giornale che a luglio 2018 ha reso noto (per primo) il progetto del potabilizzatore dell’acqua del Tevere di Acea. Parliamo di un impianto industriale situato a Roma-nord, località Grottarossa, in grado di succhiare e poi (provare a) depurare 500 litri al secondo di acqua da immettere nella rete idrica che rifornisce Roma e provinciafinendo nei rubinetti dei romani. Tale impianto industriale fu voluto dall’Acea grillina e, in particolare, da Luca Lanzalone (il manager inserito dai vertici del 5Stelle nazionale nel Consiglio di Amministrazione di Acea, in carica da aprile 2017 a marzo 2019, poi travolto da una inchiesta giudiziaria), da Stefano Donnarumma (Amministratore Delegato da maggio 2017 a maggio 2020, di recente promosso ad altro incarico), ma, prima di tutti, a volerlo è stata la stessa ex sindaca Virginia Raggi, dal momento che il Comune di Roma ha detto “sì” a questo impianto nella Conferenza dei Sindaci Ato 2 a dicembre 2017. Un “sì” ribadito dal Campidoglio negli Uffici regionali tra marzo e aprile 2018. L’impianto è stato ultimato da tempo, ma ancora mai avviato. Inaugurato a porte chiuse il 12 dicembre 2018, alla presenza solo di politici – tra cui la sindaca e dirigenti Acea – ma non della stampa e dei cittadini. Al primo potabilizzatore da 500 litri al secondo, inoltre, se ne potrebbe aggiungere presto un secondo da 2500 litri al secondo: i tecnici di Acea Elabori, l’area tecnica di Acea, sono al lavoro per completare il progetto.
PERDITE D’ACQUA AL 40% MA 167 MILIONI DI UTILI
I problemi del ‘sistema’ acqua di Roma e provincia, certo, sono anche altri, primo tra tutti la rete idrica colabrodo che disperde per strada oltre il 40% dell’acqua immessa in conduttura, una percentuale da terzo mondo. Percentuale che non è diminuita nel corso del mandato della Giunta Raggi. Speriamo che il sindaco Gualtieri affronti il problema in modo diverso. A tutto ciò si aggiunge poi il problema della scarsità dell’acqua potabile, specie in tempi di cambiamenti climatici: del resto piove e nevica sempre di meno. A inizio 2020, l’ex Amministratore delegato Stefano Donnarumma ha messo mano al portafogli e investito 900mila euro per la risistemazione dell’acquedotto del bacino Ato 2 le cui ramificazioni raggiungono la lunghezza di ben 10mila km. Ma con uno stanziamento di 90 euro a Km ci si fa poco per i problemi dell’acquedotto-groviera della Città Metropolitana di Roma. Intanto, a maggio 2021, Acea ha assegnato proprio all’ex Ad Donnarumma una buonuscita da 960mila € e ai propri azionisti un dividendo da 167 milioni di euro per l’esercizio 2019.