Parte in salita l’avventura del centrosinistra nel Municipio XIII di Roma. Nella giornata in cui la presidente, Sabrina Giuseppetti, eletta con il 55% dei consensi, ha presentato la giunta due consiglieri si sono chiamati fuori dalla maggioranza.
LA SEDUTA – La prima riunione della nuova consiliatura di via Aurelia si tiene nella mattina di lunedì 8 novembre. Seduta breve e di rito: si vota per la presidenza e le vicepresidenze d’Aula, poi il giuramento della minisindaca e l’annuncio della squadra chiamata a governare il territorio. Un primo segnale che conferma le frizioni nella coalizione di centrosinistra arriva al momento del voto per la presidenza d’Aula: la maggioranza, composta da 15 consiglieri contro i 9 di opposizione, non si esprime compatta su Marcello Iacobelli del Pd, poi eletto presidente del parlamentino. Ottiene tutti i voti della coalizione invece Luigi Cagnazzo di Sinistra civica ecologista, candidato a vicepresidente vicario, e anche lui espressione della maggioranza. Il ruolo omologo, destinato alle opposizioni, va invece a Claudia Finelli di Azione eletta nella lista Calenda. Subito dopo è la volta del giuramento della presidente. Giuseppetti promette “di risolvere i problemi dei territori” e di “ascoltare anche le opposizioni”. Quindi, annuncia i nomi della giunta e la frattura si palesa.
LA FRATTURA – La nuova giunta municipale conta cinque rappresentanti del Partito democratico (Filisio, che sarà anche vice, Capparella, Giardini, Petracca, Quarta) e una della lista Civica Gualtieri (Ugolini). La rete territoriale Aurelio in Comune, che ha eletto due consiglieri, Maristella Urru e Lorenzo Ianiro, con il sostegno delle liste Roma futura ed Europa verde, dirama una nota per spiegare: “Il Partito democratico ha scelto di escludere Aurelio in Comune dalla giunta e quindi dal governo del territorio. Per questo motivo i nostri consiglieri siederanno fuori dalla maggioranza”. Aic rivendica “i risultati di queste elezioni” che “sono stati chiari. Il Pd ha perso 3mila voti e 3 punti, rispetto al già magro bottino del 2016, mentre Aurelio in Comune ha triplicato i suoi consensi, affermandosi come terza lista a sinistra su Roma e sfiorando il 5%, ad appena 29 voti dalla Lista Civica che pure porta il nome del sindaco”. È un copione simile a quello di altri municipi, dove forze minori della coalizione, non si sono sentite rappresentate nella squadra di governo territoriale. Aic lamenta che il Partito democratico “escludendo dal governo l’unica realtà civica caratterizzata da vera militanza sul territorio, interpreta le istituzioni come camera di compensazione delle proprie divisioni interne”. La replica della minisindaca arriva in una nota: “Chi ha deciso autonomamente di tirarsi fuori dalla maggioranza, solo per questioni di deleghe, dimostra di non avere a cuore l’interesse pubblico”.
SCENARI – Con i due consiglieri Aic all’opposizione, ora Giuseppetti può contare su 13 membri di maggioranza contro gli 11 di minoranza. Tuttavia da Aic hanno promesso un’opposizione costruttiva: “I consiglieri vigileranno sull’attuazione del programma, senza rinunciare al sostegno di quanti hanno condiviso e sostenuto il loro percorso e ora ricoprono ruoli di responsabilità istituzionale sia in Giunta che in Assemblea capitolina”. Anche l’input dettato da Calenda ai suoi (nel Municipio XIII gli eletti sono due) va nella stessa direzione: “Si valuterà atto per atto”. In questo caso la convergenza però è più complessa. Le due consigliere (Finelli e Monticone) si sono già scagliate contro l’assessore capitolino ai Trasporti, Eugenio Patané. Oggetto della contesa, su Facebook, sono le dichiarazioni dell’assessore sulla funivia Casalotti. “Non è funzionale”, per Patané. “Patanè ha decretato la non funzionalità di un mezzo di trasporto sostenibile, finanziato, realizzabile in tempi brevi, complementare e non sostitutivo di una metro che a oggi non è nemmeno idealmente progettabile e per finire unico collegamento con quartieri periferici in sofferenza e privi di Trasporto pubblico locale. Ecco cosa succede quando non ci si prepara prima di governare”, hanno commentato le consigliere di Calenda. In ogni caso, nella settimana tra il 22 e il 26 novembre, il consiglio sarà chiamato a scegliere i presidenti di commissione e a votare le linee programmatiche: altro giro, altro capitolo, e chissà… magari altre sorprese.