Nella capitale i controlli antiCovid sui mezzi di trasporto pubblico sembrano particolarmente difficili visto che ogni giorno vengono effettuate circa 1800 corse, tra bus, metro e tram, mentre i controllori sono solo (in media) 240. . In più diverse volte, dall’inizio della pandemia, si sono registrate aggressioni verso alcuni conducenti che hanno verificato il corretto uso della mascherina da parte dei passeggeri. Darà difficile quindi garantire il distanziamento sociale, l’uso della mascherina e la capienza delle vetture all’80% anche nella città eterna La ripartenza di settembre delle attività lavorative e scolastiche potrebbe avvenire non senza problemi. Criticità evidenziate dai sindacati.
LE PERPLESSITÀ DI CGIL, CISL E UIL
I sindacati confederali in una nota congiunta hanno esposto le ragioni alla base dei loro dubbi:
“Il ritorno del controllo sui mezzi, esteso non solo ai titoli di viaggio ma anche alla corretta applicazione delle misure anti-Covid, relative alla capienza all’80% al distanziamento e al corretto utilizzo della mascherina, porrà problemi di gestione non facili se non ci si confronta su come e con quale personale verrà svolta tale attività. Nessuno pensi che il controllo sui bus ricada sugli autisti, è opportuno che siano stanziate risorse aggiuntive per reperire il personale necessario a svolgere i suddetti compiti”. La nota ha proseguito spiegando che:“la pianificazione di servizi aggiuntivi sconta notevoli ritardi anche per limiti strutturali dei bus turistici nelle città e serve differenziare gli orari. Non ci sono stati tavoli di coordinamento anche con le parti sociali ed è responsabilità di tutto il Governo. Il protocollo sulla sicurezza sottoscritto il 20 marzo 2020 fra Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e parti sociali richiede un aggiornamento alla luce delle evoluzioni che ci sono state negli ultimi mesi”. Secondo Cgil, Cisl e Uil: “Il rischio reale è quello di bloccare il servizio soprattutto sui treni regionali. Inoltre Il trasporto pubblico locale è il settore a più alto rischio di aggressioni al personale e temiamo una escalation di tensione non governabile”.
LA POSIZIONE DELL’UGL
Anche l’Ugl si è unito al coro di proteste nei confronti delle scelte del governo:”Individuare nella categoria dei lavoratori preposti alla verifica dei titoli di viaggio chi dovrà garantire il rispetto delle norme anti covid, significa non conoscere affatto il mondo del trasporto, ignorarne numeri ed efficacia, violarne volutamente le norme contrattuali: gli agenti preposti alla verifica, infatti, non solo rappresentano un numero assolutamente insufficiente per un lavoro di tale portata, ma non avrebbero, anche volendo, strumenti né gestionali né giuridici per un compito di ordine pubblico che non può e non deve ricadere sui lavoratori. Tra l’altro, questo comporterebbe un ulteriore acuirsi dell’esposizione del personale front line alle aggressioni che continuano a verificarsi nel settore, segnale di una generalizzata gravità che più volte abbiamo chiesto alle Istituzioni di affrontare, ma che ancora non trova interventi risolutivi a garanzia degli operatori. Il tutto, a quanto risulta, senza che si voglia destinare un euro agli Autoferrotranvieri ed Internavigatori d’Italia, a quei lavoratori che fino ad oggi hanno garantito la mobilità del Paese, pur con garanzie contrattuali scadute”.
LA ROMA LIDO RIDUCE IL PERCORSO
Percorso accorciato per la ferrovia Roma lido. Dal 6 settembre il capolinea della linea è stato spostato alla fermata Lido centro. Il taglio del tragitto è stato causato dall’esiguo numero di treni a disposizione, cinque. La diminuzione dei convogli è dovuta al richiamo di alcune vetture per la revisione generale. Il ripristino della tratta originaria dovrebbe avvenire il prossimo marzo.
L’assessore ai trasporti della Regione Lazio Alessandri in una nota ha spiegato come le risorse disponibili per ammodernare la tratta, circa 180 milioni di euro, siano state impegnate.
Nello specifico 13,5 milioni sono destinati alla ristrutturazione dei treni MA 200, che per Alessandri potrebbero tornare ad essere utilizzati tra due mesi. 45 milioni invece sono stati investiti per l’acquisto di nuovi convogli, e la gara è stata già aggiudicata. Altri 40 milioni di euro sono stati dati per realizzare il nuovo deposito di Ostia. 77 milioni di euro sono stati assegnati per le opere di ammodernamento della linea, in partenza a febbraio e altri 4 milioni per i lavori del sistema di comunicazione terra-treno.