«Un sentito ringraziamento al cittadino che ha voluto inviarci questa lettera di gratitudine». Lo scrive la polizia locale di Roma Capitale, commentando il gesto del signor Remigio Caruso, che ha scritto al comandante del Corpo capitolino, Antonio di Maggio, una lettera scritta di suo pugno per ringraziare gli agenti degli sforzi compiuti durante l’emergenza coronavirus. «Le sue parole – continua la nota della polizia locale romana – sono di grande incoraggiamento ad andare avanti, compiendo ogni sforzo possibile per salvaguardare la salute della collettività».
“Signor Comandante,
desidero esprimere a Lei e, per suo tramite, a tutta la Polizia Locale di Roma Capitale, la mia gratitudine per il vostro impegno prezioso nel far rispettare le necessarissime precauzioni anti-contagio in questo periodo terribile.
Io sono un cittadino qualsiasi, ma ho capito, ancor prima che il Governo emanasse le disposizioni “State a casa”, che l’unico modo per frenare il mondiale contagio era quello di stare appartati il più possibile; e l’ho fatto di mia iniziativa, senza che nessuno mi obbligasse e tanto meno per evitare multe o altre sanzioni, ma solo per mio buon senso.
E perciò ho riempito la mia casa di viveri e, dal 9 marzo ad oggi, sono uscito in tutto quattro sole volte, per brevi puntate al supermercato per rifornimenti ( compreso oggi, anche per impostare questa lettera).
Ho visto che molti fanno come me, ma altri, purtroppo, si dimostrano stoltamente irresponsabili e cercano di andare in giro senza vera necessità , senza mascherine, gelosi soltanto di non vedersi ostacolati nelle loro abitudini e infastiditi dai controlli di polizia, come se si trattasse di una arbitraria repressione della libertà, anziché di una necessarissima vigilanza in una lotta quotidiana per la vita o per la morte ( propria e altrui, giacché il contagio si è rilevato estremamente subdolo e pervasivo , specialmente tra chi lo ha addosso , ma ancora non lo sa , perché i sintomi tardano a manifestarsi).
Perciò Le ripeto il mio apprezzamento e ringraziamento per la vostra continua e faticosa (e, da alcuni incoscienti, malvista) opera di vigilanza. Credo proprio che dobbiamo a voi, come ai Carabinieri e alla Polizia di Stato, se i morti non sono molti, ma molti di più.
Se Lo ritiene utile, Le assicuro il mio consenso a rendere pubblica questa mia testimonianza, anche con i “social”, di cui io , purtroppo, sono sprovvisto.
Ancora grazie.
Prof. Remigio Caruso”