Eliminato il vincolo sull’area in cui sorgeva l’ex velodromo olimpico e tolto così il principale ostacolo ai progetti di Eur spa per realizzare in quella zona una serie di palazzine, il Consiglio di quartiere non si arrende all’idea di una speculazione edilizia e punta a mantenere l’utilizzo pubblico di quello spazio. A tal fine una rappresentanza dello stesso Consiglio ha incontrato il presidente della società partecipata al 90% dal Mef e per il resto da Roma Capitale, Alberto Sasso, scelto dalla sindaca pentastellata Virginia Raggi, elencandogli perplessità ma anche proposte per cercare di lenire almeno la ferita rappresentata da quei 120 chili di tritolo con cui, il 24 luglio 2008, venne fatta saltare in aria la struttura disegnato da Cesare Ligini per le Olimpiadi del 1960, liberando tra l’altro nell’aria una nube di polvere contenente fibre d’amianto. Una distruzione compiuta quando il velodromo era ancora sottoposto a tutela in quanto non era stato rimosso formalmente il vincolo apposto dal Ministero per i beni culturali, senza che mai tale particolare abbia creato problemi a qualcuno, salvo poi veder mettere un vincolo sull’area di sedime, ovvero sulla buca rimasta al posto della struttura sportiva, per “salvare l’idea”, vincolo appena cancellato dal Tar del Lazio.
LA MEGA-LOTTIZZAZIONE DI EUR SPA NON CONVINCE I CITTADINI
Il progetto di Eur spa, che gestisce il prezioso patrimonio immobiliare del quartiere razionalista e che vorrebbe realizzare 18mila metri quadrati di edilizia residenziale, duemila di housing sociale, una quota di 5.000 di commerciale e direzionale, 12.400 di verde pubblico e quasi 20.000 di aree destinate a parcheggi, non convince il Consiglio di quartiere Eur. La sentenza del Tar, per il Cdq, è ininfluente sui progetti di edilizia nell’area del velodromo, visto che sono ancora in vigore nella zona le linee guida avallate dal Ministero dei beni culturali.
I CONSIGLI DEL CDQ A SASSO
Alla spa presieduta da Sasso è stato proposto, al fine di trovare comunque le risorse necessarie a far quadrare i bilanci, di alienare tre edifici scolastici, cedendoli agli enti locali competenti.
Specie dopo che le finanze dell’azienda sono state messe a durissima prova soprattutto dalla realizzazione della cosiddetta Nuvola di Fuksas. Si tratta nello specifico della scuola materna ed elementare di via dell’Elettronica, del liceo classico Vivona di via della Fisica, e dell’istituto tecnico e del liceo di via della Civiltà italiana, strutture dalle quali si potrebbero ricavare 42,5 milioni di euro. Considerando anche che all’Eur e non solo non c’è necessità di realizzare altri immobili, essendo numerosissimi quelli invenduti, e quindi di consumare altro suolo, il Consiglio di quartiere spera di poter veder realizzare nell’area del velodromo un parco pubblico e nell’area Pacifico una caserma dei vigili del fuoco, un asilo nido, un impianto per sport minori, parcheggi e aree verdi. I problemi del quartieri sono però anche altri. E li ha snocciolati uno ad uno la delegazione del Consiglio nel corso dell’incontro con il presidente Sasso. Attorno al centro congressi resta da rimuovere la recinzione di cantiere e la gestione dello stesso centro rischia di fare flop considerando che viene utilizzato ben poco. Vi è poi la ‘piaga’ dell’acquario, un altro progetto faraonico che si è tradotto in una valanga di grane per Eur spa e che non riesce a vedere la luce, per cui il Consiglio di quartiere ha sollecitato la rescissione della convenzione e lo studio di soluzioni alternative. Avanzata quindi la proposta da fare a Fendi per la realizzazione del parcheggio in piazzale Parri in project financing e quella di pedonalizzare l’area pubblica recintata sempre da Fendi. Il Cdq ha infine insistito per la rinuncia alla realizzazione del parcheggio in piazzale Sturzo, per la costruzione di parcheggi interrati in piazzali Nervi, Parri e presso la Stazione Metro Eur Fermi, per la sistemazione del laghetto, la manutenzione degli eucalipti, l’apertura al pubblico del giardino Ulivi Est e la manutenzione delle aiuole. Interventi che rappresenterebbero una piccola rivoluzione per l’Eur e che ora dovrà valutare la spa. Il nostro giornale ha provato ad intervistare l’Ad di Eur spa, Alberto Sasso, ma senza ricevere risposta. I progetti della società pubblica restano quindi segreti, almeno per il momento.