Uno stage antiaggressione gratuito per celebrare, in un modo pratico e intelligente, la “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, che come ogni anno cade il 25 novembre. A promuovere l’iniziativa, aperta a tutti previa iscrizione, è il Municipio VII, che ha scelto di sponsorizzare l’evento per dare al territorio un segno concreto riguardo alla necessaria cultura della prevenzione. I dati dell’ultimo rapporto del Censis, messo a punto in collaborazione con il Dipartimento per le Pari Opportunità, fotografano infatti il dato che l’Italia non è un paese per donne. Nel rapporto si parla di un femminicidio ogni 60 ore. E, stando alle denunce, negli ultimi dieci anni i reati di violenza sessuale sono stati ben 48.377 (in più del 90% dei casi ad essere le vittime sono le donne). Anche i dati dell’associazione SOS Stalking, non tranquillizzano: nei primi sei mesi del 2019, 39 sono state le vittime di femminicidio e il Lazio, con 5 vittime, insieme a Sicilia ed Emilia Romagna, si colloca al secondo posto per il numero più elevato di donne assassinate, dopo la Lombardia (7). Lo stage anti-aggressione di circa due ore, che si terrà il 25 novembre dalle 18 alle 20 nella palestra di via Albano, 32 (info e prenotazioni: 067848363) è un primo passo per farsi un’idea di cosa significa reagire ad una aggressione.
Il corso
Rassicura uno degli istruttori, Mario Sapia – “è molto semplice”. “Durante la lezione spieghiamo che cos’è è come avviene un’aggressione, cosa vuole dire essere aggressore e cosa essere vittima. È fondamentale che di fronte ad una aggressione la persona aggredita riesca a reagire”. Per illustrare come questo si traduca nel concreto, verranno mostrati degli esempi con la segnalazione di alcune situazioni da evitare per prevenire una possibile violenza. Sapia ne snocciola alcuni: “Tanto per cominciare – dice – occorre evitare di andare a prendere la macchina in garage sempre alla stessa ora, perché in genere il serial studia le mosse e pianifica l’aggressione”. Attenzione poi a dove si posizione la borsa in macchina: mai sul sedile accanto al guidatore, perché facilita il tentativo di furto. O, ancora, nei grossi parcheggi dei supermercati “fare attenzione a non trovarsi mai da sole”. Consigli di buonsenso, per lo più, ma a cui non si fa ancora abbastanza attenzione. E che meriterebbero invece di essere tenuti sempre a mente. “La cultura della prevenzione, che non si fa per nulla nelle scuole – ricorda Sapia – viene incentivata anche fornendo dei casi studio indicativi, insieme a piccoli suggerimenti per non incappare in esperienze spiacevoli”. Oltre alla parte teorica, ci sarà anche qualche apprendimento ‘pratico’ da portare a casa: “Nel corso della lezione – promette – insegniamo anche poche cose da fare, semplicissime, con il metodo krav maga. Una tecnica che si impara in quattro, massimo cinque lezioni. Cosa fare, per esempio, per uscire fuori dalla presa di una mano, o da una presa al collo”. Il metodo krav maga, di origine ebraica (letteralmente: combattimento con contatto) nato nella prima metà del XX secolo grazie a Imi Lichtenfeld, è una delle tecniche di autodifesa personale che va oggi per la maggiore, anche per la facilità di apprendimento. “Con quattro lezioni fatte bene – assicura Sapia – uno riesce già a dare una risposta concreta ad un aggressore”. E conclude: “Ho tante testimonianza di sventate aggressioni per la capacità appresa delle vittime di reagire”.
Elena Paparelli