Il settore edile sta vivendo mesi di grandi turbolenze tra emergenza Covid ma anche molti bonus per le ristrutturazioni. Abbiamo intervistato Nicolò Rebecchini, presidente dell’Acer – Associazione dei costruttori edili di Roma e provincia.
Un territorio come quello di Roma e anche del Lazio, è pronto per una ripresa rapida?
“È vero che la ripresa è velocissima come velocissimo è stato l’arrivo della pandemia e devo dire che purtroppo il nostro sistema industriale, parlo del sistema Italia, non è abituato: c’è carenza di manodopera, c’è carenza di personale tecnico specializzato e c’è carenza di personale amministrativo. Poi nella città di Roma e, più in generale, nella Regione Lazio il settore edile usciva dalla crisi del 2008 con la conseguenze che dal 2009 ci siamo sempre trovati con una riduzione di personale. Nel 2016 c’è stata una ripartenza anche se la Giunta comunale non ha di certo favorito lo sviluppo all’interno del settore delle costruzioni e quindi i giovani non si sono avvicinati, l’idea era quella di un settore in perenne crisi. Nel frattempo sono andate in pensione tante professionalità e quindi non c’è stato alcun ricambio. Oggi bisogna avere il coraggio di investire in scuole di formazione, perché poi, quando c’è comunque grande domanda di lavoro, c’è il rischio che venga assunto personale poco qualificato, con conseguenze anche sul fronte della sicurezza”.
Si è appena insediata la nuova Giunta comunale, quali sono per voi le urgenze?
“Abbiamo avuto un incontro congiunto con altre associazioni di categoria e poi una interlocuzione con l’assessore ai Lavori Pubblici e Urbanistica, Ornella Segnalini: chiediamo un vero cambio di passo e una vera rivoluzione che significa non solo risolvere le questioni annose, come gestione rifiuti, trasporto e decoro pubblico, ma significa cambiare mentalità e passare dalla logica del non fare se non autorizzato a quella del fare, purché si rispettino tutti i vincoli. E questo vuol dire anche lasciare all’iniziativa pubblico-privata lo sviluppo della città, significa dare fiducia a chi lavora secondo certi standard. Bisogna far lavorare e poi controllare bene chi lavora, come avviene in tutto il mondo”.
La Regione sta cercando di rendere lottizzabili alcune aree agricole per costruire immobili che con l’agricoltura non hanno nulla a che vedere, non a caso pende un ricorso del Governo Draghi alla Corte Costituzionale, che ne pensa?
“Posso dire che la Regione Lazio aveva preso quelle decisioni in accordo con le associazioni territoriali, si tratta di interventi pensati per preservare alcuni territori, riqualificandoli, negare questa valorizzazione significherebbe non investire e abbandonare quei territori. Io spero che gli obiettivi del Ministero siano gli stessi, e spero che ci sia una conoscenza dettagliata del territorio perché l’Italia è molto diversa, la Sicilia non è la Val d’Aosta, ed è proprio questo il compito delle regioni, preservare le specificità di ogni territorio. Io non credo che il Ministero abbia le stesse competenze, e se le ha, allora non capisco quale sia il ruolo della Regione. Temo ci siano sovrapposizioni di interessi che fanno malissimo alla nostra economia”.
Che anno è stato il 2021 e che anno sarà il 2022 per il vostro settore?
“Non possiamo negare che il 2021 si chiude come un anno favorevole per il nostro settore, grazie anche ai bonus messi in campo, certo il 2022 si apre con qualche nube all’orizzonte perché c’è un problema che investe tutto il settore della produzione e cioè il caro materie prime e il caro energia. Sono elementi che vanno a incidere sia in termini economici che, in modo sostanziale, in termini temporali. Se il settore industriale non riesce a dar seguito ai grossi ordini e di conseguenza le imprese non riescono a rispettare i contratti. Ci auguriamo che il Governo ponga la dovuta attenzione a questa problematica”.
Il meccanismo di compensazione non vi convince?
“Il decreto ministeriale non è esaustivo, sono stati messi a disposizione dei fondi che non sono in linea con le richieste avanzate prima di tutto perché la tabella dei materiali in base alla quale chiedere dei risarcimenti fa riferimento a incrementi del primo semestre 2021 e va aggiornata. Poi mancano voci importanti, come ad esempio il legno lamellare che invece è molto usato per il contenimento dei consumi energetici, e si rischia così di andare a intaccare anche l’obiettivo finale, quello cioè di ristrutturare il parco immobiliare secondo dei criteri green. Il ministero delle Infrastrutture ha raccolto il nostro appello e ci ha garantito la riapertura di un tavolo proprio per aggiornare la tabella, anche perché qui non parliamo di percentuali di aumento del 5 o del 10 %, in alcuni casi ci sono materie prime, come quelle su base ferro, che sono aumentate anche del 110%: sono differenze enormi a cui le imprese molto spesso non possono far fronte e questo significa che i cantieri si bloccano”.