«Ho servito l’amministrazione di Roma con impegno e collaborando sempre lealmente per 48 mesi. La Sindaca ha deciso di interrompere questa collaborazione a ridosso dalla fine del mandato». Inizia così un lungo post nel quale l’ormai ex vicesindaco e assessore alla cultura di Roma Luca Bergamo commenta il “licenziamento” da parte del sindaco Virginia Raggi. Liquidato anche l’assessore al commercio Carlo Cafarotti, sostituito da Andrea Coia, presidente della Commissione Commercio, mentre il nuovo assessore alla Cultura sarà la giornalista e scrittrice Lorenza Fruci, compagna di classe di Raggi al liceo.
«Avevo espresso mesi fa riserve su modi e tempi della sua scelta di ricandidarsi, perché così fatta, senza confrontarsi, senza riflettere sui limiti dell’esperienza, poteva disperdere la parte buona del lavoro fatto – spiega Bergamo – danneggiare la costruzione di una innovativa alleanza politica nel paese e lasciare Roma con il Recovery Fund in mano a una destra che ben conosciamo e che a Roma ha lasciato solo macerie. Avvisavo che la sua forzatura invece di unire, raccogliere in un progetto comune le forze disponibili, irrigidiva le posizioni dei diversi attori e l’estrema personalizzazione avrebbe reso più difficile un confronto onesto e di merito, il solo strumento disponibile per favorire l’evoluzione delle posizioni dopo quattro anni di ostilità aspre. Fino ad ora mi pare di averci visto giusto».
E ancora: «Viviamo un momento durissimo e così sarà ancora. La città e il mondo della cultura sono in grave sofferenza, in questi mesi non ho cessato un momento di dare il mio contributo come Assessore e Vicesindaco, al mio meglio, nelle condizioni date e con correttezza. Continuo a essere convinto che la pluralità dei punti di vista, quando intellettualmente onesti, sia una ricchezza non un pericolo. Tra livello istituzionale, politico e campagna elettorale ci sono inevitabilmente sovrapposizioni, ma anche necessarie distinzioni da preservare e difendere. Le mie scelte si sono ispirate fino all’ultimo a questo principio. È stato un lavoro di squadra quello che ha reso possibile il notevole sviluppo delle politiche culturali a Roma e il loro riconoscimento all’estero, tanto più tenuto conto delle turbolenze che è stato costantemente necessario affrontare in questi anni. Ringrazio tutte le donne e uomini che ne sono state protagoniste, come ringrazio le centinaia di persone che in queste ore mandano messaggi».
Dopo aver ringraziato gli uffici e i suoi collaboratori, conclude: «Resto convinto che condividere e riflettere serenamente sull’esperienza di questi anni, possa aiutare a preservarne gli esiti migliori, superarne evidenti limiti e dare forma al progetto di futuro che non emerge dal confronto politico quotidiano, ma che è indispensabile. Nei limiti del possibile concorrerò a farlo. Nei prossimi giorni ci saranno occasioni per approfondire».