“Se non è zuppa è pan bagnato” dice il famoso proverbio che, volendolo declinare a Roma diventerebbe: “Se non è burocrazia farraginosa è degrado”. Ciò per indicare la stessa sostanza delle cose: il lassismo. In questa città la coperta pare essere sempre corta da qualche lato e così, quando non vi sono disagi strutturali, ci pensa la burocrazia a far saltare fuori qualche criticità.
IL MERCATO DI CINECITTA’ – Siamo al mercato di Cinecittà di largo Giulio Capitolino, 58 box disponibili in un polo commerciale attrezzato e importante per il tessuto sociale, l’economia del quartiere e per tutto il VII Municipio. La scorsa amministrazione, a guida Lozzi, aveva pensato bene in vista della fine della pandemia di Covid, di risolvere varie problematiche che affliggevano la struttura, in modo da agevolarne poi il rilancio. Ma ad oggi la panoramica sul mercato ci restituisce una collezione insopportabile di serrande abbassate, più della metà. Va da sé che la mancata assegnazione dei box, di fatto, rende inutili gli interventi di cui sopra. Uno spreco di denaro pubblico importante e una occasione d’oro mancata per l’economia del territorio.
LA BUROCRAZIA FARRAGINOSA E LE CRITICITÀ COLLATERALI – Dice Renata Martinelli, vicepresidente dell’Associazione di Gestione dei Servizi del mercato Cinecittà: “Attualmente sono aperti 28 box su 58. La precedente amministrazione aveva effettuato lavori di manutenzione che avevano ridato lustro al mercato, tra i quali il rifacimento dei tetti, il ripristino degli intonaci, la sostituzione delle porte rotte. Ma molti box sono chiusi perché i bandi per le assegnazioni sono pochi e spesso non vanno a buon fine”. E ciò non fa altro che “far desistere gli interessati a far domanda”, sostiene la vicepresidente. In questa situazione, poi, c’è anche chi se ne approfitta. Spiega l’operatrice: “Il Municipio non riesce ad essere solerte nel revocare e riassegnare i banchi, tant’è che nel nostro mercato vi sono situazioni di morosità ferme da diversi anni e che portano interi settori della struttura ad essere in stato di abbandono”. Pare poi che negli spazi si sistemino banchetti abusivi con merce di dubbia provenienza che poi, se invenduta, viene abbandonata sul posto. Il mercato come una finestra rotta, insomma, quando avrebbe tutte le possibilità per diventare un palazzo di vetro.
“SOLLEVEREMO IL CASO IN COMMISSIONE COMMERCIO”, DICE IL LEGHISTA SANTORI. “SONO MOLTO FIDUCIOSO, RILANCEREMO LA STRUTTURA”, GLI RISPONDE ALEMANNI – Sulla vicenda si è espresso il consigliere capitolino in quota Lega Fabrizio Santori, che senza girarci attorno ha dichiarato: “Solleveremo in Commissione Commercio il caso del mercato nuovo di Cinecittà, sito diventato simbolo del degrado che investe queste strutture abbandonate all’incuria, alla burocrazia ottusa e allo sfascio”, aggiungendo che: “Banchi chiusi, bandi che non escono, uffici che non rispondono, sono una vergogna che si trascina da tempo nonostante le proteste degli operatori” ha poi concluso. “Ho parlato con gli operatori e con l’AGS, stiamo ultimando la stipula della convenzione come Comune”, gli ha risposto Andrea Alemanni, Presidente della Commissione Commercio in Campidoglio, precisando che: “Sono sicuro che ci siano i presupposti per far rinascere il mercato. Vanno impostati gli spazi per consentire la fruizione della somministrazione e bisogna fare una precisa ricognizione delle situazioni di morosità sulle licenze. Lavoro che faremo assieme al Municipio con il supporto dell’Assessore Pieri. Razionalizzate le licenze potremo realizzare un progetto che rilanci la struttura. Sono molto fiducioso”. Dopo di che, bene le intenzioni, benissimo le ricognizioni, ma i problemi, fattualmente, quando si risolvono? Abbiamo ormai imparato che dopo gli annunci vengono i programmi, poi i cronoprogrammi, poi i sopralluoghi, poi i controlli, poi le pianificazioni, e poi ancora dichiarazioni su dichiarazioni, riunioni su riunioni che “al mercato mio padre comprò”. E che si fa alla fine della fiera?