Da un lato le infrastrutture: metro, treni e linee tranviarie. Dall’altro gli interventi su monumenti, ville e parchi in vista del Giubileo del 2025. Per Roma c’è in ballo un tesoretto che sfiora gli 11 miliardi di euro. Quello che il premier Conte aveva annunciato come «un progetto importante per la Capitale» è infatti uno dei vari fronti caldi su cui si sta consumando il braccio di ferro sul Recovery Plan, il programma che il governo italiano sta predisponendo per spendere gli oltre 200 miliardi che l’Unione europea ha concesso al Belpaese, nell’ambito del maxi-pacchetto di prestiti e aiuti varato a seguito dell’emergenza Covid. Ma oltre agli equilibri e ai numeri della maggioranza a sostegno di Giuseppe Conte, sul tavolo ci sono anche i delicati rapporti con il M5s romano. Virginia Raggi, già da 3 mesi, ha infatti inoltrato a Palazzo Chigi una lista della spesa da 25 miliardi per Roma, di cui 10 destinati ai trasporti. Ed è proprio sul via libera ad una quota di infrastrutture strategiche per il trasporto pubblico locale che la sindaca si gioca parte della ricandidatura alle imminenti elezioni. La ‘cura del ferro’ in salsa romana, per un totale di circa 70 km di nuove linee, è infatti al centro di una trattativa serrata tra il Campidoglio e l’esecutivo giallorosso. L’ultima bozza del piano redatto dal Governo – il cosiddetto ‘Piano di ripresa e resilienza’ – è aggiornata al 12 gennaio. Sul piatto, per la missione riguardante trasporti locali e piste ciclabili, ci sono 18 miliardi. E i km finanziabili per nuove linee di ‘trasporto’ di massa sono 292, si legge nel testo da 179 pagine che lascia a Conte e ai suoi un ultimo margine di manovra sulla scelta definitiva dei singoli interventi.
A, B, C, D, E: IL SOGNO DELLE 5 METRO
Di quel bottino da quasi trecento km da mettere in cantiere, circa un quarto potrebbe dunque interessare Roma: nel documento presentato da Conte in consiglio dei ministri, è infatti tra le città destinatarie di una fetta di risorse europee. Il primo punto in agenda è quello del completamento della metro C, inserita tra le opere da sbloccare tramite un commissariamento straordinario. Ad oggi però, oltre ai fondi per la stazione-museo di Piazza Venezia, mancano denari anche per le successive tratte fino a Grottarossa: la T2 (Venezia-Clodio) e la T1 (Clodio-Farnesina), già appaltate al Consorzio Metro C, ma anche la tratta C2 (Farnesina-Grottarossa), per cui servirebbe invece una nuova gara. Quasi 11 km attraversati da 12 stazioni per cui la giunta capitolina ha chiesto al Governo un finanziamento da 3,7 miliardi di euro, da inserire appunto nel Recovery Plan. Tra i sogni nel cassetto della sindaca Raggi e del M5s romano, inoltre, c’è quello di mettere una bandierina sulla quarta linea metropolitana di Roma, ossia la metro D. Progetto, quello inserito nel ‘piano Raggi’, revisionato rispetto a quello preliminare datato 2009, e con un tracciato più corto: circa 12 km, da Lungotevere Dante a Prati Fiscali, e un costo sceso a 2,2 miliardi di euro. Stessa cifra richiederebbero gli altri 13 km capitalizzabili dai progetti di prolungamento sia della metro A, da Battistini a Monte Mario, che della metro B, con i nuovi tracciati Rebibbia-Casal Monastero e Jonio-svincolo A1. Nel listone di progetti inviato dal Campidoglio, presenti anche i 15 km per la chiusura dell’anello ferroviario nell’arco nord: opera da oltre 500 milioni di euro, come la metro C destinata al commissariamento. Considerata strategica dal Ministero dei trasporti anche la linea ferroviaria Roma-Lido. Pronti nuovi treni. E, grazie ad un investimento di 600 milioni, potrebbe anche trasformarsi in un linea metropolitana, la nuova metro E, con una diramazione verso l’aeroporto di Fiumicino.
RESTYLING PER IL GIUBILEO
Tra le sei nuove linee tranviarie chieste dall’amministrazione capitolina, invece, quella che ha più possibilità di finire in mezzo alle proposte di spesa formulate del Governo è la Termini-Vaticano-Aurelio, il famoso ‘Tram del Giubileo’. Vecchio progetto anche questo: otto km di linea da 150 milioni di euro. Proprio il Giubileo del 2025 è l’orizzonte verso cui guardano tutti i progetti per Roma. Il Governo, nella legge di bilancio, ha già stanziato 2 milioni di euro per l’istituzione del Tavolo per il Giubileo, che dovrà partorire un programma d’intervento per preparare la città eterna all’anno santo. E, per l’occasione, la bozza del piano del governo annuncia un restyling della capitale da mezzo miliardo: verranno messi in campo, si legge nel testo, «interventi di valorizzazione, messa in sicurezza, restauro e restituzione al pubblico dei monumenti, usando l’opportunità offerta dal prossimo Giubileo del 2025». In aggiunta, ci sono i 300 milioni del ‘Progetto Cinecittà’ per mettere in piedi e recuperare 10 teatri entro cinque anni. Il tutto abbinato, come detto, ad una rivoluzione sui trasporti. Si parla di tanti soldi, in totale più o meno il 5% dell’intero pacchetto di aiuti concesso all’Italia. E ora la palla passa di nuovo al Governo per l’ultimo ‘miglio’ politico prima della presentazione del dossier a Bruxelles.