“Lo ripetiamo quotidianamente – prosegue Anastasìa -: le carceri sono luoghi a rischio per la diffusione della pandemia. Le loro condizioni igieniche e di sovraffollamento, unite alle condizioni di salute dei detenuti, ne fanno ambienti in cui il virus ha grande facilità di diffusione, nonostante gli sforzi profusi dal personale sanitario e penitenziario e dalla sempre maggiore consapevolezza dei detenuti sulle misure di prevenzione individuali da adottare. Questa situazione non può proseguire ancora per mesi, in attesa che arrivi il vaccino o che si prendano il Covid tutti i detenuti. Servono iniziative e disposizioni immediate, a partire dalla scarcerazione di tutti coloro che possano beneficiare di alternative al carcere e dei detenuti in attesa di giudizio per reati non violenti, in modo che si possa gestire nel migliore dei modi l’isolamento, il monitoraggio e l’assistenza di chi contrae il virus in carcere. Serve il vaccino subito, come è stato fatto nelle cinque Residenze per le misure di sicurezza (Rems) del Lazio”.
“Abbiamo apprezzato il riconoscimento da parte del commissario Arcuri della necessità di procedere quanto prima alla vaccinazione dei detenuti e del personale penitenziario operante a diretto contatto con loro, ma è necessario – conclude Anastasìa – che questa affermazione si traduca in disposizioni alle regioni per la programmazione del prosieguo della campagna vaccinale”.