“Nessuno vuole lasciare Roma senz’acqua, ma ne stanno prendendo davvero troppa”. Sarà che parliamo di acqua, ma è un fiume in piena Marcello Ratini, sindaco del comune di Casaprota (provincia di Rieti) sul cui territorio si trova la sorgente ‘Le Capore’ che coi suoi 5mila e 500 litri di acqua al secondo rifornisce Roma di circa il 40% di quella che utilizza quotidianamente. “A causa dei cambiamenti climatici – spiega il primo cittadino – piove e nevica meno, l’acqua è un bene sempre più prezioso. Eppure, al contrario di quanto sarebbe naturale aspettarsi, i prelievi di Acea sulla nostra sorgente anziché diminuire sono aumentati negli ultimi anni. La sorgente ha una portata massima naturale di 3500 litri al secondo, ma è stata elevata da Acea in modo innaturale, ossia con 6 pozzi di captazione, tra l’altro privi di concessione. Un aumento che comporta il sovra-sfruttamento della falda. L’Acea – attacca Ratini – sta privando le popolazioni, i fiumi e laghi della provincia di Rieti di un ‘bene’ essenziale per la vita. Per questo, abbiamo denunciato in Procura, per disastro ambientale, Acea spa, Regione Lazio e provincia di Rieti ”.
ACEA DEVE USARE GLI UTILI PER RIPARARE LE PERDITE
“Acea è una spa – aggiunge il primo cittadino – l’anno scorso ha spartito 128 milioni di euro di utili tra i soci pubblici e privati. Soldi che, per legge, andrebbero destinati a tutelare le falde idriche delle zone in cui si trovano le sorgenti, tra i quali il comune di Casaprota, devastate dai prelievi indiscriminati. Ma anche per riparare le condotte idriche colabrodo che disperdono per strada circa il 40% dell’acqua immessa in conduttura. Invece, Acea si prende i soldi e lascia le opere e infrastrutture idriche a carico dello Stato, ossia dei cittadini”.
SLITTA LA SENTENZA DEL TRIBUNALE DELLE ACQUE
“A breve – puntualizza il sindaco di Casaprota – è attesa la sentenza del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche (che ha sede a Roma, dentro Palazzaccio sede anche della Suprema Corte di Cassazione, ndr) a cui ci siamo rivolti poco più di un anno fa. Abbiamo portato Acea, Regione e comune di Roma sul banco degli imputati. Riteniamo che le concessioni idriche utilizzate da Acea spa per attingere acqua dalla nostra sorgente sia illegittima. La sentenza era attesa entro i primi di marzo. Poi ci hanno convocati e chiesto di ritirare il ricorso. Ho detto che non ci penso nemmeno. Poi ci hanno fatto sapere che era cambiato il giudice del Tribunale. Poi ancora che la pubblicazione della sentenza, che sarebbe stata già depositata, sarebbe slittata a fine mese. Poi che, forse, la pubblicazione della sentenza potrebbe slittare di un anno o due. Insomma, per noi cambia poco. Siamo certi delle nostre ragioni: il nostro ricorso non può essere rigettato”.
PRELIEVI TROPPO VIOLENTI E IL COMUNE SPROFONDA
“Non ci pieghiamo – sostiene con decisione il sindaco – siamo pronti a resistere. Ma, certo, siamo sconvolti da questo modo di fare. Il 28 gennaio scorso ho inviato all’Ufficio Risorse Idriche del Lazio una richiesta di confronto sugli sprofondamenti del terreno che stanno colpendo il nostro comune e che si verificano sempre più spesso, sprofondamenti che tecnicamente si chiamano ‘fenomeni subsidenti’. L’acqua prelevata in modo troppo violento dal sottosuolo crea degli scompensi geologici molto forti. Nessuno ci ha risposto”.
“ACEA LASCI CASAPROTA!”
“Da due anni, da quando abbiamo osato promuovere il ricorso al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, Acea non ci paga più, in violazione di una convenzione del 1980 legata alle preclusioni all’uso pubblico dell’area sorgentizia. La concessione utilizzata da Acea è illegittima. Inoltre, nei termini quantitativi in cui è stata rilasciata, è peraltro palesemente insostenibile per la tutela del corpo idrico, per il futuro stesso delle prossime generazioni, per la preservazione dell’assetto naturale geologico ed idrogeologico del territorio di Casaprota. Lo ripeto, non è mia intenzione togliere l’acqua a Roma. Voglio solo cacciare, nel senso letterale del termine, Acea dal nostro territorio, visto che Acea ha espropriato il comune dell’area sorgentizia per realizzarvi le opere di captazione. Gli usi civici delle sorgenti – conclude il sindaco – sono beni indisponibili di interesse nazionale e patrimonio storico dell’Ente collettivo che Acea non ha il diritto di utilizzare a suo uso e consumo!”.
Il PAPA: “L’ACQUA NON È UNA MERCE”
“L’acqua non è una merce, ma un bene essenziale per l’equilibrio degli ecosistemi e per la sopravvivenza umana ed è necessario gestirla e prendersene cura in modo che non sia contaminata o persa”. È quanto ha sottolineato il Papa nel corso dell’omelia di domenica 21 marzo, in occasione della giornata mondiale dell’acqua incentrata sul tema “Acqua per tutti: non lasciare nessuno indietro” indetta dalle Nazioni Unite. “Ringraziamo Dio per sorella acqua- ha annunciato poi il Pontefice sui social- elemento tanto semplice e prezioso, e impegniamoci perché sia accessibile a tutti”.
L’ITALIA SI CANDIDA AD OSPITARE IL FORUM MONDIALE DELL’ACQUA
La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha lanciato la candidatura dell’Italia come paese in cui si terrà nel 2024 il X° Forum Mondiale sull’Acqua, il primo del dopo Covid-19, che sarà dedicato in particolare alla dispersione idrica delle reti colabrodo. Roma, con il suo 44% di acqua dispersa nelle tubature è una ‘degna’ candidata..