«Il rapporto che abbiamo qui con la Regione, è abbastanza… perché loro ci dicono “quant’è il budget annuo, cento, centocinquantamila euro? Allora vi arrivano diciottomila euro per questa campagna, ventimila euro per questo, trentamila euro per questo”, e di solito loro riescono a orientare tranquillamente l’agenzia… orientare… glielo chiedono proprio! Vogliamo Ciociaria Oggi, Latina Oggi, il sito e la cosa, tre uscite per questo, quattro uscite per quell’altro…»
Così funziona l’assegnazione dei fondi per le campagne pubblicitarie sui giornali pagate dalla Regione Lazio, cioè dai cittadini. A parlare è Massimo Pizzuti, all’epoca direttore generale della società “Giornalisti Indipendenti”. È la società titolare dei quotidiani Latina Oggi, Ciociaria Oggi, Cassino Oggi. Pizzuti è intercettato nell’ufficio dell’ing. Flaminia Tosini, capo dell’Area rifiuti regionale presso l’Assessorato all’ambiente.
GIORNALI E MONNEZZA SPA
Il “sistema” viene spiegato durante un colloquio captato dai carabinieri del NOE. Secondo la Procura di Roma, l’incontro l’avrebbe organizzato Valter Lozza, l’imprenditore arrestato insieme alla Tosini lo scorso 16 marzo per il nuovo scandalo dei rifiuti nel Lazio. Lozza è proprietario di due delle tre discariche attive nella nostra regione. Ed era candidato a diventare il nuovo re del settore, grazie alla megadiscarica romana di Monte Carnevale da oltre un milione e 833mila metri cubi.
Nel caso di alcune campagne pubblicitarie il gioco è ancora più semplice, perché decide la Tosini senza passare per altri uffici e “con le regole che hanno loro”. Istruttive le intercettazioni dei carabinieri. La dirigente regionale e Pizzuti parlano di una campagna sulla qualità dell’aria “alla quale peraltro è interessato a partecipare anche la società per la quale lavora il suo interlocutore”, come spiega il giudice per le indagini preliminari, Annalisa Marzano, che ha disposto gli arresti di Tosini e Lozza.
Tosini: «No, questa è mia».
Pizzuti: «Ah questa è proprio vostra completamente e allora… allora va bene».
Tosini: «Finanziata dal Ministero, è un accordo tra noi e il Ministero».
Pizzuti: «È perfetto… ».
Tosini: «Ci metterà mano la Onorati che tanto non glie frega niente… e il Ministro forse… […] Io dovrei affidare un pacchetto intero in cui decido esattamente de fare una campagna informativa sull’aria a tutti i livelli».
La Tosini istruisce il direttore di “Giornalisti Indipendenti”. I due discutono di come creare il progetto pubblicitario e di come confezionare la procedura affinché le testate di Pizzuti ricevano l’incarico dalla Regione. Ipotizzano un album con le figurine per bambini e ragazzi delle scuole di Roma.
Tosini: «Deve esse’ ‘n progetto pensato in un certo modo […] Perché poi […] è evidente che è molto più semplice fare l’affidamento esecutivo».
Pizzuti: «Sarebbe una cosa spettacolare […] Servono tanti soldi per fare ‘na cosa del genere su Roma».
Tosini: «L’obiettivo nostro è spende tutti i soldi che ci abbiamo. Li devo spende entro agosto».
Pizzuti: «Magari c’è qualche campagna tipo questo Covid, ‘ste cose qui. Se la potete fa’ co’ ‘n affidamento diretto… lì… magari fate un affidamento su Roma e uno su Frosinone, noi su Frosinone prepariamo un piano media dove ci mettiamo i nostri e mettiamo qualche altro media, intanto quella si fa veloce… ».
Tosini: «Va bene ci ho l’appuntamento co’ l’assessore pe’ parlare di questa cosa», ribadendo che è meglio fare una campagna grande, «un unicum […] Quella grande… importo cinquecento».
IL TRIANGOLO REGIONE-EDITORIA-RIFIUTI
Pizzuti confida anche alla Tosini che vuole lanciare il giornale Viterbo Oggi. E lei lo rassicura: «Per qualunque cosa su Viterbo, insomma… ». Del resto Pizzuti è legato a doppio filo con Lozza, che gli ricorda gli appuntamenti con la dirigente. La pubblicità sui quotidiani diretti da Pizzuti è gestita dalla concessionaria esclusiva Iniziative Editoriali Srl. Le quote di questa società – precisa il Gip – “sono interamente di proprietà della Halisson Re Srl, società del gruppo imprenditoriale della famiglia Lozza”.
Ma perché la Tosini convoca Pizzuti?
Per intercedere presso l’Enac che voleva vederci chiaro sul mega progetto a Monte Carnevale, camuffato da piccola buca per soli 78mila metri cubi di rifiuti inerti e amianto. E perché proprio l’uomo di Latina Oggi e Ciociaria Oggi? “La Tosini […] chiedeva al Pizzuti di sondare la posizione del Presidente dell’Enac da lui ben conosciuto”, si legge nelle carte giudiziarie. Obiettivo: rinviare il parere e le precise ma ingombranti domande dell’Enac. L’ente deputato alla sicurezza dei voli era preoccupato del pericolo bird strike, ossia la collisione degli aerei contro gli uccelli attirati dalla discarica di Monte Carnevale. Ma il progetto per la mega-discarica è precipitato nell’abisso giudiziario.
Francesco Buda
7,3 MILIONI DI SUSSIDI STATALI
Oltre ai soldi per le pubblicità della Regione Lazio, i giornali legati al team Lozza-Pizzuti hanno goduto fino ad oggi di ingenti sussidi statali. Più di 7 milioni e 332mila euro solo per il periodo 2015–2019. Ma tutti questi soldi a vantaggio di quanti cittadini vanno, a quanta gente fanno arrivare le notizie? Per il mese di dicembre 2020, il dato ufficiale di ADS (Accertamento Diffusione Stampa) parla di 2.894 copie complessive per le 3 testate “Latina Oggi”, “Ciociaria Oggi” e “Cassino Oggi”, come tutti continuano a chiamarle, ma che oggi hanno un nome ufficiale diverso. 3 testate per meno di 3.000 copie complessive.
F. B.
L’EDITORIALE
di Stefano Carugno
(Direttore Il Caffè di Roma)
[email protected]
Il triangolo d’oro politica/editoria/malaffare
Dalle intercettazioni emerge la punta dell’iceberg di un enorme scandalo che il nostro giornale denuncia ormai da decenni: il triangolo politica-editoria-malaffare organizzato per intascare miliardi di euro di soldi pubblici e massacrare chi prova ad opporsi. E tra gli avversari ci siamo anche noi de Il Caffè che non ci siamo fatti comprare. Ecco come funziona l’imbroglio. Attraverso i fondi per l’editoria, attraverso le campagne pubblicitarie degli enti pubblici e attraverso la ‘cessione’ di grossi contratti pubblicitari i politici e gli imprenditori disonesti si spartiscono i grandi affari del settore rifiuti, della sanità, dell’edilizia. Una valanga di soldi pubblici che il politico usa come fossero ‘propri’, mettendoli a disposizione dell’imprenditore, il quale a sua volta controlla le testate giornalistiche che vengono costrette a parlare bene di quel politico o a infangare i suoi avversari. E se aggiungiamo la magistratura bloccata da leggi sull’editoria che nemmeno i paesi del terzo mondo ormai hanno, ecco si scopre perché in Italia c’è la libertà di stampa ma non c’è una stampa davvero libera. Il nostro giornale non parla bene dei politici (se non se lo meritano), pertanto viene sistematicamente escluso dai contributi nazionali e regionali per l’editoria, dai contributi per la carta, dalle campagne pubblicitarie ‘pubbliche’: c’è sempre una clausola “ad hoc” per escludere il Caffè! Milioni e milioni di euro! Ecco qual è il prezzo della nostra indipendenza.