Il nuovo procuratore capo al lavoro con la squadra dei collaboratori
Nella cerimonia di insediamento a piazzale Clodio ha voluto subito gettare le basi dell’organizzazione del lavoro: continuità e collaborazione piena con Michele Prestipino, proprio da lui escluso, con una serie di ricorsi, dalla poltrona di procuratore capo di Roma, la più importante d’Italia. La cerimonia di benvenuto nell’Aula Occorsio. Un paio di giorni fa Francesco Lo Voi, il neo procuratore della Capitale, ha dato la prima prova di voler mantenere l’impegno preso confermando le deleghe dei procuratori aggiunti. L’ex procuratore capo Prestipino torna al suo ruolo di procuratore aggiunto come responsabile dell’antiterrorismo e dei reati contro i reati della persona (in primis, sessuali), oltre che del coordinamento del cosiddetto turno esterno ossia delle denunce e dei fatti di sangue che affluiscono ogni giorno a palazzo di giustizia. La pubblica amministrazione resta a Paolo Ielo, a Rodolfo Sabelli i reati economici, a Stefano Pesci i reati tributari, a Giovanni Conzo, droga usura e incidenti sul lavoro. Ed ancora ad Angelantonio Racanelli, i reati informatici, a Sergio Colaiocco le colpe mediche, e alle uniche due donne Ilaria Calò e Lucia Lotti rispettivamente l’antimafia e le misure di prevenzione.
PACE FATTA

“È un onore trovarmi qui”, aveva esordito Lo Voi nella cerimonia con cui ha preso possesso della procura di Roma, “So che il compito che mi attende non sarà facile ma so che potrò contare su una squadra unita, che ha già dimostrato sul campo di essere efficiente”. Un appuntamento atteso nella città giudiziaria che si è svolto alla presenza dei procuratori aggiunti e dell’avvocatura romana. Rivolgendosi al procuratore aggiunto Michele Prestipino, che ha guidato la Procura di Roma fino a pochi giorni fa, Lo Voi ha espresso parole di gratitudine: “Lo ringrazio in anticipo per tutto ciò che continueremo a fare insieme”. “Prestipino è e rimane un grande amico e un grande magistrato” ha aggiunto il nuovo procuratore. Dal canto suo l’ex capo della Procura di Roma ha rivolto a Lo Voi gli “auguri di buon lavoro” esprimendo per lui “fraterna amicizia e stima profonda”. “La Procura di Roma non è più il ‘porto delle nebbie’”, ha tenuto a sottolineare Prestipino, “Consegniamo a Lo Voi un ufficio forte e coeso che sul lavoro di squadra ha costruito la propria identità”.
UN MAGISTRATO ESPERTO
Di certo Lo Voi ha le carte per mantenere la linea. Ha 64 anni, una lunga esperienza e arriva dalla procura di Palermo da lui guidata a partire dal 2014. Ha cominciato la carriera come pretore nel cagliaritano e poi con gli anni, mostrando sempre un impegno serio e continuativo, è entrato nella Dda (Direzione distrettuale antimafia) fin dalla sua costituzione, e poi lavorato con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Tra le sue esperienze sul campo le indagini e i dibattimenti in numerosi e gravi processi di mafia, particolarmente quello sui fratelli Salvo, sulla strage di Capaci, su Leoluca Bagarella e su Giovanni Brusca. Dal 1997 ha svolto le funzioni di sostituto procuratore generale, continuando ad occuparsi di processi di mafia in appello. Tra questi dibattimenti contro esecutori e mandanti dell’omicidio di Padre Giuseppe Puglisi, il parroco antimafia ucciso nel settembre del 1993 da cosa nostra. Dal 2002 al 2006 è stato consigliere del Csm: per tornare poi a Palermo come sostituto pg. Nel 2007 è diventato sostituto procuratore generale in cassazione, ruolo che ha ricoperto fino a gennaio del 2010, quando è stato nominato in rappresentanza dell’Italia a Eurojust, su indicazione dell’allora ministro Angelino Alfano. Qui ha svolto numerose consulenze sulla cooperazione giudiziaria tra i vari stati europei, si è occupato di traffico internazionale di stupefacenti, traffici di esseri umani, reti di pedo-pornografia e grandi casi di criminalità organizzata, che hanno coinvolto cosa nostra, camorra e ‘ndrangheta, frodi fiscali, corruzione internazionale, pirateria informatica. E’ Lo Voi a rappresentare l’accusa nel processo a carico dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. Poi il salto a Roma, dopo aver vinto i ricorsi contro la nomina sancita a pieni voti dal Csm di Michele Prestipino, l’unico tra i candidati, nonostante l’enorme esperienza, a non avere già alle spalle un incarico da procuratore capo.
IL PRESIDENTE DELLA CAMERA PENALE

I mesi trascorsi tra ricorsi e appelli, comunque, stanno per essere archiviati. Si guarda al futuro, alla fiducia, alla collaborazione. La stessa collaborazione sottolineata dal presidente della camera Penale di Roma, Vincenzo Comi: “Con il procuratore Prestipino in questi anni difficili di gestione della giustizia, a causa della pandemia, siamo riusciti a lavorare insieme lealmente”, ha detto l’avvocato Comi, “A Roma si lavora tutti nella stessa direzione e siamo pronti a confrontarci lealmente. E di questo devo ringraziare procuratore Prestipino, le cui porte nei confronti degli avvocati sono state sempre aperte”. Le parole d’ordine sono tre: confronto, coraggio e collaborazione reciproca. “La nomina di Lo Voi”, ha dichiara invece Antonino Galletti, presidente dell’Ordine degli avvocati, 26.400 in tutto, “ricade in un periodo difficile dell’avvocatura alla quale non resta che confidare in un rilancio dei rapporti e interlocuzione istituzionale che sono ancora sul tappeto e che riguardano anche l’organizzazione giudiziaria”. Come ha giustamente premesso Lo Voi non sarà un lavoro facile il suo. Dovrà far fronte al dilagare della criminalità giovanile, fronteggiare le nuove mafie anche se in parte decapitate dalle gestione Pignatone-Prestipino, mettere – come emerso dalla inaugurazione dell’anno giudiziario – un freno al fenomeno dei fallimenti pilotati, scovare le ruberie nella pubblica amministrazione che in genere non vengono nemmeno denunciate, fare i conti con il malumore della magistratura onoraria che da mesi ormai lotta per avere riconoscimenti lavoristici di base e dell’avvocatura pressata da cavilli, dalla pandemia e dalla crisi economica.