“Ora si attende un primo periodo di confusione e incertezza che potrà provocare un rallentamento amministrativo per molte delle pratiche in corso o da presentare.
Con la Sentenza 240/2020 della Corte Costituzionale del 17 novembre viene annullato il PTPR della Regione Lazio. Tale Sentenza evidenzia il mancato coinvolgimento del Ministero dei Beni Culturali nel procedimento seguito dal Consiglio Regionale del Lazio nell’approvazione del Piano territoriale paesistico regionale. Con questo annullamento, per gran parte del nostro territorio vengono a mancare le certezze pianificatorie con valenza paesaggistica. In questa situazione di incertezza normativa potranno esserci impedimenti al rilascio di nulla osta, autorizzazioni e conformità paesaggistiche con un grave danno all’economia regionale, già fortemente scossa dall’emergenza sanitaria in corso. Ci si aspetta un ulteriore freno ai provvedimenti legati alla trasformazione e gestione del territorio”.
Qual è il vostro principale auspicio in vista del nuovo Piano?
“Si apprende da una nota della Regione Lazio che, nel frattempo, la Giunta e il Ministero hanno già raggiunto un nuovo accordo sul P.T.P.R., sottoscritto lo scorso luglio e all’esame del Consiglio. L’auspicio è che i soggetti pubblici possano completare, in ossequio al principio di leale collaborazione e tutela del paesaggio, la procedura di approvazione di un P.T.P.R. che contenga il giusto equilibrio tra tutela e sviluppo, cercando di liberare i tanti elementi ostativi a investimenti su operazioni di rigenerazione urbana.
L’Ordine degli Architetti di Roma ha inviato una richiesta di chiarimenti alla Regione Lazio e, insieme agli altri Ordini degli Architetti della Federazione Lazio, si sta chiedendo una risoluzione temporanea della problematica dando seguito ad una riforma legislativa volta alla proroga dell’efficacia del PTPR adottato”.
L’edilizia è ferma. Qual è la ricetta per rilanciare il settore contemperando gli interessi di sviluppo con quelli di salvaguardia del territorio?
“Oggi parte del mondo lavorativo ha cambiato le modalità di organizzazione con il lavoro da casa: ma tale situazione va organizzata. Implementare la rete e le procedure on-line riducono i tempi e gli spostamenti. La digitalizzazione diviene una necessità improrogabile. I nostri spazi di vita collettiva andranno ripensati, la mobilità di gruppo implementata, la digitalizzazione potrà rendere appetibili abitazioni con maggiori superfici e spazi esterni in centri minori. Tutto questo potrà attuarsi in tempi ragionevoli solo riducendo la burocrazia: serve un nuovo approccio, un metodo che permetta di recuperare spazi in funzione del cittadino”.
Si parla molto di rigenerazione urbana: a Roma e provincia è davvero possibile?
“La rigenerazione urbana dovrebbe riguardare ambiti vasti e non solo situazioni localizzate, ovvero la realizzazione di spazi e servizi pubblici integrati al tessuto residenziale e produttivo esistente. Spesso le istituzioni intervengono sulla rigenerazione urbana limitandosi a dettare regole per interventi edilizi e urbanistici. Si deve prevedere un nuovo approccio, un metodo, che permetta di recuperare spazi in tempi brevi e con la partecipazione del tessuto economico e sociale locale.
Con i Bonus edilizi il Governo intende riqualificare un edificato, perdendo spesso di vista la necessità di riconversione degli edifici e di riqualificazione di ambiti in stato di abbandono. Bisogna incentivare azioni volte al progresso del tessuto edilizio ed economico. Ad esempio, la facilitazione dei cambi d’uso porterebbe non solo a investimenti volti alla riconversione del patrimonio edilizio ma anche al miglioramento del tessuto socio-economico attraverso l’apertura di nuove attività, riconsegnando porzioni di città ad un uso attualizzato. Troppo spesso edifici abbandonati sono tali per mancanza della possibilità di mutamento d’uso e anche per l’incertezza temporale della realizzazione”.
L’azione dell’Ordine degli Architetti di Roma guarda in questa direzione?
”Assolutamente sì: l’Oar attraverso i Concorsi di progettazione o iniziative come la Settimana del Progetto di Architettura nel Mondo (SPAM) promuove azioni volte a nuove visioni urbane, permettendo alle amministrazioni e ai cittadini di valutare più soluzioni sullo stesso ambito di intervento e aprire un dibattito sul futuro delle nostre città”.