Il progetto riceve anche la ‘benedizione’ della Giunta Gualtieri
Valorizzare la gastronomia locale e la tradizione culinaria della capitale attraverso una certificazione di qualità dei ristoranti che offrono piatti della cucina romana. L’idea è venuta alla Fipe Confcommercio, che in collaborazione con la Camera di Commercio di Roma ha presentato il progetto “Ristorante tipico”. Un programma che secondo i suoi proponenti può contribuire al rilancio del turismo nella città eterna. Molti paesi infatti, da quello che si legge nella sezione del sito della Confcommercio dedicata alla presentazione del progetto, utilizzano la cucina e la ristorazione per attrarre i turisti provenienti dall’estero.
IL PROGRAMMA
Il piano nello specifico è basato su quattro pilastri: l’autenticità delle ricette offerte dalle attività che aderiscono al programma, con l’offerta di un numero minimo di piatti della cucina romana comprensivo di almeno tre antipasti, cinque primi, cinque secondi e tre desert. La qualità del cibo offerto, garantito con l’utilizzo di materie prime locali certificate Ipg, Dop e Sgt della Regione Lazio e il rispetto dei processi di preparazione e finalizzazione dei piatti. La trasparenza, garantita attraverso la tracciabilità delle ricette, che assicura l’autenticità dei piatti e della filiera. E infine la distintività, incentrata su un bollino digitale che ha la funzione di identifica la filosofia del progetto e garantire la riconoscibilità nazionale ed internazionale del progetto. Il programma è stato sviluppato dalla start up innovativa pOsti, che ha il suo campo di specializzazione nell’applicazione delle tecnologie emergenti alla ristorazione e all’agrifoodtech. Nel corso della presentazione del progetto il presidente della Camera di Commercio Roma Tagliavanti ha levato una dura critica contro l’uso dei cibi precotti nei ristoranti:”E’ inaccettabile che al centro di Roma si servano cibi precotti: la capitale custodisce un grande patrimonio in termine di qualità del cibo”. E ha riservato parole dure contro i buttadentro, le persone che fuori dai ristoranti del centro storico di Roma invitano le persone a entrare nei locali: “E’ una figura della quale Roma non ha bisogno”, ha commentato Tagliavanti.
“SÌ” DELLA GIUNTA GUALTERI
All’evento erano presenti anche l’assessore allo sport e ai grandi eventi Onorato e l’assessora alle attività produttive Lucarelli. Il primo ha elogiato il progetto: “Puntare sull’unicità della cucina romana è un’idea vincente per il settore della ristorazione e per quello del turismo. Ha dichiarato Onorato. Un marchio di qualità, che certificherà la valorizzazione della vera cucina della nostra tradizione e che rappresenterà una garanzia per i clienti è fondamentale per offrire servizi sempre più performanti a cittadini e turisti. Questo progetto ci aiuta a rilanciare le nostre eccellenze e a far ripartire finalmente settori che sono stati tra i più colpiti dalla pandemia puntando sulla qualità e la tutela dei prodotti”. Anche Lucarelli si è espressa favorevolmente rispetto al programma:”Un altro passo importante per valorizzare le ricchezze del territorio e aumentare la qualità” Ha scritto l’assessora sul proprio profilo Facebook. In un altro passo del post si è espressa anche sugli acchiappini.”Stiamo lavorando anche allo sgradevole fenomeno dei buttadentro, Roma merita solo il meglio”.