È partito l’alleggerimento del coprifuoco, dal 19 maggio spostato alle ore 23, il 7 giugno sarà posticipato alle 24 e quindi abolito dal 21 giugno. . La campagna contro il coronavirus nella nostra regione procede speditamente e fa ben sperare. Per allargare la maglia dei vaccinati sono spuntati gli “open day Astrazeneca”. Quello di domenica 16 maggio, riservato agli over 40, si è chiuso col sold out. Ventimila dosi iniettate in poche ore. Si replicherà con gli over 30. Sono in arrivo altre 80.000 dosi. Intanto si avanza pure con la somministrazione per fasce d’età e per comorbilità. E per giugno e luglio c’è l’obiettivo di immunizzare trentenni e ventenni.
Per i maturandi, circa 50.000 studenti, Zingaretti ha confermato l’idea di vaccinazioni nei giorni 1, 2 e 3 giugno, con Pfizer.
Finora nel Lazio sono più di due milioni e mezzo le persone che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino. L’unico neo, che ha portato anche a sottoscrizioni e a ventilate denunce, il rinvio della seconda dose Pfizer annunciata a tappeto ai pazienti via sms.
IL CASO DELLA SECONDA DOSE PFIZER
Sul punto l’assessore regionale alla sanità, Alessio D’Amato, ha gettato acqua sul fuoco: ”L’allungamento del richiamo a 5 settimane è riportato anche nel bugiardino di Pfizer – ha spiegato -. Questo slittamento ci permette di recuperare per maggio 100 mila slot. La vaccinazione non si fa con le carte bollate e i tribunali. Per noi è importante immunizzare più persone possibili con la prima dose. Con più Pfizer a disposizione copriamo più utenti e, come il Regno Unito, possiamo abbassare il numero giornaliero di morti”. L’assessore, intanto, ha optato per il Johnson e Johnson, più richiesto perché monodose. ”Io sono entrato ora nella fascia di età per la vaccinazione”, ha dichiarato, ”Mi sono prenotato, ho scelto proprio Johnson e Johnson. Una botta e via”.
I PROSSIMI PASSI NEL LAZIO
Dopo l’immunizzazione dei giovani, sarà revocato l’obbligo della mascherina all’aperto. Secondo le previsioni della Regione Lazio ”entro luglio”. Il 21 giugno sparirà il coprifuoco. Ma già l’ora in più di ”libera circolazione” concessa dal governo è un sollievo. ”L’allentamento del coprifuoco, avvertono dall’assessorato, però, non sarà ”un tana libera tutti”. Servirà ad aiutare le attività e l’economia. La movida selvaggia non sarà ammessa. Non vanno ripetuti gli errori dell’estate scorsa”.
VACCINI IN FARMACIA
La svolta, però, arriverà con la somministrazione dei vaccini in farmacia, slittati ai primi di giugno, e con l’aumento delle dosi ai medici di base. Le prenotazioni per la vaccinazione in farmacia dovranno essere effettuate sempre sul sito di Salute Lazio e sono state aperte a tutti i cittadini sotto i 50 anni. A due mesi dalla firma dei protocolli, finalmente si passa ai fatti. A Roma e nel Lazio hanno pre-aderito 1.100 farmacie, ovvero più della metà di quelle presenti nel territorio. Il vaccino Covid in farmacia permetterà una ulteriore accelerazione della campagna vaccinale. Per la somministrazione dei vaccini anti Covid le farmacie si organizzeranno nella maggior parte dei casi con i gazebo esterni, come già fatto per i tamponi. Le farmacie che già si sono attrezzate con gli stand dei tamponi potrebbero usare quelli, in modo alternato, per effettuare test e vaccini. ”Oppure ne saranno aperte altre: il Comune di Roma, per esempio, è stato molto disponibile a concedere un altro eventuale gazebo dedicato ai vaccini”, ha detto il vicepresidente di Federfarma Roma Alfredo Procaccini, ”Le strutture ci sono e i farmacisti sono pronti”.
I numeri dei contagi e dei morti stanno calando. Le terapie intensive sono meno intasate. Troppo presto, però, per abbassare la guardia.
DAI ‘NO VAX’ AI ‘SUPER VAX’
Intanto i no vax sono scesi in piazza Bocca della verità, lunedì 17 maggio, per protestare contro vaccini e il green pass. ”Io no vax li inviterei a vedere la gente che muore in ospedale – ha detto Antonio Magi, il presidente dell’ordine dei medici -. Ci siamo ritrovati casi di no vax che sono diventati ‘super vax’ dopo la malattia e la terapia intensiva. I vaccini sono l’unica carta per uscire dalla pandemia e dalla crisi economica. Fortunatamente non ci risultano medici no vax. Dai dati trasmessi dalla Regione Lazio sarebbero 3600 i sanitari (tra medici e infermieri e tecnici sanitari) che non hanno ancora fatto il vaccino, ma questo dato va monitorato: non si tratta sempre di casi di rifiuto, ma nella maggior parte dei casi di operatori che hanno già contratto il covid o che hanno delle patologie importanti. Tutti i sanitari comunque hanno l’obbligo di vaccinarsi altrimenti rischiano la sospensione”.
”Nel Lazio – afferma il Presidente Magi – abbiamo una organizzazione mastodontica che sarà utilissima e sfruttata a pieno ritmo solo quando arriveranno tutti i vaccini dal governo. I medici hanno poche dosi settimanali a disposizione”.