I SINDACI: «SE FIRMI RISCHI DI ESSERE IDAGATO, SE NON FIRMI ANCHE»
«Ho portato l’arma delitto – ha detto il presidente estraendo un pacchetto dalla tasca della giacca – è una penna che ho conservato, come accade per i reperti. Con questa ogni giorno firmiamo decine di atti e corriamo dei rischi. La vorremmo consegnare simbolicamente a tutti i rappresentanti del Governo e del Parlamento perché – ha sottolineato – capiscano che in quei secondi che precedono la firma di ogni atto, noi sindaci siamo divorati da un dubbio amletico: firmare o non firmare. Perché se firmi rischi di essere indagato per abuso d’ufficio. E se non firmi per omissione di atti d’ufficio».
«CHIEDIAMO RISPETTO»
E ancora: «Noi sindaci oggi chiediamo soprattutto rispetto perché non siamo più disposti a prenderci colpe che non ci appartengono. Saremo i primi a denunciare abusi e corruzione, ma siamo stanchi di diventare il capro espiatorio di ogni situazione possibile», ha affermato il presidente Anci. Presente anche il Sindaco di Latina Damiano Coletta che ha commentato: «Oggi a Roma con i colleghi sindaci e Anci per chiedere maggiori tutele e rispetto per il nostro lavoro. Liberare i sindaci dal peso di responsabilità non proprie significa liberare le energie delle comunità che rappresentiamo».