Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato ieri, mercoledì 21 aprile, il nuovo Piano Territoriale Paesistico Regionale, conosciuto anche solo semplicemente come PTPR. Il documento che stabilisce dove, come e a quali condizioni si può costruire un nuovo immobile o ampliarne/modificarne uno preesistente, Piano che prevale sia sui Piani regolatori comunali che su quelli provinciali e delle Città Metropolitane.
Il nuovo Piano tiene conto dell’accordo della Regione Lazio con il Ministero dei Beni Archeologici, Culturali e Turismo, con cui viene disciplinato, per l’appunto, l’uso dell’intero territorio del Lazio, “salvaguardando i vincoli del paesaggio – così spiega la stessa Regione Lazio in un lungo comunicato stampa – e fornendo certezze agli enti locali, agli operatori del settore e ai cittadini. Rispetto al Piano adottato del 2007, viene ribadito che il nuovo Ptpr interviene solo sul territorio vincolato, come beni del patrimonio naturale, culturale e paesaggistico tutelati per legge, e si conferma che sostituisce completamente i precedenti Piani Territoriali Paesistici, dotando il Lazio di un unico strumento di gestione del territorio. Viene anche sancito che la sua rappresentazione è sulla base cartografica del 2014 ed è frutto della co-pianificazione con il Mibact avviata dal 2013. Il Ptpr, inoltre, riconosce la multifunzionalità nelle aree agricole, mentre per tutte le altre identità paesaggistiche vengono garantite chiarezza normativa e semplificazione amministrativa. In particolare, il nuovo Piano esclude la necessità dell’autorizzazione paesaggistica negli interventi volti al recupero e alla riqualificazione di aree compromesse o degradate, nelle opere di bonifica e ripristino ambientale, nei lavori di completamento e adeguamento dei servizi di urbanizzazione primaria e secondaria. Il nuovo Piano, quindi, rafforza i vincoli sui beni naturali e favorisce la trasparenza e la semplificazione per soddisfare la tutela dell’ambiente con lo sviluppo sostenibile del territorio. Ora i Comuni del Lazio avranno due anni di tempo per adeguarsi.
“Ringrazio il Consiglio regionale – spiega Massimiliano Valeriani, assessore regionale all’Urbanistica e alle Politiche abitative – per il positivo risultato conseguito: sono stati superati i precedenti contrasti ed é stato possibile contemperare le diverse esigenze per consentire al Lazio di avere finalmente un efficace strumento di salvaguardia e pianificazione del territorio”.
“LA DESTRA SI È OPPOSTA”
“Si tratta – aggiunge Marco Cacciatore, presidente della Commissione Urbanistica del Lazio e esponente di Europa Verde, in una nota stampa – di un risultato importante che il Lazio attendeva da oltre venti anni e che era dovuto, dopo la sentenza della Consulta che aveva annullato il Piano approvato nel 2019. La destra si è opposta in tutti i modi con la presentazione di sospensive, pregiudiziali e centinaia di emendamenti tutti all’insegna dello sviluppo incontrollato. Il voto dell’Aula invece – oltre ratificare l’intesa tra Mibact e Giunta regionale, secondo le indicazioni della Corte Costituzionale – va nella direzione opposta: quella di favorire la preservazione e la valorizzazione del paesaggio, come d’altronde impone la legge. Con più tutele certe e meno insostenibilità, abbiamo compiuto un passo per assicurare un futuro di maggior sostenibilità alla nostra Regione, rendendo certe le regole e semplificando i soli interventi di necessaria riqualificazione. Ora sta ai Comuni applicare queste regole per salvaguardare le ricchezze naturalistiche, archeologiche e paesaggistiche del loro territorio”.