“Io credo di aver dimostrato, dalle mascherine a Concorsopoli, che non c’è bisogno di sedere in una commissione per fare il proprio lavoro, il consigliere ha già tutti gli strumenti necessari per potersi muovere. Sicuramente però è stato importante che non si sia voluta annacquare una proposta che è venuta dalla maggioranza, visto che la nuova commissione Trasparenza e Pubblicità è stata chiesta da Buschini nel momento in cui si è dimesso, magari assegnandola ad un’altra persona che l’avrebbe gestita in maniera più morbida, cosa che io sicuramente non farò. Quindi sono contenta che la maggioranza non abbia fatto scherzi sul mio nome, significa che si sono resi conto di aver esagerato e che vogliono che qualcuno vada in fondo alla questione “concorsopoli””.
Siete stati voi di Fratelli d’Italia a porre la questione delle irregolarità nel concorso per il comune di Allumiere, come procederà per fare chiarezza?
“Intanto sappiamo che il sindaco ha chiesto un parere legale, il parere legale è arrivato ed è stato quello di procedere con l’annullamento del concorso, ma ad oggi non c’è stato ancora nessun annullamento e questo è il vero scandalo di questa storia. Io naturalmente, nel mio lavoro in commissione, non mi voglio sovrapporre alla magistratura, ma voglio che la parte politica si prenda le sue responsabilità e quindi passerò a sentire tutti gli interessati e a fare le domande che non sono state fatte perché c’è un tema: c’è un sistema e qualcuno deve dirci chi è il regista di questo sistema”.
Insomma vuole scoperchiare tutto?
“Io voglio scoperchiare tutto perché credo sia legittimo sapere la verità ma soprattutto perché è doveroso verso i cittadini, che in momento di pandemia stanno vivendo difficoltà che già vivevano prima, ma ora in modo amplificato, e non possono avere il dubbio che qualche esponente delle istituzioni usi le istituzioni stesse per sistemare i propri amici”.
Oltre a Concorsopoli Il Caffè ha lanciato lo scandalo ‘Pubblicitopoli’. Attraverso le spese pubblicitarie la politica regionale ‘detta’ ai giornali e siti internet la linea editoriale: se non scrivi quello che vogliono sei fuori da qualsiasi bando pubblicitario. Cosa si può fare per separare il ruolo istituzionale dei politici da quello di cane da guardia della stampa?
“È assolutamente inaccettabile, la stampa libera dovrebbe essere uno dei pilastri della nostra democrazia, ognuno è libero di avere la sua idea, può parteggiare per uno o per l’altro ma è abbastanza evidente che l’idea di dare dei fondi a chi mantiene una linea più governativa è assolutamente da sconfiggere e se posso mettere il lavoro della commissione a disposizione per andare a fondo anche su questo punto lo faccio molto volentieri. In questi giorni per esempio è uscita fuori la questione della libraia di Tor Bella Monaca che si rifiutava di vendere il libro della Meloni, per una questione etica diceva lei, ma poi si è scoperto che casualmente è destinataria di fondi pubblici. Così è molto facile fare delle scelte, può permettersi di non vendere il libro più venduto in questo momento perché qualcuno l’ha pagata ed è quello che succede anche con la stampa: è inaccettabile che qualcuno riceva i finanziamenti e qualcuno no, a seconda se sei “amico di”, siamo nel paese delle banane e io non sono disposta a far parte di un’istituzione che si comporta da paese delle banane”.
Abbiamo analizzato i bilanci della Regione Lazio. È impossibile risalire alla spesa totale delle spese pubblicitarie nascoste in mille piccole voci.
“Il bilancio della Regione Lazio è davvero complicatissimo, ci sono tante spese che sono state divise e inserite in diverse voci ma a maggior ragione con la commissione possiamo fare un grande lavoro e possiamo andare a vedere quali spese sono state spacchettate e quali sono arrivate a quali media, perché io un paio di idee ce l’ho”.
‘Pubblicitopoli’ – il triangolo politica, editoria e malaffare impera da decenni – cosa si può fare per spezzare questo scandalo indegno di un paese civile?
“Noi oggi, ad esempio, come FdI stiamo difendendo il programma “Anni 20” che vogliono imbavagliare perché lo hanno giudicato sovranista. A parte che non mi risulta che l’essere “sovranista” sia fuori legge, ma c’è un principio ormai secondo il quale la libera informazione è giusta solo se va nella direzione del politically correct. C’è un problema di ingerenza della politica, ma non della politica tutta, di quella governativa, che cerca di intervenire per far tenere ai media delle posizioni a loro vicine. Questo svilisce prima di tutto il ruolo del giornalismo, perché credo sia abbastanza triste farsi dettare la linea da altri, come se qualcuno che non fa politica venisse e ci dicesse quale deve essere la linea di Fratelli d’Italia. Quello che andrebbe sancito una volta per tutti è che ci sia la vera libertà di opinione e di espressione, per tutti”.
Zingaretti è stato molto bravo a mantenere equilibri tra opposizioni interne ed esterne, anche attraverso le commissioni.
“È stato bravissimo ma soprattutto a inizio legislatura, visto che gli mancava un voto e molti sono entrati in maggioranza. Fratelli d’Italia non ha mai accettato commissioni di maggioranza e anche ora, in questo rinnovamento delle commissioni, noi abbiamo accettato solo quello che spettava per legge all’opposizione. Non siamo assolutamente mai stati disponibili a entrare in questo gioco che fa Zingaretti, anzi lo abbiamo tenuto sotto scacco per giorni per evitare scherzi, ma ormai ha i numeri con l’entrata dei 5 stelle tanto che si è perfino ripreso la Commissione Sanità e quindi credo che purtroppo sopravviverà bene in questi 2 anni”.
Quindi grossa delusione dai 5 Stelle?
“Nessuna delusione perché io non ci ho mai creduto, loro hanno sempre fatto parte della maggioranza: è dall’inizio che hanno fatto da stampella e non gli hanno mai fatto mai mancare i numeri. Mi ha sorpreso solo un po’ l’ingresso in Giunta della Corrado che ha fatto sempre grandi battaglie contro Zingaretti”.
La situazione per la scelta del candidato sindaco del centro destra a Roma è ancora nebulosa. Fratelli d’Italia pesa a Roma e quindi credo vogliate dire la vostra.
“Il nostro obiettivo principe e non secondario è quello di essere primo partito a Roma nella prossima tornata elettorale ed è un obiettivo tranquillamente alla nostra portata e sono molto ottimista anche per quanto riguarda le previsioni di una vittoria del centrodestra perché dall’altra parte ci sono candidature deboli”.
E la Raggi?
“La Raggi forse andrà bene sui social ma chi gira i quartieri come me sa benissimo che è invisa al popolo romano e che è davvero difficile trovare qualcuno che la sostenga. Mi auguro che il centrodestra rimanga compatto e unito perché la vittoria è a portata di mano, bisogna solo crederci”.
Si parla di lei come candidata sindaca di Roma per il centrodestra: sono solo voci?
“Io sono onorata che qualcuno abbia pensato a me, credo non ci sia nessun politico romano che non voglia fare il sindaco di Roma, perché è un onore. Detto questo io però sono un “soldato” quindi se Giorgia Meloni mi chiamerà, io risponderò o altrimenti farò la mia parte in prima linea anche in un altro ruolo”.