«Questa è una delle regole più identitarie nel Movimento 5 Stelle, perché fa sì che la politica non venga vista come una professione e che il politico all’interno della sua istituzione svolga la sua attività libero dall’idea della ricerca perenne del consenso per garantirsi la sua rielezione – ha continuato Lombardi – Se il M5S deciderà di andare verso un’altra direzione sarà una decisione che avrà delle conseguenze. Probabilmente in termini di consenso, magari molti eletti decideranno che la loro esperienza politica si concluderà alla fine dei due mandati, molti attivisti non saranno concordi con questa scelta e altre persone si avvicineranno al Movimento».
Se i vertici nazionali del M5S dovessero decidere per una ricandidatura della Raggi prima degli Stati generali o non facessero svolgere questo appuntamento, continuerebbe a sentire il Movimento come la sua casa politica? «Io sono membro del collegio di garanzia del M5S e svolgerò questo ruolo fino all’ultimo giorno in cui sentirò che queste regole sono da rispettare: nel momento in cui non dovessi più sentirlo, come avviene in altre vicende della vita, agirò di conseguenza. Ma in questo momento non vedo questa possibilità”, ha risposto Lombardi, lasciando intendere che allo stato non è prevista una sua uscita dal Movimento.
Citando le parole di Gian Roberto Casaleggio, Lombardi ha sottolineato che «Ogni volta che si deroga a una regola praticamente la si cancella, questo non significa che le regole non possano cambiare. Non trovo scandaloso che si parli di un superamento di una regola purché non sia una deroga ad personam o ad personas e purché ci sia un dibattito pubblico. Per questo sono fondamentali gli Stati generali, perché rientrano in una ridefinizione del M5S a undici anni dalla sua nascita e per decidere una volta per tutte cosa fare da grandi: se essere una buona e utile forza di opposizione stando da soli o se percorrere la strada di realizzare dei punti dei nostri programmi con qualunque forza politica ci stia. Dallo scioglimento di questo nodo o dell’eventuale non scioglimento deriverà a cascata una serie di conseguenze sui territori: ci sarà chi arriverà e chi se ne andrà. Le regole vanno superate col coinvolgimento degli iscritti e dopo un confronto che ridisegni completamente l’idea del Movimento 5 Stelle».