Ha messo in discussione la decisione della Asl Roma 6 di ricoverare nel nuovo ospedale dei Castelli pazienti Covid insieme a pazienti non Covid, parliamo della cosiddetta ‘politica dei contagi’, rilanciando le criticità già sollevate dal sindacato degli anestesisti, per questo è stato querelato dal direttore della stessa azienda sanitaria, il dottor Narciso Mostarda. È quanto capitato a Emilio Cianfanelli, in passato per quattro volte sindaco di Ariccia, ora consigliere di minoranza in quota Italia Viva, di professione medico-chirurgo, ma soprattutto ‘padre politico’ della nuova struttura sanitaria situata nella città della porchetta, struttura che ha mandato in pensione i tre ‘vecchi’ ospedali di Albano, Genzano ed Ariccia. Cianfanelli, nelle sue accuse lanciate dai social, parla apertamente di una “stessa cattiva pratica (ossia per l’appunto quella di far soggiornare insieme nella stessa struttura sanitaria pazienti covid con quelli non covid, ndr) diffusa negli ospedali lombardi” che porterebbe ad una maggiore diffusione del pericoloso coronavirus.
“Il Sindacato degli Anestesisti – scrive Cianfanelli – denuncia la decisione della Asl RM6 e della Regione di mantenere in uno stesso Ospedale pazienti Covid e pazienti non Covid. Nel NOC (Nuovo Ospedale dei Castelli) si stanno creando nuovi posti letto Covid mantenendo i reparti non Covid di chirurgia, medicina generale, cardiologia, ostetricia, etc, etc. Nonostante nella Asl RM6 esistano 4 ospedali pubblici più il Regina Apostolorum. Per una Dirigenza normale e prudente, 3 Ospedali verrebbero utilizzati per la degenza di pazienti non Covid e 2 Ospedali per pazienti Covid. Ora anche un consigliere regionale ha presentato un interrogazione a Zingaretti sulla pericolosa commistione di pazienti covid e non covid, la stessa cattiva pratica degli ospedali lombardi”.
La dirigenza sanitaria non ha contattato l’ex sindaco per un confronto, ma ha preannunciato l’intenzione di querelarlo, così riporta un comunicato stampa diffuso da Alessio D’Amato, assessore alla Sanità del Lazio, ieri pomeriggio, lunedì 30 marzo.
La querela della Asl Roma 6 riguarderebbe anche un’altra vicenda a dir poco spinosa. Nei giorni scorsi, dopo le pressioni del Gruppo di Italia Viva dei Castelli (in particolare l’ex deputata Ileana Piazzoni di Genzano e il consigliere Luca Andreassi di Albano), la Regione Lazio ha preannunciato l’avvio ai Castelli di un laboratorio di analisi per i tamponi Covid situato dentro l’ex ospedale di Genzano, riaperto almeno parzialmente per la guerra al coronavirus. Ma poco dopo l’annuncio della Regione, l’azienda che gestisce uno dei due macchinari per l’analisi dei tamponi presenti all’interno dell’ex ospedale di Genzano, la Seegene, ne avrebbe portato via uno dei due per motivi ignoti. Tale macchinario sarebbe stato in grado di eseguire 40 test ogni quattro ore, ossia 240 test ogni 24 ore. Il laboratorio di Genzano quindi anziche 480 tamponi al giorno ne analizzerà solo 240.