Nel cuore del quartiere Prati – Vittoria, a piazza Bainsizza, c’è una enorme struttura che recentemente è tornata al centro di accese discussioni sulla sua destinazione: si tratta dell’ex deposito Atac, area inaugurata alla fine degli anni Venti e composta da due edifici e alcune rimesse, disposti su una superficie di quasi 18 mila metri quadrati. Un bene notevole dunque, che tempo fa (agosto 2021) è stato messo in vendita per ottenere fondi da destinare al ripianamento almeno parziale del bilancio debitorio di Atac.
IL RUOLO DEL COMUNE – La situazione però, praticamente da subito, si è rivelata piuttosto ingarbugliata. Da un lato, infatti, il Comune di Roma avrebbe potuto esercitare il diritto di prelazione nell’acquisto ma non l’ha fatto. Salvo poi, a quanto risulta, partecipare all’asta (conclusasi nel novembre 2021) e vedere la propria offerta battuta. Non è però finita qui, perché in seguito l’Assemblea capitolina ha approvato una delibera in cui si ribadisce l’interesse pubblico del bene e si stabilisce, come previsto dal regolamento dell’asta, di presentare una offerta di acquisto maggiorata del 10% rispetto a quella vincitrice (per un importo di circa 20 milioni di euro). Offerta che però è stata nuovamente battuta.
E QUELLO DEI PRIVATI – Dunque il lotto verrà ceduto a privati, ma prima che la vendita sia perfezionata, la procedura prevede alcuni ulteriori passaggi: innanzitutto una nuova possibilità, per il Campidoglio, di esercitare il diritto di prelazione. E poi la stessa possibilità per il Ministero dei Beni Culturali, dato che l’intera area dell’ex rimessa è oggetto di una dichiarazione di interesse storico-artistico presentata dalla Direzione regionale dello stesso ministero (decreto n.139/2013). Molti, a questo punto, vorrebbero forzare il dicastero guidato da Dario Franceschini ad agire in modo che la struttura resti un asset dello Stato. Al momento, comunque, sembra che la proprietà passerà di mano. Sulla questione sono intervenuti ripetutamente sia i cittadini sia vari esponenti della politica. Quanto alla politica, De Gregorio, Cicconi e Lobefaro (Lista Calenda) hanno duramente criticato la gestione del contesto in esame da parte dell’amministrazione comunale sia di Raggi sia di Gualtieri, concludendo che “ora conviene a tutti, Comune e cittadini, ascoltare e valutare attentamente cosa propone la società Sant’Anna per la famiglia, aggiudicataria dell’asta pubblica”.
LA RACCOLTA FIRME PROMOSSA DAI CITTADINI – Dal canto loro i cittadini, che tra comitati e gruppi di quartiere non hanno mai smesso di far sentire la loro voce, hanno tra le altre cose organizzato diverse iniziative, tra le quali spicca quella del coordinamento Insieme 17, che ha lanciato una raccolta di firme per chiedere che la struttura resti a disposizione della collettività (“vogliamo una vera rigenerazione urbana, cioè fondata sulla tutela degli spazi pubblici e il loro riuso sociale” si legge tra l’altro nel testo dell’appello). Inoltre Viviana Sidoni, consigliere di Italia Nostra Roma, dice a Il Caffè che “è fondamentale far valere il vincolo e mantenere la garanzia di destinazione dell’immobile a servizi di rilievo sociale. Il movimento cittadino e dell’associazionismo civico hanno evitato in passato che si concretizzasse l’idea di un centro commerciale nonché modifiche di cubatura di forte impatto urbanistico. E questo è ciò che si continuerà a fare: far rispettare il vincolo di interesse culturale apposto dalla Soprintendenza”.
L’ATTO APPROVATO IN PRIMO MUNICIPIO – Ed è appunto sulla destinazione d’uso della struttura che si concentra ora l’attenzione. In proposito il Municipio I nelle scorse settimane ha approvato a maggioranza (con consensi da parte di tutte le forze politiche) una risoluzione in cui si impegna il presidente Bonaccorsi a mettere in atto ogni azione utile finalizzata a fare in modo che sia mantenuto l’utilizzo pubblico. Dal canto suo la società acquirente ha fatto sapere che l’intenzione è quella di procedere ad una riqualificazione dell’intera area: in una lettera inviata al sindaco Gualtieri, infatti, si propongono tra l’altro la ristrutturazione degli edifici, la realizzazione di un’autorimessa interrata da cedere gratuitamente al Comune, la predisposizione di zone verdi e aree da dedicare ad attività sportive e culturali aperte al pubblico.