“Condivido la sospensione del procedimento su Monte Carnevale stabilita dall’Assessorato regionale – attacca Marco Cacciatore, presidente della Commissione Rifiuti del Lazio – certo, non c’era bisogno delle inchieste per portare alla luce i vizi normativi intorno alla scelta di Monte Carnevale come discarica per Roma. La decisione del Comune di Roma si è rivelata sbagliata per tanti motivi. Mentre siamo ancora in attesa della revoca della delibera di Giunta che ha condannato Monte Carnevale, dato che la sindaca Raggi preferisce come sempre parole vuote ai fatti concreti, dobbiamo pensare a chiudere un capitolo e guardare al futuro. Ecco cosa si dovrebbe fare ora per rispondere a chi chiede soluzioni: mettere la parola fine su Monte Carnevale; considerare le valutazioni di ARPA e di dipartimenti epidemiologici per valutare eventuali elementi di rischio per la Valle Galeria alla luce della legge 13/2019 sulle aree a rischio ambientale. Ricordo in proposito che siamo ancora in attesa dello studio epidemiologico ERAS (2012) sulle aree a rischio di cui l’Aula ha votato l’aggiornamento. Anche lo studio dovrà seguire la valutazione delle aree a rischio sulla Valle Galeria. Ripartire da una ricognizione sulle aree idonee su tutta Roma e nel rispetto dei criteri di autosufficienza e prossimità previsti dal Piano regionale Rifiuti. Sarà bene valutare il possibile commissariamento di Città Metropolitana e delle altre province che non hanno individuato siti idonei e non idonei per gli discariche e impianti, come previsto invece dalla Legge”.
SOSPENDERE LE DECISIONI DELLA TOSINI
“Sospendere e riesaminare – aggiunge inoltre Cacciatore – tutte le decisioni e gli atti prodotti in questi anni dalla Direzione rifiuti ora sotto di indagine. Oggi abbiamo per fortuna Piano Rifiuti che, per quanto a volte enunciativo, presenta comunque principi condivisibili. Ecco perché è possibile cambiare rotta, lasciandoci alle spalle una volta per tutte la vicenda di Monte Carnevale. Per andare sempre di più verso impianti pubblici, piccoli e diffusi sul territorio e convertiti al recupero materia. A garanzia della vivibilità dei territori e di un sistema a msura d’uomo. Un’altra gestione dei rifiuti è possibile!”