Le problematiche sul “Parco dei Ponti” all’ Eur Castellaccio sono molto note ai lettori del nostro giornale e non stiamo a ripeterle tutte. Il Parco non è mai stato inaugurato da dieci anni ma la gente lo utilizza normalmente perché è un bene pubblico che è stato incomprensibilmente sottratto alla collettività dopo che sono state investite per anni grandi risorse finanziarie.
Un museo archeologico completato e mai inaugurato, una struttura a compensazione mai finita, una ciclabile interrotta, gli attrezzi ginnici che vanno in malora, gli allagamenti non segnalati dagli allarmi e poi il mistero di un ponte romano di epoca imperiale (Marco Aurelio – Commodo) che non si capisce che fine abbia fatto e poi, soprattutto, il parco, un gioiello verde, mai inaugurato che resta lì da anni in totale incertezza amministrativa.
Il “parco fantasma” è una di quelle situazioni di cui è purtroppo piena l’Italia. Mancanza di chiarezza, incertezza, lentezza delle istituzioni preposte la fanno da padrone. Come la fa da padrone lo sconcertante immobilismo del Comune e del Municipio, incapace di fornire risposte ai cittadini. Nonostante questo stato di cose, tuttavia, i lavori fervono all’interno. Da ultimo è stato realizzato un nuovo ponte sul fiume Acqua Acetosa che proviene dai Castelli romani. Il ponte, di foggia classica ed in legno, è posto a brevissima distanza da un altro che è invece arcuato e sempre in legno. Non si capisce la ratio di un altro ponte così vicino al primo visto che per realizzarlo si saranno impiegate cospicue risorse economiche. È una di quelle opere di è piena l’Italia e che paiono più monumenti allo spreco che funzionali ad una reale esigenza della collettività. Nel frattempo l’opera di sbancamento delle canne lungo l’Acqua Acetosa e lungo il Vallerano ha distrutto l’habitat dei cinghiali selvatici che sono emersi allo scoperto attaccando umani ed animali nella totale assenza di risposte istituzionali. La tecnica è quella del “facciamo finta di niente” finché non succede un fattaccio e poi ci rammarichiamo.
Da ultimo, ma non meno importante, è il fatto che dentro al parco sono stati occupati vari manufatti da parte di homeless alla ricerca di un riparo. E così sia la costruzione a compensazione non completata, sia i silos sono diventati centri accoglienza non autorizzati con le inevitabili ripercussioni su sicurezza e igiene.
Un museo archeologico completato e mai inaugurato, una struttura a compensazione mai finita, una ciclabile interrotta, gli attrezzi ginnici che vanno in malora, gli allagamenti non segnalati dagli allarmi e poi il mistero di un ponte romano di epoca imperiale (Marco Aurelio – Commodo) che non si capisce che fine abbia fatto e poi, soprattutto, il parco, un gioiello verde, mai inaugurato che resta lì da anni in totale incertezza amministrativa.
Il “parco fantasma” è una di quelle situazioni di cui è purtroppo piena l’Italia. Mancanza di chiarezza, incertezza, lentezza delle istituzioni preposte la fanno da padrone. Come la fa da padrone lo sconcertante immobilismo del Comune e del Municipio, incapace di fornire risposte ai cittadini. Nonostante questo stato di cose, tuttavia, i lavori fervono all’interno. Da ultimo è stato realizzato un nuovo ponte sul fiume Acqua Acetosa che proviene dai Castelli romani. Il ponte, di foggia classica ed in legno, è posto a brevissima distanza da un altro che è invece arcuato e sempre in legno. Non si capisce la ratio di un altro ponte così vicino al primo visto che per realizzarlo si saranno impiegate cospicue risorse economiche. È una di quelle opere di è piena l’Italia e che paiono più monumenti allo spreco che funzionali ad una reale esigenza della collettività. Nel frattempo l’opera di sbancamento delle canne lungo l’Acqua Acetosa e lungo il Vallerano ha distrutto l’habitat dei cinghiali selvatici che sono emersi allo scoperto attaccando umani ed animali nella totale assenza di risposte istituzionali. La tecnica è quella del “facciamo finta di niente” finché non succede un fattaccio e poi ci rammarichiamo.
Da ultimo, ma non meno importante, è il fatto che dentro al parco sono stati occupati vari manufatti da parte di homeless alla ricerca di un riparo. E così sia la costruzione a compensazione non completata, sia i silos sono diventati centri accoglienza non autorizzati con le inevitabili ripercussioni su sicurezza e igiene.
20/05/2021