L’archivio dell’Ufficio Urbanistica del comune di Roma contenente tutti i ‘Piani e progetti’ della Capitale sta per traslocare dalla sede attuale, situata nel comune di Pomezia, zona sud della città eterna, a Nepi, a causa del cambio dell’azienda che gestirà l’incombenza. Lo spostamento rischia di creare uno tsunami per l’intero settore che, dopo lo stop causa Covid, sperava di ripartire di slancio, complice il bonus 110. Su tale vicenda e, più in generale, sull’analisi del settore abbiamo ascoltato Alessandro Panci, eletto da poche settimane nuovo presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma e provincia.
L’archivio ‘Piano e progetti’ di Roma verrà trasferito da Pomezia a Nepi. Quali disagi comporta questo trasferimento?
“Da mesi è bloccato l’accesso a qualsiasi atto, può immaginare il caos. Ci auguriamo che il Campidoglio possa risolvere la situazione o individuare una soluzione in tempi rapidi: del resto l’intera filiera – dai costruttori ai progettisti – è in attesa dei documenti necessari per portare avanti qualsiasi iter”.
Questo archivio riguarda solo Roma-città o anche la Direzione Urbanistica del Lazio e quindi altri comuni e province?
“Questo specifico archivio riguarda solo Roma. Di certo molti Comuni della provincia hanno archivi obsoleti e spesso non indicizzati”.
Dunque in generale i ritardi per l’accesso agli atti non riguardano solo la Capitale.
“No, purtroppo è un problema comune a tutta la provincia e i bonus edilizi hanno moltiplicato tempi e difficoltà ad ogni latitudine del territorio: se prima a Roma per accedere agli atti ci volevano 2 o 3 mesi, oggi, con la valanga di richieste determinata dal Superbonus, arriviamo a 7/8 mesi. E in provincia ci troviamo di fronte alla stessa problematica, sia pur in differente scala. Escludendo rari casi relativamente virtuosi, in provincia con l’ondata delle agevolazioni, si è passati dai 15/30 giorni a 2/3 mesi di attesa per l’accesso alle pratiche”.
Qual è il problema alla radice di questi ritardi?
“Per quanto riguarda soprattutto i piccoli Comuni, una delle principali cause di questi ritardi è data dalla scarsità del personale amministrativo: in queste piccole realtà infatti, i funzionari addetti alle pratiche sono in sede solo poche volte a settimana. Ma non è l’unico motivo: in alcuni Comuni – come accennavo – non esiste nemmeno un archivio indicizzato e, il più delle volte, trovare un determinato fascicolo diventa una vera e propria caccia al tesoro. Se questo stato di cose è un problema in tempi normali, in epoca di Bonus edilizi costituisce un vero e proprio impedimento che può pregiudicare l’assegnazione stessa dell’agevolazione, dati i tempi stretti”.
A proposito di bonus edilizi, quali novità su questo tema?
“Le detrazioni fiscali stanno funzionando, basta guardare i dati. Nonostante questo, fino alla prossima Legge di Bilancio non sapremo in quali modalità saranno prorogate dal Governo. Il rischio è che i risultati attesi possano essere vanificati dall’impossibilità di portare a temine i lavori o far partire nuovi cantieri, innescando ricorsi e contenziosi tra committenza, imprese e professionisti. Nell’ambito della definizione delle misure è inoltre necessario lavorare su un quadro che sia il più possibile omogeneo, evitando così di generare ulteriore confusione o disparità di trattamento rispetto a chi usufruirà delle agevolazioni”.
Quali i vostri rapporti con la nuova amministrazione Gualtieri?
“I presupposti sembrano buoni e la nuova amministrazione appare disposta a far sue le istanze dei professionisti della Capitale: venerdì scorso ho incontrato l’assessore Veloccia (all’Urbanistica, ndr) con cui abbiamo affrontato le tante problematiche che investono il campo dell’edilizia e l’attività di noi professionisti, ponendo le basi per una proficua collaborazione tra enti”.
Si parla di grandi opere incompiute a Roma-città, tra cui la vela di Calatrava, l’ex caserma Guido Reni, gli ex mercati generali, l’ex fiera e lo stadio Flaminio….
“Bisogna intervenire comprendendo la complessità economico-finanziaria e progettuale dei siti inutilizzati e dei complessi edilizi incompiuti o in stato di abbandono che, attraverso la loro riconversione, possono riprendere vita. Un passo necessario, se si parte dal presupposto che questi luoghi possono essere volano di trasformazione e rigenerazione ambientale e urbana. Un esempio di grande interesse è l’operazione del bando internazionale C40 Reinventing Cities, presentato presso la nostra sede dell’Acquario Romano, grazie alla quale il Comune di Roma ha aperto il confronto su cinque aree dismesse tra cui quelle di Roma Tuscolana in collaborazione con FS Sistemi Urbani (Gruppo FS Italiane). Altri esempi virtuosi sono gli interventi messi a bando attraverso il processo del Concorso di progettazione di cui l’Ordine degli Architetti di Roma e provincia si è fatto promotore in questi ultimi anni, attivando numerosi accordi con municipi e amministrazione centrali. Il processo del Concorso di progettazione risolve numerose criticità e consente la partecipazione delle comunità alle scelte progettuali di indirizzo. Con questo strumento si permette la partecipazione di tutti i progettisti interessati: attraverso il lavoro di selezione della giuria di più proposte, si possono mettere a confronto varie soluzioni individuando la più efficace”.