COSA E’ VIETATO E COSA NO FINO AD ORA
Con il decreto attualmente in vigore sono vietati i ricevimenti. Ma, cosa vuol dire nel dettaglio? Innanzitutto occorre chiarire che le cerimonie civili e religiose sono consentite. Questo significa che chi aveva fissato una data per un matrimonio, ad esempio, in una data compresa fino al 5 marzo può decidere di confermarla perché la cerimonia è consentita. Attenzione però: non è possibile per gli invitati spostarsi in un ristorante o in una struttura adibita ai ricevimenti. «Restano sospesi tutti i ricevimenti nei luoghi al chiuso e all’aperto – si legge nel testo del decreto attualmente in vigore -, ivi compresi quelli conseguenti a cerimonie civili e religiose».
LE REGOLE PER LE CERIMONIE FINO AD ORA
«Restano consentite invece – si legge ancora nel decreto – sia le cerimonie religiose che quelle civili, purché si svolgano nel rispetto di tutte le misure di prevenzione per il contenimento del contagio da SARS-CoV-2». Per le funzioni religiose è necessario il mantenimento della distanza interpersonale di almeno 1 metro e l’utilizzo mascherina per la protezione delle vie respiratorie.
«L’accesso alla chiesa – chiarisce il decreto – può essere regolato da volontari che, muniti di guanti monouso e un evidente segno di riconoscimento, favoriscano l’accesso e l’uscita degli invitati, nel rispetto della distanza interpersonale di almeno 1,5 metro. Si consiglia, inoltre, l’utilizzo di più ingressi, ove presenti, distinguendo quelli riservati all’entrata da quelli destinati all’uscita. Le stesse misure preventive valgono anche per i riti civili, per i quali, ove sia possibile si consiglia l’utilizzo di spazi esterni. La capienza massima del luogo di culto o sala in cui avrà luogo la cerimonia viene stabilita da un ente legale tenendo conto della distanza minima di 1 metro laterale e frontale».
SI ATTENDONO LE NUOVE DECISIONI
Insomma, se fino al 5 marzo sono consentite solo le cerimonie e non i ricevimenti, bisognerà aspettare qualche altro giorno per capire cosa intenderà fare il nuovo governo. La decisione è particolarmente attesa soprattutto perché si va incontro alla primavera e all’estate, stagioni in cui sono solitamente in programma un vasto numero di matrimoni.
Il governo potrebbe mantenere una linea rigida, anche a causa delle varianti, stabilire regole in base al “colore” delle regioni, o aprire ai ricevimenti nel rispetto di determinate normative da rispettare. Non è da escludere che si torni alle regole del Dpcm del 13 ottobre in cui era fissato a 30 il limite del numero delle persone che potranno partecipare a cerimonie civili e religiose, come matrimoni e battesimi.
Potrebbe anche subentrare l’obbligo del vaccino per gli invitati, in modo da tenere sotto controllo il rischio di contagio durante il banchetto. Insomma, di ipotesi al vaglio ce ne sono ma ancora non c’è niente di certo. Ai promessi sposi che hanno già rimandato nel 2020 non resta che attendere per poi decidere se sposarsi lo stesso, con le regole che saranno in vigore, o rimandare nuovamente a data da destinarsi.
ANNO NERO PER IL SETTORE WEDDING
Oltre all’incertezza che ha caratterizzato il 2020 e i primi due mesi del 2021 per i promessi sposi, si aggiunge quella dei lavoratori del settore wedding. Secondo recenti indagini, infatti, il fatturato è calato del 90%. Un nuovo stop per le attività potrebbe essere fatale. Si stima che Il rinvio di oltre la metà dei matrimoni ‘italiani’, la totale cancellazione di quelli ‘stranieri’, la celebrazione in forma ridotta per chi ha deciso comunque di non rinunciare a convolare a nozze ha fatto sì che il 2020 è stato l’anno nero per la wedding industry, con un crollo degli incassi rispetto all’anno precedente: dai 15 miliardi del 2019 ai quasi due del 2020.