Sono toni trionfalistici quelli usati da Atac per festeggiare (a suo dire) i miglioramenti nella fruizione del servizio e nella produttività degli autisti. Si registra – scrive Atac sul suo sito internet – un «+ 9,2% di servizio erogato su gomma rispetto a giugno 2019» e un «+10% dei mezzi disponibili in circolazione», si legge nell’ultimo comunicato stampa diffuso dalla compagnia sul suoi profili social. Ma non sono tutte le note positive.
15 OTTOBRE: SI TORNA AL LAVORO IN PRESENZA
La prima delle sfide per Atac, certo, è la fine dello smart working, voluto dal ministro Brunetta per la pubblica amministrazione a partire dal prossimo 15 ottobre, da quel moento un grosso numero di cittadini dovranno per forza usufruire del trasporto pubblico. Considerata la capienza massima dell’80% imposta dal Comitato Tecnico Scientifico e la penuria di mezzi disponibili, ATAC sarà in grado di rispettare l’obiettivo? Dall’azienda – che abbiamo contattato nei giorni scorsi – ci fanno sapere (informalmente) che ad ora non risultato tavoli aperti per l’organizzazione complessiva, ma che vi saranno di concerto con la prefettura, così come fatto anche per la riapertura delle scuole. Sottolineando inoltre che Atac è solo il punto di arrivo di una lunga catena, che vede protagoniste anche Cotral Fs, le quali fanno affluire migliaia di persone dalla provincia romana alla Capitale e che quindi l’organizzazione andrà fatta complessivamente. Sì, ma quando? Non è dato saperlo.
IL NODO DEI GUASTI
Poi c’è il nodo-tram sono il vero buco nero: in sei mesi sono stati praticamente azzerati i mezzi in circolazione. In costante affanno vi è sempre la linea 2, ma anche la 3 e la 8. Se non fosse necessario il soccorso da parte delle navette, 50 di esse potrebbero essere utilizzate altrove. Ma non solo questi “rubano” i mezzi al trasporto su gomma: le navette RL4 sulla Roma- Lido, recentemente affidate ai privati, la linea MB20 che copre le stazioni Castro Pretorio e Policlinico, gli ormai ex filobus delle linee 74 e 90, infine le più recenti navette dei tram 2 e 3. La mancanza di tram potrebbe costringere presto Atac ad attivare una nuova linea 8 su gomma: per correre ai ripari l’azienda ha inserito ben 15 fermate aggiuntive sulla linea H express, rallentandone notevolmente il percorso e scatenando le proteste dei pendolari della linea.
BUS CON MENO GUASTI, MA NON BASTA
Dal 2016 sono 850 gli autobus nuovi acquistati, ma ne mancano almeno 70 ibridi, non pervenuti in azienda per mancanza di liquidità. Questa iniezione di mezzi nuovi ha portato ad un calo dei guasti. «A questo miglioramento – si legge sempre nel comunicato – ha contribuito anche la notevole diminuzione dei guasti in linea. Rispetto al 2019, i guasti sono diminuiti del 25,3%».
Menzione particolare per gli autisti, la cui produttività è aumentata sensibilmente «Il progressivo incremento dell’organico avviato nel 2019 è stato accompagnato da un calo notevole del costo medio pro capite, diminuito del 3,9% rispetto a giugno 2019. Si è quindi avuto un incremento delle ore lavorate associato a un’efficienza dei costi. Tali miglioramenti hanno determinato un aumento considerevole della produttività degli autisti, cresciuta del 5% rispetto al 2019.»
IL SERVIZIO BOCCIATO DAI ROMANI
Nonostante i toni da parte di ATAC siano da applausi scroscianti, non brindano certamente i romani che hanno boccato totalmente il servizio. La recente indagine dell’Agenzia del Controllo dei Servizi ha dimostrato l’insoddisfazione generale del servizio offerto: solo un 5,2 per il trasporto pubblico, in miglioramento rispetto al 4,1 raggiunto nel 2019, ma chiaramente non all’altezza di una città come Roma.
NON CI SONO STATI ECCESSIVI AUMENTI DI TRAFFICO
Questa non è l’unica nota positiva per ATAC, la quale aveva festeggiato anche sulla domanda di trasporto. Benché in crescita, è rimasta – secondo ATAC – ancora sotto il livello critico imposto dal CTS dell’80% della capienza. Un aumento più sostenuto invece – ribadiscono – è stato riscontrato nelle metropolitane: «Nelle tre linee della metropolitana, la settimana scorsa, si è registrato un aumento medio di domanda pari al 18.5% delle validazioni rispetto alla settimana precedente all’apertura delle scuole. I valori registrati nella fascia oraria mattutina sono aumentati del 5% rispetto al picco del 2020, con un carico massimo medio stimato pari a circa 500 utenti per treno, a fronte di una capienza consentita di 960, pari all’80% dei 1.200 posti disponibili. Rispetto ai valori dello stesso periodo del 2019, quindi prima della pandemia, le validazioni risultano ancora inferiori di circa il 40%».